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"Sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito PIL", ha affermato il ministro, aggiungendo:  "Dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano i soldi. Stiamo attenti - ha ammonito - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi".

La nota al Def "deve essere votata dal Cdm e dal Parlamento. Una nota al Def "non coraggiosa" e senza reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza, quota 100-Fornero, risarcimento dei truffati dalle banche non avrà i voti del M5S. Lo avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il vicepremier Luigi Di Maio alla riunione con i ministri M5S.

"Per me non ha senso parlare solo di deficit. Si deve scommettere sulla crescita e dare risposte ai bisogni dei cittadini. Con l'11% di disoccupazione non possiamo che puntare su investimenti e crescita di qualità", sottolinea, a quanto si apprende, Luigi Di Maio alla riunione M5S sul Def.

La prossima manovra di bilancio - ha detto il vicepremier a Radio Capital alla trasmissione Circo Massimo - non conterrà solo le grandi misure ma tanti interventi: "Nella legge di Bilancio ci sarà Ires verde, così che meno inquini meno paghi, e la lotta al gioco d'azzardo che non non è finita per togliere i centri di gioco da vicino alle scuole e agli ospedali". Di Maio ha parlato anche di un fondo "da un miliardo per risarcire i truffati delle banche", su cui siamo tutti d'accordo.

"Dal primo gennaio i pensionati minimi non dovranno avere meno di 780 euro al mese", ha aggiunto Di Maio a Radio Capital. "Questo governo si differenzierà nel mantenere le promesse", ha detto. "Noi vogliamo fare una manovra che abolisca la povertà con pensione e reddito di cittadinanza, che aiuti le imprese con la flat tax e le sburocratizzazione, e abbia il superamento della Fornero". "Tanta roba. Tanti soldi che stiamo quantificare e che credo possano entrare nella prossima legge di bilancio".

"Stiamo lavorando" alla pace fiscale e "tra le ipotesi che sono sul tavolo" c'è anche quella di trovare "delle soluzioni anche per l'Iva". Lo spiega il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci conversando con i cronisti in Senato. Si tratta ancora di "ipotesi allo studio", perché l'Iva è materia europea e per questo si dovrebbe prevedere comunque "la riscossione dell'Iva dovuta" magari intervenendo "sugli altri tributi. La sanatoria sarebbe limitata a sanzioni e interessi.

Un primo segnale sui prezzi dei carburanti, con un taglio delle accise da circa 250-300 milioni. E' una delle misure del 'pacchetto fiscale' proposto dalla Lega per la prossima manovra. Secondo fonti al lavoro sul dossier le risorse sarebbero reperite grazie all'extragettito dell'Iva sui carburanti, ottenuto nel corso dell'anno.

Il reddito di cittadinanza "potrebbe essere legato all'Isee o potrebbe essere un incentivo all'occupazione". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Matteo Guidesi, ad Agorà su Raitre. "E' in linea con il contratto di governo", ha aggiunto rispondendo alla domanda se la Lega fosse d'accordo con tale impostazione.

"Da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l'impiego con il reddito di cittadinanza erogato". Lo ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio, a Porta a Porta. E' "pronta una proposta per incominciare ad eliminare le leggi inutili per le imprese. Siamo arrivati ad una proposta che elimina 140 leggi", ha aggiunto il vicepremier spiegando che "ci sarà un codice unico con norme uniche, elimineremo anche i dpr". "Alla Lega credo faccia bene stare lontano da Berlusconi perché quando era con Berlusconi stava sotto il 20%", ha detto Di Maio, a Porta a Porta. "Sul M5S i sondaggi non valgono. Questo governo non ha fatto male al M5S, ha fatto male a Fi e Fdi che ormai insieme non fanno nemmeno il 10%", ha sottolineato quindi Di Maio.

Nella prossima manovra ci saranno interventi per affrontare il problema sociale, come il reddito di cittadinanza "per permettere più facilmente le trasformazioni del tessuto produttivo che creano problemi transitori nel tessuto sociale", ha sottolineato Tria spiegando che il disegno del governo "al di là delle etichette va in quella direzione". "Domani saranno presentati i famosi saldi". ha annunciato il ministro dell'economia : la Nota di aggiornamento al Def arriverà come previsto domani entro la scadenza ufficiale del 27 settembre. La questione, ha aggiunto, è "come mantenere i conti in ordine e favorire la crescita economica. Questo il programma che si sta mettendo a punto", ha assicurato nel corso di un convegno a Confcommercio. 

La crescita dell'economia italiana sta rallentando: il 2018 potrebbe chiudersi con un aumento del Pil dell'1,1 per cento e il 2019 dell'1,0 per cento. È la previsione di Confcommercio che, alla vigilia della presentazione della Nota al Def, ha tagliato di un decimo di punto le precedenti stime su entrambi gli anni. I consumi crescerebbero dello 0,9 per cento quest'anno e dello 0,8 per cento l'anno prossimo, sempre che, ha spiegato il direttore del Centro studi dell'associazione, Mariano Bella, nel 2019 non scattino le clausole di salvaguardia. Le previsioni economiche sono state presentate nel convegno ìMeno tasse per crescere' dove è atteso il ministro Tria.

L'inserimento nella prossima legge di bilancio delle misure previste dal contratto di governo Lega-5 Stelle potrebbe portare il deficit 2019 al 2,8% del Pil, per il centro studi di Confcommercio che calcola 5 miliardi di costo per la revisione della legge Fornero, 5 miliardi per la "mini flat tax", 5 miliardi per la prima fase di avvio del reddito di cittadinanza e 2,2 miliardi di spesa per interessi aggiuntiva. A questo si deve sommare anche il costo delle spese indifferibili, mentre la pace fiscale, quotata anch'essa 5 miliardi, non impatta sul saldo strutturale.

"Sull'Iva non si tratta e non si baratta" ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.  Lo scambio tra più IVA e meno Irpef, ha spiegato il presidente, equivarrebbe a "tre errori e due autogol". Tre errori perché più IVA e meno Irpef "non riduce la pressione fiscale complessiva, colpisce i livelli di reddito più bassi, incide sulla domanda interna in una fase di rallentamento della crescita complessiva del paese. Insomma con gli aumenti dell'IVA ci faremo due autogol - ha spiegato Sangalli - a danno della crescita, a danno dell'equità sociale". Non si fa attendere la risposta del ministro Tria sul taglio delle tasase: "Si parte ora dalle imprese, negli anni successivi affronteremo il problema Irpef".

Intanto  le Conferenze dei Capigruppo hanno deciso che l'esame del Def comincerà nell'Aula di Camera e Senato il prossimo 10 ottobre.

Nella prossima manovra, secondo quanto riportato da Public policy, potrebbe esserci anche una proroga del Fondo garanzia mutui prima casa e un ampliamento della platea per il Fondo di solidarietà per i mutui. Il Fondo garanzia mutui agevola l'acquisto della prima casa tramite l abbassamento dei tassi ai giovani sotto i 35 anni. La legge di Bilancio- riporta l'agenzia - alungherebbe la scadenza, prevista per questo novembre. Non è ancora chiara l'entità della proroga, ma si lavoro per estendere la norma nel prossimo triennio. Per quanto riguarda, invece, il Fondo di solidarietà per i mutui per l acquisto della prima casa questo consente di beneficiare della sospensione fino a 18 mesi del pagamento dell'intera rata del mutuo per mutuatari con Isee non superiore a 30.000 euro, in situazioni di temporanea difficoltà economica dovuta al decesso di uno dei titolari, ad un grave infortunio/handicap o alla perdita di lavoro. In aiuto della manovra, poi, potrebbero arrivare i soldi della gara per l'assegnazione delle frequenze 5G per la telefonia mobile di ultima generazione.

Gli incassi previsti dalla scorsa legge di bilancio dello scorso anno ammontavano a 2,5 miliardi, ma gli introiti sono ad oggi il doppio del previsto, avendo già superato i 5,1 miliardi di euro. In teoria i soldi dovrebbero andare a riduzione del debito, ma non è escluso che possano essere dirottati per finanziare almeno in parte il disinnesco delle clausole Iva, quelle che prevedono l'aumento delle aliquote dal prossimo primo gennaio.

Il tempo stringe e i vertici si susseguono ormai quotidianamente. Nell'ultimo incontro tra i ministri economici di Lega e Cinque Stelle, si sarebbero limate le parti della manovra economica che dovrebbero entrare a far parte del decreto fiscale che accompagnerà la legge di bilancio. Sono emerse alcune novità. La prima l'ha annunciata il sottosegretario all'Economia, Massimo Bitonci. «Stiamo lavorando» alla pace fiscale e «tra le ipotesi che sono sul tavolo», ha detto il sottosegretario, c'è anche quella di trovare «delle soluzioni anche per l'Iva».

L'idea sarebbe quella di permettere di chiudere le vertenze con il Fisco pagando l'imposta evasa con uno sconto soltanto per le sanzioni e gli interessi. Non è detto che sia possibile. L'Iva è un'imposta comunitaria e già il condono tombale del 2002, che includeva anche l'Iva, fu bocciato dalla Corte di giustizia europea, che ha obbligato poi a recuperare gli importi condonati.

Un terreno, insomma, sul quale il governo dovrà addentrarsi con qualche cautela. La seconda novità riguarda la rottamazione delle cartelle esattoriali. L'ipotesi allo studio è quella di una operazione ter dopo le prime due che sono ancora in corso. La prima rottamazione si concluderà con i versamenti di settembre. La seconda rottamazione ha scadenze diverse a seconda se le cartelle sono del 2017 o degli anni precedenti, ma in entrambi i casi l'ultima rata è prevista per febbraio 2019. L'intenzione sarebbe quella di allungare le rate, fino ad un massimo di dieci, e scaglionarle su più anni. Contemporaneamente verrebbe riaperta l'adesione, alle stesse condizioni, per chi ha cartelle degli anni coperti dalle precedenti sanatorie ma non vi ha aderito.

La terza novità riguarda la questione del tetto delle evasioni sanabili. La Lega come noto, spingeva per fissarlo a un milione di euro, i Cinque Stelle a 100 mila euro. I tetti potrebbero essere diversi a seconda del tipo di sanatoria alla quale si aderisce: rottamazione cartelle, chiusura delle liti pendenti, sanatoria degli accertamenti. L'intenzione, ha spiegato Bitonci, è che si trovi una soluzione «per evitare il condono tombale».

Sempre nel pacchetto fiscale entrerà anche il primo taglio delle accise sulla benzina promesso da Matteo Salvini. Una misura da 200-300 milioni di euro e che, dunque, porterebbe ad una riduzione del prezzo alla pompa di circa 3 centesimi, e che dovrebbe essere finanziata utilizzando l'extragettito dell'Iva derivante proprio dall'aumento del prezzo dei carburanti.

 

 

 

Esiste un diritto fondamentale: se entri a casa mia e spacci ti accompagno da dove sei arrivato": ha poi spiegato il ministro in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Se sei condannato in via definitiva è di buon senso toglierti al cittadinanza", ha aggiunto. "Per i richiedenti asilo - ha spiegato il vicepremier - lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. Questa è stata una delle mediazioni aggiunti e suggerite".    

L'obiettivo è chiudere tutti i campi rom entro la fine della legislatura", ha detto poi il ministro Salvini.

"In un quadro di assoluta garanzia dei diritti delle persone e dei Trattati, andiamo a operare una revisione per una disciplina più efficace", ha detto il premier, Giuseppe Conte, aggiungendo: "Ci sono norme contro la mafia e il terrorismo". "Non cacciamo nessuno dall'Italia dall'oggi al domani, ma rendiamo più efficace il sistema dei rimpatri".

"Rispetto all'ordinaria formulazione abbiamo unificato in un'unica struttura normativa, più funzionale anche in ragione della complementarietà delle materie, i testi su migranti e sicurezza - ha detto Conte -. L'obiettivo è riorganizzare l'intero sistema di riconoscimento della protezione internazionale per adeguarla agli standard europei. Ci siamo accorti che c'erano disallineamenti significativi rispetto ad altri Paesi europei".

Il consiglio dei ministri lo ha approvato all'unanimità e presto il Parlamento sarà chiamato a trasformare in legge il contenuto dei decreti su cui il Viminale ha lavorato per mesi.

Già nei giorni scorsi erano emersi alcune indiscrezioni sui contenuti dei due documenti, poi accorpati ad uno solo poco prima dell'arrivo in cdm. Ma ecco tutte le novità in tema di sicurezza e immigrazione che tanto fanno esultare il leader della Lega.

Si parte dai permessi di soggiorno per i richiedenti asilo. La Lega lo aveva annunciato e Salvini ripetuto in tutte le salse: il documento per "motivi umanitari" scompare a favore di altri "casi speciali" in cui un migrante, che non ha ottenuto protezione internazionale o lo status di rifugiato, potrà rimanere nel Belpaese. Si tratta dei permessi di soggiorno "temporaneo per esigenze di carattere umanitario". E verranno assegnati per "atti di particolare valore civile, grave sfruttamento lavorativo, violenza domestica, eccezionali calamità naturali, motivi di salute di eccezionale gravità".

Confermato, come previsto alla vigilia, il "prolungamento della durata massima del trattenimento dello straniero" nei centri di rimpatrio. Si passa dai 90 giorni previsti fino ad oggi ai 180, nella speranza che questo possa aumentare i voli charter diretti ai Paesi di provenienza dei clandestini. Nuovi Cpr, inoltre, potranno essere costruiti più rapidamente grazie al ricorso alla procedura negoziata. Inoltre, gli irregolari potranno essere trattenuti anche "in strutture idonee nella disponibilità della pubblica sicurezza in caso di indisponibilità dei CPR": una possibilità prevista fino all'udienza di convalida dell'espulsione e, presso gli uffici di frontiera, anche fino all'effettivo allontanamento.

Per quanto riguarda il trattenimento dei richiedenti asilo negli hotspot, invece, il periodo sarà di 30 giorni, ma prolungabile fino a 180 qualora "sia stato possibile determinarne l’identità". Uno straniero espulso, inoltre, non solo non potrà rientrare in Italia, ma neppure nello spazio Schengen. Dunque l'identificazione dello straniero verrà comunicata anche agli altri Stati membri dell'Ue per impedirne nuovamente l'accesso.

"Noi stato sovrano". «La Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini. In Italia come in Francia». Lo scrive in un Tweet il vicepremier e ministro Luigi Di Maio

Ci siamo riuniti stamattina per la manovra economica, continueremo nel pomeriggio, stiamo curando tutti i dettagli sino a quando delibereremo la nota aggiuntiva al Def" ha detto il premier, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi facendo il punto sulla manovra e annunciando il prosieguo del vertice con i due vicepremier Di Maio e Salvini, i ministri Giovanni Tria, Paolo Savona e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. "Sulla manovra ci sono sempre progressi, mi hanno chiesto se c'è la fumata bianca...E' tutta una fumata bianca che esce dal mio ufficio...". Fonti vicine al governo precisano che "sulla manovra si è arrivati a un punto importante e sono stati fatti passi in avanti decisivi".

"La "manovra del popolo" che "aiuta gli ultimi e fa la guerra ai potenti". Così Luigi Di Maio ribattezza su Instagram la prossima legge di bilancio, annunciando che nel pomeriggio risponderà sul social alle domande dei follower. "Dentro - scrive - ci saranno il reddito di cittadinanza, il superamento della Fornero e i soldi per i truffati delle banche". E ad un follower che gli chiede se ci saranno tagli alla sanità risdponde: "Ti garantisco che non ci saranno tagli ai servizi sanitari. Neppure un taglietto. La salute dei cittadini è la cosa più importante. Dobbiamo allontanare i dirigenti politicizzati, eliminare gli sprechi e fare nuove assunzioni".

Intanto Versace venduta a Michael Kors, sempre più marchi del Made in Italy finiscono in mani straniere Versace sarebbe solo l'ultimo dei marchi dell'abbigliamento di lusso italiani che ha trovato un acquirente fuori dai confini. Mentre già di altri si vocifera un imminente cessione. Come per Ferragamo, la cui vendita è stata smentita dalla famiglia proprietaria, ma che da settimane è al centro di rumor secondo cui sarebbe nel mirino di Lvmh, il colosso francese del lusso di Bernard Arnault

Quali che siano le cause l'elenco delle Maison italiane in mano straniera è lungo. Sono nell'orbita Lvmh Pucci, Fendi, Bulgari e le essenze di Acqua di Parma. L'altro padrone del lusso mondiale, la Kering di Fran‡ois-Henri Pinault, ha in scuderia un campione di peso come Gucci, ma pure Bottega Veneta, Brioni e Pomellato. Da tempo Valentino è saldamente nelle mani del fondo del Qatar Mayhoola, e le voci su una sua possibile quotazione si rincorrono da anni. Il marchio Krizia è stato comperato quattro anni fa dai cinesi di Marisfrolg. E la lista continua ad allungarsi. Solo a febbraio la lingerie di lusso de La Perla è passata nelle mani degli olandesi di Sapinda. Anche la moda 4.0 è emigrata, da quando Federico Marchetti ha venduto la sua piattaforma di vendite on line Yoox-net-à-porter agli svizzeri di Richemont.

In mani italiane restano marchi come Tod's, Moncler e soprattutto Armani e Prada. E se il primo ha da tempo messo le basi attraverso la sua Fondazione per evitare che una futura successione renda l'icona dello stile italiano una preda, su Prada ha fatto chiarezza Patrizio Bertelli. Lorenzo, il figlio nato dalla unione con Miuccia Prada, si sta preparando a guidare la azienda, ha detto. E per quanto riguarda la proprietà «io non ho intenzione di vendere, io non ho mai venduto niente in vita mia». 

Mentre è in corso il pressing sul deficit in vista della manovra il vicepremier Luigi Di Maio ribadisce la compattezza del governo sulle misure da prendere e smentisce l'ipotesi di aumento dell'Iva. "E' una fake news, - dice a Radio 24 - non è assolutamente vero, perché in questo governo non si permetterà ai soldi di uscire dalla porta e entrare dalla finestra, non vogliamo fare il gioco delle tre carte". 

"Noi siamo il governo del cambiamento. Se non possiamo cambiare le cose meglio andare a casa", ha detto in mattinata anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro a Agorà, ribadendo che il reddito di cittadinanza sarà "assolutamente" in finanziaria. "Il nostro obbiettivo - spiega - è fare sì che nessuno abbia meno di 780 euro. Se non riusciamo cambiare le cose meglio andare a casa. Ma sono convinto che ce la faremo. Noi non siamo disposti a tirare a campare", conclude.

"La legge di bilancio deve esser amica degli italiani dopo tanti anni di lacrime e sangue se per farlo serve un po' di deficit non dobbiamo avere paura di sforare il 2% a meno che il 2% non sia diventato un tabù, però ce lo dovevamo dire prima", ha ribadito.

Infine una stoccata agli evasori. "Chi evade il fisco - dice Di Maio - il fisco deve andare in galera, sta nel contratto quindi si deve fare". "Siamo tranquillissimi - ha aggiunto - nel gestire la pace fiscale, che non è un condono. La pace fiscale aiuta chi è in difficoltà, il condono aiuta i furbetti. Basta mettere una soglia a misura di persone in difficoltà". Per quanto riguarda la pace fiscale, ha spiegato Di Maio, "tecnicamente si tratta del meccanismo di saldo e stralcio, quindi di una procedura attiva presso la pubblica amministrazione su soldi dichiarati". Si è poi detto "d'accordo che 1 milione di euro sia una soglia troppo alta" e assicurato che "non vedremo scudi fiscali", perché "è chiaro che non vogliamo far rientrare capitali mafiosi o corrotti dall'estero".

"Questo - ha evidenziato il vicepremier - è un governo compatto, che sta mettendo insieme le risorse, che ci sono, per mantenere le promesse fatte agli italiani perché il M5s non ha dimenticato le promesse fatte in campagna elettorale. Siccome i soldi ci sono le cose si possono realizzare: io ho detto che un governo serio trova le risorse, perché sennò è meglio tornare a casa, è inutile tirare a campare". "All'interno del Mef - ha proseguito Di Maio - si stanno tenendo tavoli tecnici da giorni, con parti politiche e tecniche, l'obiettivo è mettere insieme le risorse per fare quello che abbiamo detto: si può fare molto dai tagli, ma se c'è bisogno di un po' deficit per migliorare la vita italiani ricordiamoci sempre che è questo il primo punto, fermo restando il valore dell'incremento del deficit e quello che può succedere a livello di spread e di mercati. E' per questo che non aumentiamo il deficit per regalare bonus, ma per un piano credibile".

Intanto dopo oltre 4 ore di dibattito restano le distanze tra i leader Ue sulla gestione interna dell'immigrazione, mentre i 27 si sono trovati d'accordo sulla necessità di rafforzare il coinvolgimento dei paesi terzi, incluso l'Egitto. 

"Sul tavolo c'è l'ipotesi che i Paesi non volenterosi, ovvero quelli che non partecipano in termini di sbarchi o in termini di redistribuzione" dei migranti, "versino un contributo finanziario". A spiegarlo è il premier Giuseppe Conte interpellato dai cronisti in albergo al termine della cena tra i 28 leader Ue, durata oltre 4 ore, e tenutasi al Felsenreitschule di Salisburgo. Nel corso della cena si è parlato quasi esclusivamente di migranti, spiega Conte che, interpellato su un titolo da dare alla riunione sottolinea: "lavori in corso". "Qualcuno tra i Paesi che non accolgono ha già dato disponibilità", spiega Conte.

Successivamente Conte, rispondendo ad una domanda sul contributo economico per i paesi Ue che non accolgono i migranti, ha detto che è stato considerato anche questo, è una possibilità residuale. "L'importante - ha precisato - è che ci sia un'ampia partecipazione al meccanismo di redistribuzione, altrimenti non ha significato".

Il vertice di centrodestra preoccupa il vicepremier pentastellato: "La manovra metterà in atto i punti principali del nostro programma", avevano detto in una nota congiunta Berlusconi, Salvini e Meloni. Così il capo politico del M5S sembra aver fretta di imporre i temi del contratto cari al proprio elettorato.

"Il reddito di cittadinanza sarà rivolto agli italiani", ha quindi precisato Di Maio a Radio Anch'io su RadioRai, dopo che Tria - pungolato da FdI - aveva rivelato che il reddito minimo sarebbe andato anche agli stranieri. "Abbiamo corretto la proposta di legge anni fa, è singolare che torni in auge", ha sottolineato oggi il ministro del Lavoro, "Certamente con i flussi migratori irregolari che ci sono oggi è impossibile fare il reddito di cittadinanza senza sapere qual è la platea ed è ovvio che si deve restringere ai cittadini italiani. La prima forma della proposta era molto vaga, è stata corretta nel 2016".

Pure il vicepremier Matteo Salvini rimanda al mittente l’allargamento del reddito di cittadinanza agli stranieri: «Sono sicuro che gli amici dei Cinque Stelle garantiranno che ad usufruire del reddito di cittadinanza saranno solo e soltanto gli italiani». Così come «è scritto chiaramente nel contratto di governo», affonda il leghista Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera. «Le parole di Tria sono state male interpretate - spiega -: ha solo citato un vecchio disegno di legge del M5S, superato poi dall’intesa raggiunta nel contratto di governo». Resta però che sul merito della proposta anche l’Ocse è perplesso. Secondo la capo economista Laurence Boone, «il progetto deve essere mirato» per aiutare le persone colpite dalla crisi sotto forma di «misure contro la povertà», perché «un reddito universale diretto a tutti sarebbe molto costoso» e generico. Replica il premier, Giuseppe Conte: «Non raccoglierei le polemiche, l’Ocse fa le sue valutazioni, ma non mi sembrano supportate dai fatti».

Il vertice del centrodestra, con la ricucitura dei rapporti tra il leader del Carroccio e quello di Forza Italia, ha alimentato i sospetti dei 5 stelle circa le reali intenzioni di Salvini rispetto alla durata del governo. Poi, quando la Lega ha riunito i suoi sottosegretari a casa del vicepremier e ha messo a punto le proposte per la manovra, tutte centrate sulla flat tax e su «quota 100» per le pensioni, tralasciando invece il reddito di cittadinanza, è trapelata l’irritazione dei 5 stelle. Anche perché la situazione è oggettivamente complicata. Mentre l’Ocse ha rivisto al ribasso le stime di crescita e ha chiesto al governo di non smontare la riforma Fornero (prendendosi la reprimenda di Luigi Di Maio: «L’Ocse non interferisca) Tria, sempre alla Camera, ha confermato la sua linea: la legge di Bilancio rispetterà i vincoli sul deficit e sul debito e quindi le misure previste dal programma di governo saranno introdotte con «gradualità».

Ma un retroscena raccontato dal Corriere parla di un diktat ben più duro. "Fare deficit, punto", ripeterebbe Di Maio ai tecnici del Mef, considerando pretesti i dubbi sollevati da Tria. Vertici e parlamentari M5S si affrettano a smentire la volontò di cambiare le poltrone del Tesoro. Ma promettono in ogni caso battaglia in Aula: "Il Movimento non intende arretrare nemmeno di un millimetro", è il motto.

Intanto a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte ha incontrato Tria, il sottosegretario Giorgetti e i ministri Fraccaro, Moavero e Savona, oltre ai viceministri Castelli e Garavaglia per parlare della manovra. Assente proprio Di Maio, ancora impegnato nella sua missione in Cina.

Intanto Andrea Muratore scrive al quotidiano il Giornale come la Germania non rispetta le regole e fa la morale sull' italia e sul Euro :  La Germania che non rispetta le regole: la doppia morale su Italia e euro ....

Scrive il collega : La fase della scrittura della legge di bilancio è da tempo la più critica per qualsiasi esecutivo italiano, specie per l’attuale che si trova sotto osservazione speciale da parte delle istituzioni politiche e finanziarie dell’Unione europea. Lega, M5S e ministri “terzi” duellano sul deficit, sulle scelte di politica economica, sui decimali, ma il punto centrale è che nel discorso economico non è prioritaria, come dovrebbe essere nella prassi di un governo che si autodefinisce “di cambiamento” e nella logica di una politica coraggiosa, una focalizzazione sugli obiettivi, i traguardi di crescita auspicati, bensì la fa da padrone l’oramai noto discorso sui vincoli.

Su quelle regole che l’Italia si troverebbe costretta a dover seguire per correggere dei suoi vizi atavici: prima fra tutte la soglia, religiosa prima ancora che politica, del 3% nel rapporto deficit/Pil. Il discorso sulla responsabilità, sulla necessità di adattarsi alle regole scritte nei trattati europei e sulla tendenza italiana a dover necessariamente usufruire del “vincolo esterno” per adattarsi ad esse ritorna, con costanza, nella pubblicistica italiana. Vogliamo, in questo contesto, proporre una visione più ordinata e chiara di queste dinamiche: anziché essere accusati dalle regole, osservare i loro problemi e capire che per l’Italia è vitale spingere per dei cambiamenti e, al tempo stesso, ricordare come esse siano funzionali, principalmente, a un ben noto partner europeo dell’Italia, la Germania. Che in molti campi è tutto fuorché virtuosa.

Giunge come una boccata d’aria fresca nella pubblicistica economica il recente saggio dell’economista Sergio Cesaratto, Chi non rispetta le regole, che indaga in maniera precisa le doppie morali insite nella costruzione europea e nell’approccio rigoroso all’economia mainstream.

Cesaratto, secondo il quotidiano Il Giornale è bene premetterlo, non nega i limiti insiti nel “sistema Paese” Italia, primo fra tutti la scarsità di capitale sociale, ma denuncia con forza il fatto che la Germania abbia, per anni, predicato nei consessi europei il rigoroso rispetto dei vincoli di bilancio, i tagli alla spesa pubblica e le politiche di austerità, ma al tempo stesso abbia costruito un modello economico fondato sulle esportazioni “incompatibile con le regole del gioco  fondamentalmente basato sulla trasgressione” dei principi fondanti dell’Unione.

L’idea di fare dell’Europa una politeia (comunità) e non un progetto meramente economicista appare ambiziosa e andrebbe nell’interesse dell’Italia, perché indirizzerebbe le regole comunitarie verso una reale riformulazione democratica. Difficile che a Berlino possano gradire e dare luce verde al piano di Savona. Ma libri come quello di Cesaratto ci insegnano che dietro ogni volontà di preservazione dello status quo ci sono interessi ben individuabili e facenti capo alla Germania. Spiace vedere certe correnti di pensiero predominanti anche in un Paese come l’Italia che senza cambiamenti sostanziali continuerà a dibattersi nelle difficoltà.

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Secondo il Professore Antonio Maria Rinaldi “il concetto di “moneta generale” espresso da Funk, si sposa perfettamente con l’idea della creazione di una area valutaria da imporre al Continente con funzione aggregatrice per effetto della forza delle regole poste a suo supporto”.

'La pace fiscale si farà: è imprescindibile. Così come, con gradualità, attueremo flat tax, reddito di cittadinanza e riforma della legge Fornero'.
Intervista a tutto campo in apertura di prima pagina a La Verità del premier Giuseppe Conte, che sul crollo di Genova fa sapere che si chiederà ad Autostrade di anticipare i soldi, 'e poi la ricostruzione avverrà a prescindere dal loro intervento'. E sulle tensioni nella maggioranza, in vista della manovra, evidenzia di 'non aver mai visto vacillare' il ministro Tria

Il leader M5S, Luigi Di Maio, non allenta il pressing sul ministro dell'Economia, Giovanni Tria, sulla manovra: "Nessuno ha chiesto le sue dimissioni, ma pretendo che il ministro dell'Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà", afferma all'ansa il vicepremier prima di partire per la sua missione in Cina.

"Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare - ha insistito -, lo Stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare. Lo Stato è già in ritardo di 20 anni, ci sono famiglie italiane con figli in momentanea difficoltà, giovani senza lavoro, pensionati che con 500 euro non mangiano. Iniziamo a dare i soldi a loro. Poi semmai ci porremo il problema che non ci sono i soldi per dare stipendi a chi guadagna centinaia di migliaia di euro", dice ancora Di Maio.

"Abbattere il debito pubblico è un impegno che prendiamo, ma una legge di bilancio non si fa per ridurre il debito ma per cominciare ad avviare iniziative importanti, mantenere le promesse e migliorare la qualità della vita degli italiani". Così il vicepremier a Dimartedì su La7. "Questa legge di bilancio manterrà le promesse, superare la Fornero, reddito cittadinanza, flat tax" e una parte delle risorse arriverà dal "taglio degli sprechi, ce ne sono tantissimi, il bilancio è pieno di sprechi".  Le risorse per la manovra saranno reperite con le "tagli alle spese ma anche facendo deficit: non serve superare il 3%. L'obiettivo e' soddisfare le richieste degli italiani. Si fa tagliando gli sprechi e altre risorse arriveranno dalla crescita economica" ha precisato Di Maio a Dimartedì. "Abbiamo bisogno di prendere un po' di soldi dal deficit poi li ridaremo con la crescita", ha detto. 

Il vicepremier M5s è netto anche nei rapporti con Matteo Salvini. "Si gioca ad evidenziare cose sulle quali io e Salvini non siamo d'accordo. Se si vuole fare il giochino di provare a dividerci si faccia pure. Ma per ora questo e' un governo compatto".  Con la Lega insiste Di Maio "noi ci capiamo sui fatti, abbiamo fatto una riunione e la settimana prossima presentiamo una proposta di legge costituzionale per tagliare 345 parlamentari" con "100 milioni di euro di risparmi l'anno". E tende a ribadire la sintonia nel governo anche Matteo Salvini sempre a DiMartedì:"Io e Di Maio ormai siamo una coppia di fatto". 

E i ricorsi non spaventano certo il governo. ""Hanno avuto il fegato di fare i ricorsi. Gli tagliamo il vitalizio e gli lasciamo la pensione e hanno il coraggio di fare i ricorsi. Li facciano. Non mi spaventano". La stessa cosa vale per Autostrade. C'e' una legge che dice che nominiamo un commissario alla ricostruzione con poteri sostitutivi. Possiamo far ricostruire il ponte a chi lo ha fatto crollare? Non ci siamo accaniti con Autostrade per una ragione qualsiasi ma per un grave inadempimento. Se hanno il coraggio di fare ricorso lo facciano'

L'Italia, con il pressing del premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, insiste nel chiedere "una risposta europea" alla gestione dei flussi migratori del Mediterraneo. Ma perché questa risposta arrivi, se arriverà, bisogna aspettare ancora. Di certo nulla di decisivo - né sulla questione dei porti di sbarco delle missioni europee, né sulla riforma del regolamento di Dublino sull'asilo - arriverà dal vertice informale dei leader dell'Ue in programma oggi e domani a Salisburgo. Un appuntamento cui gli Stati del Vecchio Continente arrivano ancora una volta divisi.

Delle questioni sul tavolo Conte ha parlato con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, il cui Paese ha fino a dicembre la presidenza di turno dell'Unione. Kurz, dopo avere incontrato Merkel e Macron, è sceso a Roma come ultima tappa del suo tour organizzato per tastare il polso alle capitali in vista del vertice. "Se non vogliamo un altro caso Diciotti abbiamo bisogno di una risposta europea", lo ha incalzato Conte. Che all'austriaco ha anche ribadito la posizione fortemente contraria dell'Italia su un'altra questione: quella dei doppi passaporti che Vienna vorrebbe per i cittadini altoatesini di lingua tedesca e ladina. 

Quanto alle migrazioni, il premier ha ribadito la richiesta di più investimenti in Nord Africa e di rivedere le missioni europee, per far sì che anche i porti di altri Paesi rivieraschi siano coinvolti negli sbarchi. Kurz ha sottolineato ancora una volta la necessità di rafforzare quanto prima Frontex, l'agenzia Ue per il controllo delle frontiere, come propone la Commissione europea, anche se l'idea ha già suscitato perplessità in vari Stati membri. Nel blocco dei Paesi Visegrad, ad esempio. Nel mirino delle critiche c'è sia il rafforzamento del mandato dell'agenzia perché svolga compiti all'interno dei Paesi, sia il fatto di destinarle più finanziamenti. "Meglio dare i fondi direttamente agli Stati", ha già fatto sapere ad esempio la Repubblica Ceca.

I capi di Stato e di governo dell'Ue parleranno del punto specifico di Frontex in una discussione ad hoc giovedì durante il vertice in Austria. Gli altri dossier relativi al nodo delle migrazioni saranno invece affrontati già domani a cena. Ma secondo fonti europee non c'è da attendersi alcuna svolta o passo in avanti. L'unica speranza, a Bruxelles, è quantomeno raggiungere un risultato minimo: recuperare un "clima costruttivo", come chiede il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Che ammonisce: la crisi rimarrà "irrisolvibile" finché ci sarà qualcuno che non vuole risolverla e che di fatto "la usa" per i propri tornaconti di consenso. 

Nei palazzi delle istituzioni europee, è palpabile il fastidio nei confronti di certe prese di posizioni muscolari contro l'Ue. Che il clima non sia dei migliori per una soluzione condivisa lo ammette anche il ministro degli Esteri Moavero, volato a Bruxelles per una riunione del Consiglio Affari generali. Sui migranti, dice, "siamo molto divisi, anche aspramente. Ma si tratta di una questione reale, politica e concreta, con un'incidenza sui flussi elettorali". Un tema, insomma, su cui potrebbe giocarsi una buona fetta di campagna elettorale per le europee in calendario la primavera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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