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Fermare l'invasione". Il premier ungherese Viktor Orban a margine del Consiglio europeo ha ribadito la sua linea dura sull'immigrazione, "necessaria per restaurare la democrazia".

La gente chiede due cose", ha spiegato Orban: "la prima è non più migranti che entrano, cioè fermarli. La seconda è che quelli che sono dentro devono essere riportati indietro. Questa è la volontà del popolo. Per restaurare la democrazia europea dobbiamo muoverci in questa direzione", ha concluso il premier ungherese.

Una linea quella del leader di Fidesz che stride con la proposta del presidente francese Emmanuel Macron, favorevole a una risposta europea basata su solidarietà e responsabilità. Secondo Macron "bisogna fare un lavoro fuori delle frontiere dell'Europa, alle frontiere dell'Europa e anche all'interno dell'Europa. Il capo dell'Eliseo ribadisce inoltre che al momento "non c'è una emergenza migranti, ma politica". Una visione consivisa anche dal premier del Lussemburgo Xavier Bettel che si augura che il ministro dell'Interno Tedesco, Horst Seehofer, "capisca che abbiamo bisogno di soluzioni" altrimenti "ci sarà un effetto domino".

Un incontro "spartiacque" prende il via oggi a Bruxelles. A definirlo così è il premier italiano Giuseppe Conte che è arrivato nella capitale belga per partecipare al Consiglio europeo che vede al centro la questione dell'immigrazione"L'Italia non ha bisogno di attestati ma di fatti concreti", ha detto il presidente del Consiglio italiano, "Da questo punto di vista questo incontro sarà uno sparti acque e sono pronto a tutte le conseguenze. Ho ricevuto molte manifestazioni di solidarietà. Oggi è un giorno molto importante. Ci si aspetta che le parole si traducano in fatti".Conte ha anche ribadito che un veto italiano a un accordo che non rispecchi le richieste fatte al prevertice di domenica scorsa è ancora sul tavolo: "È una possibilità che non voglio considerare, ma se dovessimo arrivare a questo sicuramente per parte mia non arriveremo a conclusioni condivise", ha detto, "Come sapete l'Italia ha elaborato una proposta assolutamente ragionevole, pienamente conforme ai principi e allo spirito dell'Europa".

Incontro bilaterale in corso tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel per preparare i lavori del Consiglio europeo. Sarà un vertice europeo "difficile". A poche ore dall'inizio dei lavori, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk usa Twitter per avvertire quanto la strada sia tutta in salita. Nel pomeriggio si parlerà di difesa e sicurezza con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, di commercio, dossier dove non ci sono particolari criticità tra i 28; ma per la cena è prevista la discussione sul tema politicamente più controverso in Europa, quello della gestione dei flussi migratori, che non solo divide i 28 ma anche molti governi, come accade ad esempio in Germania, con il ministro 'falco' Horst Seehofer che sulla questione dei movimenti secondari dei migranti dal Paese di primo ingresso verso altri minaccia di far saltare l'esecutivo di Angela Merkel.

"Negli incontri che ho avuto ho avuto molte manifestazioni di solidarietà, oggi è un giorno molto importante aspettiamo che queste parole si traduccano in fatti": così il premier Giuseppe Conte entrando al vertice europeo. "L'Incontro sarà uno spartiacque", ha aggiunto. "Arriviamo a questo Consiglio Ue con proposte ragionevoli e in linea con spirito e principi europei. In questi anni l'Italia ha ricevuto manifestazioni di solidarietà a parole. Ora basta. Questa è l'occasione in cui tutti possono finalmente dimostrare la solidarietà con i fatti", ha scritto in un tweet il premier.

"Oggi capiremo se davvero l'Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio. Compromessi al ribasso non li accetteremo. L'Italia la sua buona volontà l'ha sempre dimostrata", ha detto poi Conte prima dell'avvio del vertice. "Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri paesi europei, potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise" sui migranti, ha detto ancora Conte.

La cancelliera tedesca, dopo aver incassato l'ok da Spagna e Francia sulla collaborazione dei movimenti migratori secondari, ora cercherà di stringere nuovi accordi. Il premier greco Alexis Tsipras al Finacial Times ha detto di essere disponibile. E anche con l'Italia sembra ci siano margini per un'intesa, in cambio di un riconoscimento sulla compartecipazione alla responsabilità sugli sbarchi, un superamento di fatto di Dublino, sul modello di quanto avvenuto nei casi di Aquarius e Lifeline. Una linea rossa su cui il premier Giuseppe Conte potrebbe arrivare a bloccare le conclusioni del vertice, sulla parte migrazione. I segnali che arrivano da Berlino lasciano la porta aperta.

La cancelliera tedesca anche stamani ha ribadito: "Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi. Questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino III. Fino a quando su tutto questo non ci sarà un consenso a 28, andremo avanti con una coalizione dei volonterosi". Intanto il premier spagnolo Pedro Sanchez invita l'Italia ad abbassare i toni. "I discorsi incendiari possono essere efficaci in termini elettorali, ma non lo sono come risposta a questi drammi".

Al vertice Ue sulla questione migranti "l'alternativa è semplice: vogliamo soluzioni nazionali o soluzioni europee di cooperazione? Io difendo soluzioni europee" all'interno delle regole Ue e di Schengen "alle frontiere europee, fuori delle frontiere europee e in seno all'Ue sulla base dei principi di responsabilità e solidarietà": così il presidente francese Emmanuel Macron al suo arrivo, sottolineando che il problema migranti "non è nuovo" e l'Ue "lo vive dal 2015".

"Questo è un vertice cruciale perché credo che l'Europa debba prendere delle decisioni - ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani entrando al vertice europeo -. Farò di tutto affinché gli Stati membri decidano cosa fare sulla migrazione, che è il problema numero uno del'Europa oggi. Rinvii, ritardi, o assenza di decisioni sarebbero perniciosi". 

Intanto la crisi provocato anche dalle politiche di austerita Europee vediamo prendendo un esempio a Roma in Via Barberini che oggi è una via fantasma dove il tempo sembra essersi fermato. Di quella strada elegante e piena di vita resta soltanto il ricordo. Un ricordo offuscato, come le vetrine dei negozi vuoti da mesi.Non importa se qui siamo nel cuore di Roma, a due passi dalla Via Veneto della dolce vita e a poche centinaia di metri da via del Corso: colpa della crisi e degli affitti troppo alti, molte attività sono state costrette ad abbassare la serranda. Ovunque campeggiano i cartelli affittasi, ma di locatari non c’è neanche l’ombra. 

“Qui si parte da 7mila euro al mese per pochi metri quadri, la maggior parte delle aziende non ce la fanno a sostenere cifre del genere”, commenta David Di Veroli, titolare di un negozio di abbigliamento. “La maggioranza degli immobili – ci spiega - è di proprietà di grandi costruttori che non hanno interesse ad abbassare il prezzo”. Così i locali sono rimasti vuoti, e si sono trasfomati in piccole discariche e ricoveri per i senzatetto che vagano per la città.All’altezza del civico 68 una clochard romena ha sistemato cartoni e coperte tra la grata e la porta di un locale commerciale che assomiglia ad una ex gioielleria. 

“Di giorno va in giro a chiedere l’elemosina, poi di notte torna e si mette a dormire qua”, ci dice Rosario, un senza fissa dimora italiano che ha sistemato i suoi pochi effetti personali sul basamento di travertino del negozio a fianco. “Anche io passo la notte qui”, ci confessa. Come lui ce ne sono altri, confermano i commercianti che cercano di sopravvivere in una strada che romani e turisti non percorrono quasi più. “È normale, se vedi l’immondizia vai da un’altra parte, il passaggio diminuisce e quindi calano anche gli affari”, si lamenta Aldo Msellati, storico orologiaio della Capitale, nominato cavaliere del lavoro dopo aver eseguito il restauro dell’orologio ad acqua del Pincio. 

Uno spettacolo indecoroso per residenti e turisti. “Qui è una catastrofe”, commenta un professionista che lavora nella zona. “Quelli che consideriamo Paesi del Terzo Mondo ormai ci hanno abbondantemente superato”, ironizza davanti ad un cumulo di pattume. “In passato siamo stati costretti a tenerci i rifiuti all’interno del locale per non lasciarli davanti al bar - spiega la proprietaria di una caffetteria bio – con tutti i problemi che questo comporta”. “Siamo stati costretti a farlo visto che sarebbe stato paradossale tenere la spazzatura accatastata davanti alla porta di un’attività incentrata sul rispetto dell’ambiente”, continua.

 

 

"Il regolamento di Dublino va superato perché non ci sono più dubbi che sia inadeguato a gestire flussi migratori". Lo afferma il premier Giuseppe Conte parlando alla Camera in vista del Consiglio Ue del 28 e 29 giugno illustrando la proposta dell'Italia presentata domenica e sottolineando che solo il "7%" dei migranti in arrivo sono rifugiati

Il Governo, "in Europa parla con una voce sola ferma e risoluta". Il vertice Ue, "il primo di questo governo arriva in un momento in cui è sempre più evidente l'urgenza di rispondere agli aspetti reali della vita del cittadino con proposte concrete, senza tentennamenti e ambiguità, paure. Mi riferisco a questa determinazione quando parlo di quel cambiamento nel metodo e nella sostanza che ho annunciato di fronte a queste camere e che mi sono impegnato a proporre in tutti i contesti internazionali ed europei" Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, riferendo alla Camera in vista del consiglio europeo.

La nave fuorilegge Lifeline arriverà a Malta e lì verrà bloccata per accertamenti. Altro successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti!". Così il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini.

Battono bandiera olandese ma l'Olanda non li riconosce e navigano con una nave da diporto che potrebbe portare 50 persone trasportandone più di 200. "Sono irresponsabili, non soccorritori". Lo dice il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, parlando a Agora, su Rai3 rispondendo a una domanda sulla situazione della Lifeline e sul ruolo delle Ong. Il ministro ha sottolineato che la Guardia costiera italiana ha rispettato le convenzioni internazionali e che negli anni ha salvato "un milione di vite umane".

È il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer ad avere impedito alla Germania di partecipare all'accordo e accogliere una quota dei profughi della nave Lifeline. Tutti gli altri politici avrebbero la volontà di risolvere il problema. È quello che ha detto Axel Steier, portavoce di Lifeline, all'ansa, spiegando quali difficoltà impediscano alla Germania di partecipare all'accordo con gli altri Stati disposti ad accettare i profughi della nave.

Il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer "agisce come una versione tedesca del collega italiano Salvini e rende il governo tedesco complice della mancata assistenza a persone in pericolo". Lo dice Axel Steier, di Lifeline. "Se la situazione a bordo della nave subirà un'escalation a causa delle condizioni di sfinimento e debolezza delle persone a bordo, e del peggioramento del tempo, Seehofer ne avrà piena responsabilità", aggiunge nella nota.

Dopo l'incontro a Roma tra Conte e Macron per lo sblocco del caso Lifeline con la ridistribuzione dei migranti, in mattinata c'è stato l'alt della Germania con l'opposizione del ministro tedesco Horst Seehofer. La vicenda sembra avviarsi a conclusione e la nave dell'ong potrà attraccare nei porti maltesi. Il premier maltese Muscat: 'Lifeline caso unico'. Sono otto il numero di Paesi Ue che hanno dato disponibilità ad accogliere i migranti della Lifeline: Belgio, Malta, Italia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Olanda.

"La Lifeline sarà sequestrata per l'avvio di un'indagine, il capitano dell'imbarcazione ha ignorato le leggi internazionali, non si è trattato di uno scontro tra due stati membri", ha aggiunto Muscat.

La Lifeline avrà il permesso di attraccare a Malta nel pomeriggio di oggi, ha annunciato il premier maltese. La colpa della vicenda "ricade sul capitano", ha sottolineato.

"L'apporto dell'Italia può rendere il Consiglio europeo uno spartiacque, dobbiamo fare in modo di disegnare l'Europa che vogliamo".

Il vertice Ue, "il primo di questo governo arriva in un momento in cui è sempre più evidente l'urgenza di rispondere agli aspetti reali della vita del cittadino con proposte concrete, senza tentennamenti e ambiguità, paure. Mi riferisco a questa determinazione quando parlo di quel cambiamento nel metodo e nella sostanza che ho annunciato di fronte a queste camere e che mi sono impegnato a proporre in tutti i contesti internazionali ed europei", ha spiegato Conte.

Durante il dibattito a Bruxelles sugli accordi di Minsk, "riaffermeremo il principio che non debba esserci nulla di automatico nel rinnovo delle sanzioni alla Russia".  Conte ha spiegato che sul tema "ci vuole cautela" perché le "sanzioni sono un mezzo e non un fine". "Continueremo quindi - ha concluso - a prestare grande attenzione e sostegno alla società civile russa e alle nostre imprese piccole e medie".  Alla Nato "l'UE resta strettamente legata, così come il nostro Paese".

"Nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027, ribadiamo la necessità di avere un'Unione europea più giusta e più equa. Sono stati appena diffusi i dati Istat sulla povertà in Italia. Non può essere ignorato che nel 2017 oltre 5 milioni di persone in Italia hanno vissuto sotto la soglia di povertà. Dobbiamo dare risposte concrete, perché ci sono 5 milioni di persone che non possono più aspettare".

"Il debito pubblico italiano è pienamente sostenibile, dobbiamo puntare alla sua riduzione ma in una prospettiva di crescita economica", ha detto Conte.

"L'Italia è un contributore netto del bilancio Ue pensiamo di meritare maggiore attenzione". Lo ha detto il premier riferendo e citando i dati Istat sulla povertà in Italia. Nel dibattito sul prossimo bilancio europeo, ha aggiunto, "proporrò che il negoziato riservi un'attenzione finanziaria più sostanziale dei fondi europei destinati all'inclusione sociale e il fondo sociale europeo che potrebbe finanziare la riforma sull'impiego, il bilancio 2021-2027 è uno strumento chiave per raggiungere questo traguardo".

"L'attuale assetto Ue non garantisce una tassazione equa, soprattutto per le industrie del web, vogliamo tassare i profitti generati negli Stati membri ridistribuendoli nelle comunità che hanno contribuito a generarli", ha affermato il premier parlando alla Camera.

Dopo una settimana in mare, la navigazione dei migranti della nave Lifeline potrebbe concludersi presto nel porto maltese di La Valletta. Da qui, le 234 persone salvate giovedì scorso davanti alle coste libiche dovrebbero essere poi ridistribuite subito su base volontaria tra un drappello di Paesi dell'Ue: una soluzione del tutto inedita nella gestione degli sbarchi, che potrebbe segnare un precedente nella politica europea. 

E che il governo italiano già rivendica come un successo nel giorno in cui incassa anche un'apertura dalla Commissione europea: "Non è giusto - sottolineano a Bruxelles - che sia solo un Paese dell'Ue a ricevere tutte queste navi. Abbiamo compreso la posizione italiana". La soluzione europea cui si lavorava da giorni ha avuto un'accelerazione durante il colloquio organizzato ieri sera in gran riservatezza tra il premier Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron - a Roma per una visita ufficiale in Vaticano - ma è maturata soprattutto in una serie di telefonate incrociate tra le cancellerie dell'Ue, con il sostegno di Commissione e Consiglio europeo. Anche se il premier maltese Joseph Muscat - che pure si intesta "lo sforzo diplomatico per arrivare a un accordo ad hoc" - ancora frena: al momento non è stato dato il via libera all'ingresso della nave in porto. Si attende che tutti gli Stati coinvolti nei colloqui accettino di accogliere in patria la loro quota di passeggeri della Lifeline. 

La disponibilità per ora è arrivata da Italia, Francia, Portogallo, oltre alla stessa Malta. Germania, Olanda e Spagna starebbero invece ancora valutando. "Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull'immigrazione - ha sottolineato Conte dopo avere dato l'annuncio dell'intesa raggiunta con Muscat - l'Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo". 

Dalla Lifeline si sono detti soddisfatti del sostegno maltese anche se, in serata, dalla nave facevano sapere di non essere ancora stati autorizzati ad attraccare. Per loro, tuttavia, altri guai potrebbero iniziare proprio una volta sbarcati. La Valletta ha annunciato un'indagine e possibili azioni contro l'equipaggio "che ha ignorato le istruzioni date dalle autorità italiane in accordo con le leggi internazionali".

Parole, pure queste, che suonano come un significativo cambio di tono nei confronti di Roma dopo che nei giorni scorsi da Malta avevano parlato di "vera disumanità" per non aver subito accolto la nave in un porto italiano. In attesa degli eventi, il ministro degli Interni Matteo Salvini può intanto esultare su Twitter: "E due! Dopo la ong Aquarius spedita in Spagna, ora tocca alla Lifeline che andrà a Malta. Stop all'invasione". Senza rinunciare all'ormai quotidiana polemica a distanza con Macron. "E' un arrogante, apra subito le porte di casa sua ai 9.000 immigrati che la Francia si era impegnata ad accogliere dall'Italia", ha attaccato il vice premier ....

Intanto è tornata sotto i riflettori anche la nave Aquarius della ong Sos Mediterranee. All'imbarcazione dirottata nei giorni scorsi a Valencia con il suo carico di oltre 600 migranti, è stato ora negato da Malta anche uno sbarco tecnico per fare rifornimento. Ha accettato di accoglierla Marsiglia, nel Sud della Francia. Stavolta, però, senza migranti a bordo.Intanto i leader discuteranno anche di altri temi importanti come difesa comune, sicurezza, gestione della Brexit e bilancio dell'eurozona. Macron e la Merkel tengono in modo particolare alla loro proposta di un budget comune europeo e un'unione monetaria più forte, che dichiarano «non negoziabile» anche se esiste un fronte contrario, guidato dall'Olanda, che raccoglie una dozzina di Paesi minori. Ma è interessante notare che nella bozza di conclusioni del summit di venerdì dedicato all'eurozona la proposta franco-tedesca non figura: e questo può essere interpretato come una presa d'atto, per quanto obtorto collo, della necessità di tener conto delle resistenze degli oppositori.

A dimostrazione di quanto sia sentita l'importanza di questa vigilia, ieri a Berlino Angela Merkel ha ricevuto il premier spagnolo Sanchez, mentre a Roma, dove si era recato per una visita ufficiale in Vaticano, il presidente francese Macron ha avuto un lungo incontro informale con il premier italiano Giuseppe Conte, con il quale ha parlato non solo della nave Lifeline, ma anche più in generale di migranti Macron insiste che sia solo una crisi politica e di eurozona. E ieri anche il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani è tornato sulla riforma del diritto d'asilo europeo, sottolineando l'urgenza di trovare una soluzione per aggiornare il «sistema di Dublino» di comune accordo, perché «ogni ritardo è pernicioso: gli Stati membri sbagliano a perdere tempo, sbagliano a dar vita a battibecchi l'uno contro l'altro, perché la soluzione o è europea o non è». Migranti, al Consiglio Ue Conte può usare il veto e bloccare tutto Potrebbe esserci la svolta, oppure potrebbe saltare tutto. Staremo a vedere. A rischiare, però, non c'è solo l'Italia, ma anche la cancelliera Angela Merkel, che sta vivendo un momento di grave crisi politica, con il suo ministro dell'Interno, Horst Seehofer, che sposa la linea dura contro i migranti e ha dato un vero e proprio ultimatum al governo di Berlino: o trova un accordo in chiave europea, che permetta alla Germania di bloccare ai propri confini i richiedenti asilo già registratisi altrove, oppure la Csu ritirerà l'appoggio all'esecutivo, aprendo la strada ad una crisi dalle conseguenze imprevedibili, con il rischio di un titorno alle elezoni e la possibile vittoria elle forze ultranazionaliste.

C'è un problema politico grosso in Germania. E l'Italia, attraverso un veto, potrebbe mettere nei guai la Merkel, semplicemente dicendo no alla richiesta/pretesa dei tedeschi di riprenderci automaticamente chi verrà fermato sul territorio tedesco dopo aver presentato domanda di asilo nella Penisola. Conte potrebbe dire di sì alla richiesta della Germania di fatto salvando il governo tedesco, ma solo se otterrà qualcosa di grosso. Che cosa? In pratica che gli altri Paesi dell'Unione accettino di superare il sistema attuale, come annunciato da Conte alla camera, il famoso concetto del "primo Paese di arrivo". Se rivediamo, tutti insieme, questo meccanismo, allora le cose cambieranno e l'Italia potrà continuare a fare la propria parte, contando, però, sulla fattiva collaborazione (accoglienza) da parte di tutti i Paesi. Il principio che l'Italia vuole far passare è molto semplice: le coste italiane sono anche coste europee.

 

L'Italia per la prima volta prova a rivoltarglisi contro. E il trattato di Schengen sembra a un passo dalla rottamazione. Insomma la Cancelliera Angela Merkel e l'Europa disegnata a sua immagine e somiglianza tremano, traballano e si sgretolano. Il tutto a meno di una settimana da un Consiglio Europeo in cui l'Unione dovrà decidere come uscire da quella crisi dei migranti che rischia di distruggerla.I Paesi di Visegrad le voltano la schiena. Il falco di Baviera Horst Seehoofer è pronto a scavarle la fossa sotto i piedi.

Prima ancora che succedesse tutto questo le linee guida della Merkel erano state messe in dubbio anche dal Premier Giuseppe Conte costretto a confrontarsi con l'ignobile bozza di lavoro sottostaci in vista dello stesso vertice preparatorio. Una bozza che ribadiva l'obbligo di riprenderci, con tante scuse, i migranti sbarcati sulle nostre coste, ma acciuffati al confine di altri Paesi dopo esser sgusciati tra le maglie dei controlli. Comunque non illudiamoci, la rivolta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte prontissimo nel rispedire al mittente la bozza minacciando il ritiro dell'Italia non è certamente una vittoria definitiva. Lo scontro tra Seehofer e la Cancelliera dimostra inequivocabilmente come dietro la sopravvivenza di quella clausola iniqua ci fosse il tentativo della Merkel d'abbassare il livello dello scontro con il proprio ministro dell'Interno. La reazione dell'Italia e la cancellazione della clausola ha dato fuoco alle polveri. Ma anche messo a nudo lo stato di decomposizione in cui versa ormai l'Unione.

Ma la resa dei conti inizia dal peccato originale. Anzi dalla peccatrice. Da quella Angela Merkel colpevole di aver spalancato le porte a un fenomeno migratorio di cui non comprese la devastante portata. Tre anni dopo, la prima a subirne le conseguenze è lei. Ieri Seehofer non ha usato mezzi termini e ha attaccato a muso duro una Cancelliera pronta a licenziarlo pur di frenare il «masterplan» anti immigrazione con cui il falco della Csu bavarese vorrebbe respingere alla frontiera chiunque si è visto rifiutare l'asilo in un altro Paese o non è in grado di esibire un documento. «Sarebbe la prima volta al mondo che uno licenzia un ministro soltanto perché si preoccupa e si prende cura della sicurezza e dell'ordine del suo Paese», ha dichiarato Seehofer. «Io sono presidente della Csu, uno dei tre partiti della coalizione di governo, e guido il mio partito con totale sostegno. Se qualcuno nella cancelleria è insoddisfatto del lavoro del ministro dell'Interno, allora deve porre fine alla coalizione».

Ma mentre la Cancelliera si arrovellava per tenere in piedi la sua stessa casa, a oriente veniva giù un altro pezzo d'Europa. I Paesi del blocco di Visegrad, Ungheria in testa, guidavano la rivolta contro il vertice preparatorio tra Italia, Spagna, Francia, Germania e Austria (ma forse anche Bulgaria Olanda e Belgio) che domenica dovrebbe segnare le tappe d'avvicinamento al Consiglio d'Europa del 28 giugno sul tema migranti. Il pomo della discordia capace d'innescare la sollevazione di Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca è come sempre la ripartizione dei richiedenti asilo. Un argomento considerato una sorta d'inviolabile tabù dai quattro Paesi dell'Est europeo. «Apprendiamo che ci sarà un mini-summit, ma noi non vi parteciperemo perché questo è contrario alle abitudini dell'Ue», ha annunciato il premier ungherese, Viktor Orban spiegando che il responsabile dell'organizzazione dei summit «è il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e non la Commissione europea».

Secondo un sondaggio condotto dall'istituto Yougov, però, il 42% degli interpellati sta dalla parte della Cancelliera, mentre il 32% è convinto inoltre che la disputa tra i due potrebbe portare alla caduta del governo di grande coalizione Cdu-Csu-Spd, nato 100 giorni fa, dopo mesi di difficili trattative. Il 31% ritiene invece che il governo possa durare fino al voto del 2021. Il ministro Seehofer, intanto, ieri ha minacciato chiaramente la Merkel: "Io sono il presidente della Csu, uno dei tre partiti della coalizione. Se la Cancelliera non è soddisfatta del lavoro del ministro dell'Interno allora si dovrebbe rompere la coalizione". "Le nostre convinzioni sono più importanti di un incarico, c'è molta gente che mi sostiene - ha aggiunto - ma ci sono anche non pochi a Berlino che vorrebbero liberarsi di me. Abbiamo bisogno di una soluzione credibile per la popolazione ed è a questo che stiamo lavorando". Seehofer si fa forte di un altro sondaggio, eseguito da Infratest dimap per l'emittente Ard, secondo cui il 62% dei tedeschi condivide la sua linea dura ed è favorevole al respingimento di richiedenti asilo già registrati in altri Paesi. L'86% dei 1000 cittadini interpellati vuole rimpatri più veloci per i migranti a cui sia stato negato l'asilo. Secondo un sondaggio che la Bild ha commissionato all'istituto Emnid, invece, il 57% dei tedeschi ritiene errata la linea seguita dalla cancelliera Angela Merkel, favorevole ad un approccio europeo alla questione.

Ma esiste anche la Grecia tra i grandi peccati di Angela Merkel  : Fare cassa su un popolo affamato, per giunta alleato e partner di un’Unione come quella europea, dimostra che  l’Europa germano centrica non è una realtà del mondo populista, ma uno scoglio per chiunque possa pensare a una Ue diversa. La Grecia, al collasso, che ha bisogno di soldi più di chiunque altro, vede il Paese economicamente più forte lucrare sul suo debito: lo stesso per cui sono morte persone, attività e imprese. 

Alexis Tsipras non può certo cantare vittoria. Può solo sommessamente dire grazie ai suoi creditori, così come il popolo greco può provare a pensare di nuovo a un futuro di speranza. Ma i guadagni, cinici, della Germania sul debito greco dimostrano, ancora una volta, di cosa sia fatta questa Unione europea, ma non sfugge agli osservatori politici che l annuncio e stato dato che la grecia e sotto liberta vigilata dopo la firma che ha permesso alla Fyom di essere chiamata Macedonia del Nord, un successo secondo il Tsipras un tradimento secondo il 90% della Popolazione Ellenica svenduta la storia antica Greca in cambio di "liberta vigilata" dei creditori ...della Germania ...ma guardate come si e arrivata a questo punto :

Il meccanismo funziona così. Dal 2010 la Germania ha acquistato obbligazioni di Atene come parte di un accordo dell’Unione europea per sostenere l’economia greca. Le obbligazioni furono acquistate dalla Bundesbank e poi trasferite al tesoro statale. 

L’accordo originale tra Berlino e Atene prevedeva che qualsiasi interesse guadagnato sulle obbligazioni sarebbe stato restituito alla Grecia quando avrebbe adempiuto ai suoi obblighi sulle riforme. Solo che è successo qualcosa che ha cambiato sensibilmente le carte in tavola.

Fino al 2017, la Bundesbank aveva guadagnato utili su quegli interessi pari a 3.4 miliardi di euro. Ma ne ha trasferiti molti di meno alla Grecia. 527 milioni nel 2013 e 387 milioni nel 2014, lasciando un utile di 2 miliardi e mezzo. A questi, si devono poi aggiungere 400 milioni di interessi maturati grazie a un prestito della KfW Bankengruppe (KfW), la Banca per lo sviluppo

Dati che hanno provocato la rabbia dei Verdi, i quali da sempre chiedono alla Germania di allentare la morsa sul debito greco come gesto per far ripartire l’economia di Atene. “La Germania ha tratto notevoli benefici dalla crisi greca, non è accettabile che il governo consolidi il bilancio tedesco con i benefici della crisi greca”, ha detto il portavoce del gruppo parlamentare verde Sven-Christian Kindler.

Secondo Kindler, i greci hanno mantenuto le loro promesse sulle riforme facendo tagli dolorosissimi, ma “ora è il momento del gruppo euro di mantenere le sue promesse”. Ed è un attacco rivolto soprattutto alla Germania che, insieme ad altri Paesi dell’Europa settentrionale, ha sempre voluto mantenere il pugno duro nei confronti della Grecia. .

Per questo ci vuole coraggio a dire che la troika ha salvato la Grecia, diciamo piuttosto che l'hanno ridotta in miseria, hanno così permesso agli amici e amici degli amici di smembrare e vendere a prezzi di favore, tutto quello che di valore possedevano, uno per tutti il porto del Pireo acquistato in blocco dalla Germania, (che alla Grecia deve ancora pagare i danni di guerra) insieme ad altri porti, aeroporti e quel poco di industrie interessanti che possedevano, ora tutti in mano straniere, che poi è la stessa politica che hanno tenuto gli abusivi compagni al soldo degli interessi altrui, in Italia. Dove governano i comunisti, abusivi o votati il risultato non cambia mai, portano sempre e solo, miseria, corruzione e morte.

Nel dettaglio le misure definite dall'Eurogruppo sono tre. La prima è l'abolizione del margine del tasso di interesse relativo alla restituzione della tranche del secondo programma di salvataggio fino al 2018 (per l'esattezza si tratta di 96,9 miliardi di euro). La seconda misura è l'uso dei profitti del 2014 realizzati dall'Esm e dei trasferimenti di quelli derivanti dai titoli detenuti dalle banche centrali nazionali e dalla Bce: saranno trasferiti alla Grecia ogni sei mesi a dicembre e giugno fino al 2022 per essere usati per ridurre le necessità finanziarie lorde o finanziare altri investimenti concordati. Queste due misure, ha indicato l'Eurogruppo, "sono condizionate al rispetto degli impegni di policy e al monitoraggio". Infine l'ulteriore dilazione degli interessi dovuti all'Efsf, l'ammortamento di dieci anni e un'estensione della scadenza media ponderata massima di 10 anni.

L'analisi della sostenibilità del debito da parte delle istituzioni europee sarà rifatta nel 2022, quando verranno valutate eventuali altre misure per assicurare il rispetto dei target del debito (attualmente al 178% del pil). I bisogni finanziari della Grecia devono restare soto il 15% del pil nel medio termine e sotto il 20% del pil successivamente assicurando che il debito resti in un percorso di riduzione "sostenuta". In ogni caso, resta sempre possibile un intervento di emergenza, come concordato un anno fa.

La Germania ha guadagnato miliardi dalla crisi che ha colpito la Grecia e che ha portato il popolo greco nel baratro dell’indigenza. A rivelarlo non sono movimenti euroscettici, né leader populisti né governi antitedeschi, ma direttamente il governo di Berlino, in risposta a un’interrogazione parlamentare promossa dai Verdi.

Da quanto si è potuto comprendere, le casse della Germania hanno guadagnato circa 2.9 miliardi di euro come conseguenza indiretta della crisi greca. Guadagni scaturiti, in gran parte, come risultato del programma di acquisto di titoli di debito greci da parte della Banca centrale europea.


Ieri, i ministri dell’eurozona hanno finalmente dato il via libera all’atteso taglio del debito pubblico greco. Il governo ellenico è stato “promosso”. Atene ha fatto quello che doveva fare, con 88 riforme sanguinose che l’Europa ha ritenuto necessarie per completare il piano di aiuto ai creditori. L’Ue sborserà l’ultima tranche di prestiti di circa 15 miliardi ed è stato esteso di 10 anni il termine per la scadenza dei prestiti.

“Questo è un momento storico per la Grecia e per l’Eurozona”, ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. Sì, ma a quale prezzo? Come ricordato su questa testata, dal 2010 ad oggi “il potere d’acquisto è crollato del 24%, il 21,2% della popolazione, certifica Eurostat, vive in estrema povertà, il doppio del 2008. Lo scorso anno 130 mila persone, il 333% in più del 2013 hanno rinunciato alle eredità lasciate dai parenti perché non avevano i soldi per pagare le tasse”.


 

Tre milioni di elettori chiamati al voto e un'affluenza in calo rispetto al primo turno delle elezioni comunali. Si è votato in un'unica giornata, dalle 7 alle 23, in 14 capoluoghi. Quello di oggi era un piccolo test per Lega e M5S, che dovevano fare i conti con il primo mese di governo giallo verde.  Elezioni, ecco tutti i risultati dei ballottaggi: tracollo Pd nella Toscana rossa

Ed è stata una vera e propria debacle per il centrosinistra, che ha perso tutte le roccaforti storiche da Siena a Pisa, passando per Massa,Imola e Cinisello Balsamo . Vola invece la Lega. Traballa il M5S

Il dato più eclatante è arrivato da Pisa, Massa e Siena. Qui il centrodestra ha espugnato tre fortini rossi. Clamoroso il risultato parziale dalla città della torre pendente: il centrodestra conquista una delle roccaforti rosse eleggendo sindaco il nuovo sindaco è Michele Conti. Sempre in Toscana a Massa il leghista Persiani batte il candidato di centrosinistra. La sinistra perde anche Siena, in una clamorosa debacle nella città del Monte dei Paschi dove il primo cittadino uscente Valentini è stato sconfitto da Luigi De Mossi. Un dato è certo: la Toscana non è più rossa.Vola la lega sui risultati e vola in Libia Matteo Salvini per risolvere la questione immigrazione

Un selfie e alcune foto che lo ritraggono a Ciampino e sull'aereo militare per andare a Tripoli. "Il mio impegno - ha assicurato Matteo Salvini - sarà massimo per rinsaldare l'amicizia tra i nostri due Paesi e la collaborazione su tutti i fronti". Il viaggio, fortemente voluto dal ministro degli Interni che ieri ha ringraziato le autorità e la guardia costiera libica per aver salvato e accolto centinaia di migranti in mare, servirà a "imporre" alle autorità locali le sue "posizioni rigide" in tema di contrasto all'immigrazione clandestina. A partire dalla creazione di hotspot a sud della Libia e non più in Italia.

"Hotspot a sud della Libia" Il viaggio di Salvini arriva all'indomani del tavolo coi Paesi membri dell'Unione europea. Dopo giorni di alta tensione, in cui il governo italiano è arrivato a minacciare di disertare il summit di Bruxelles in seguito alla diffusione della bozza di un preaccordo franco-tedesco sui migranti, Giuseppe Conte è andato a pestare i pugni sul tavolo. Il cuore della proposta italiana consiste nella la richiesta di istituire "centri di protezione" nei diversi Stati dell'Unione e nei Paesi di transito in Africa, come il Niger e appunto la Libia. A Tripoli, oggi, Salvini ha ribadito la propria contrarietà all'apertura di nuovi hotspot in Italia. 

"Sarebbero un problema per noi e per la Libia stessa perché i flussi della morte non verrebbero interrotti - ha spiegato il ministro dell'Interno - noi abbiamo proposto centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come Italia" . Il vice primo ministro libico, Ahmed Maitig, ha rifiutato "categoricamente la presenza di qualsiasi campo per migranti in Libia". "Questo non è accettato dalle leggi libiche - ha spiegato - abbiamo programmi che dipendono da accordi tra la Libia e l'Unione europea e l'Italia ne fa parte". Ad ogni modo giovedì prossimo al Consiglio europeo il governo italiano sosterrà la necessità di proteggere le frontiere esterne a sud della Libia.

Dopo la caduta e l'uccisione del rais Muhammar Gheddafi nel 2011, il Paese è precipitata in una complesso conflitto ancora in corso. La Libia, da sempre sulla rotta illegale dei migranti tra l'Africa sub sahariana e le coste italiane, è diventata così sempre più un luogo di transito e sfruttamento dei disperati che puntano a raggiungere l'Europa. Durante il colloquio con il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez Serraj, 

Salvini ha detto chiaramente che il governo italiano intende svolgere un ruolo di primo piano nell'arena politica per promuovere "la riconciliazione e la stabilità" nel Nord Africa. Nel presentare la missione in territorio libico, una "fonte informata" dei fatti citata dal quotidiano locale al Marsad ha spiegato che il "motivo" della visita di Salvini è quello di "ribadire le posizioni molto rigide che ha assunto per mettere fine alle migrazioni illegali verso l'Europa" alla luce anche del "rifiuto di accogliere la nave Lifeline che trasportava 234 immigrati".

 

Non è ancora passata una settimana dallo sbarco dei migranti della nave "Aquarius" nel porto iberico di Valencia che già uno dei più importanti sindacati della polizia spagnola chiede al Governo di Madrid di mettere fuori legge le ong che portano in Europa gli immigrati irregolari

La proposta parte dall'Alternativa Sindical de Policia, secondo cui per il codice penale le associazioni non governative che portano gli immigrati nel Vecchio continente dovrebbero essere processati alla stregua degli scafisti. Inoltre l'Asp contesta l'utilizzo del termine "salvare" i migranti in mare, contestando che si tratta piuttosto di un trasporto e guardando con preoccupazione al milione di persone che sarebbe pronto a salpare dalle coste del Nordafrica.

I sindacalisti delle Forze dell'ordine chiedono invece che le operazioni di pattugliamento in mare siano affidate esclusivamente alle navi della marina militare, della polizia o della guardia costiera. Per gli equipaggi e per i responsabili delle ong, invece, esigono l'introduzione di pene severe, appellandosi all'articolo 318 bis del codice penale spagnolo, secondo cui, sia pur con l'eccezione per gli interventi umanitari, "tutte le persone o le organizzazioni che aiutano persone provenienti da Paesi terzi a entrare nel territorio dell'UE violando la legislazione di ingresso saranno gli autori di un reato contro i cittadini stranieri".

Angela Merkel, parlando al Museo della Storia di Berlino nella Giornata Mondiale dei Rifugiati. La leader tedesca ha ricordato che "si tratta di persone", sostenendo che bisogna "cercare di bloccare i traffici illegali e arrivare a una migrazione legale". E ancora: "Bisogna impegnarsi per le cose per cui vale la pena e io credo che la decisione presa quattro anni fa sia importante". E ha ricordato lo sforzo e l'impegno degli "sfollati interni tedeschi per formare la Repubblica", una "nostra responsabilità per il futuro".

Intanto, domenica a Bruxelles ci sarà un minivertice straordinario sul tema in vista del Consiglio Ue del 28 e 29 giugno. Al summit parteciperanno Italia, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Bulgaria e Austria. Ci sarebbe Berlino dietro alla decisione della Commissione di convocare il mini-vertice. La richiesta di convocare un incontro informale - secondo quanto appreso dall'AGI a Bruxelles - sarebbe stata avanzata dalla Germania, dove è in corso uno scontro tra la cancelliera Angela Merkel e il suo ministro dell'Interno, Horst Seehofer, sulla possibilità di respingere alla frontiera i richiedenti asilo entrati nell'Ue da un altro Stato membro. Il mini-vertice infatti, dovrebbe essere dedicato in particolare alla questione dei movimenti secondari, ovvero gli spostamenti dei richiedenti asilo tra i vari stati della Ue.

La comunicazione urgente su carta intestata del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti spedita dal Centro di soccorso della Guardia costiera di Roma ai maltesi dimostra che il governo de La Valletta ha fatto come sempre orecchie da mercante rifiutando lo sbarco dei migranti. Lo stesso premier Joseph Muscat ha mentito dichiarando che «non risulta» una richiesta di approdo italiana.

Il documento in mano al Giornale dimostra il contrario. Il 10 giugno l'Mrcc, il centro di soccorso della Guardia costiera, invia il fax urgente alla controparte maltese. «Cari signori, vi informiamo che la motonave Aquarius ora all'interno delle acque di ricerca e soccorso di Malta è stata coinvolta il 9 giugno in sei casi di soccorso e ha a bordo circa 700 persone», si legge nelle prime righe. Roma fornisce l'esatta posizione dell'unità con tanto di latitudine e longitudine. E poi aggiunge, per sottolineare che La Valletta è il porto sicuro più vicino, che la nave delle Ong Sos Mediterranee ed Msf dista «64 miglia da Malta, 99 da Lampedusa e 121 dalle coste meridionali siciliane».

Gli italiani fanno presente ai maltesi che a bordo ci sono migranti in «cattive condizioni di salute oltre a donne e bambini». E «per la loro sicurezza» l'Italia chiede secondo «il capitolo 3 della convenzione di Amburgo» che impone la collaborazione fra Stati nel soccorso in mare di «sbarcarli a Malta».

Da La Valletta fanno i furbetti e neppure rispondono lasciando che l'ondata buonista si scagli contro il «fascista» Salvini, ministro dell'Interno che dice no all'attracco dell'Aquarius in Italia. E nessuno critica Malta. Il bello è che pure l'Ong che ha i suoi medici a bordo della nave in un comunicato del 12 giugno scrive: «Per Msf l'opzione migliore è sbarcare al più presto le persone soccorse nel porto sicuro più vicino, a Malta o in Italia».

Siamo di fronte ad una “catastrofe” migratoria “simile a quella del 2015” (…) “non possiamo aspettare”… l’elaborazione di una risposta comune da parte dell’Unione europea.

Sono queste le parole affermate dal Cancelliere austriaco Sebastian Kurz nell’incontro di oggi a Linz con il ministro-presidente della Baviera, Markus Soeder.

Il vertice tra Kurz, alla guida di un'alleanza di governo con l'estrema destra, e Soeder, esponente dei cristiano-sociali tedeschi, vede il sodalizio di due pensieri comuni sull’urgente questione della gestione dei migranti, soprattutto in questo periodo estivo. E’ notizia, infatti, di pochi giorni fa che sarebbero pronti a salpare dalla Libia circa 52mila migranti provenienti da Siria, Sudan, Palestina ed Eritrea.

Kurz sostiene di essere stato uno degli artefici della chiusura della cosiddetta rotta balcanica ai migranti all’inizio del 2016 quando era ministro austriaco degli Affari Esteri.

"Coloro che hanno aperto i confini nel 2015 sono responsabili del fatto che oggi esistono confini tra Austria e Baviera, tra Ungheria e Austria, tra Italia e Austria. La situazione potrebbe anche peggiorare", ha asserito riferendosi al crescente numero di migranti arrivato in Europa negli ultimi tre anni.

 

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