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Legalità: presentata prima "Biennale della cittadinanza attiva"

biennale

"Partecipare, lavorare insieme con spirito collaborazione e con efficienza per ottenere risultati che contribuiscano alla progetto di cambiamento della città, obiettivo che può essere raggiunto solo con il contributo di tutti, combattendo quella cultura dell'illegalità diffusa che per tanti anni è stata abbondantemente abbeverata e nutrita".

Così il sindaco di Catania Enzo Bianco ha tratteggiato la filosofia della "Biennale della cittadinanza attiva", presentando  nella Sala Giunta di Palazzo degli elefanti, con l'assessore Rosario D'Agata e il presidente del Comitato omonimo, Renato D'Amico, la  prima edizione della manifestazione che si svolgerà dal sette al nove aprile nel Palazzo della Cultura. Al centro di tutto sta il concetto din partecipazione e quello di patrimonio comunitario come insieme di risorse materiali e immateriali che alimentano l'identità locale, in un'azione permanente di custodia e rigenerazione della sua memoria collettiva, sino a comporre quell'idea di bene comune che deve guidare i processi di sviluppo.

"Neanche - ha detto Bianco - la migliore squadra amministrativa del mondo può riuscire nell'impresa di cambiare da sola una città. Occorre dunque la collaborazione di tutta la cittadinanza attiva. Catania ha la capacità di creare gli anticorpi contro l'illegalità. Se ci sentiamo tutti partecipi, se ci sentiamo la città affidata a noi, allora si posso mettere in campo tante grandi iniziative partecipate".

Il Sindaco ha citato come esempio di collaborazione tra cittadini e amministratori il Lungomare Liberato, partito da una proposta fatta da un gruppo di ciclisti e diventato uno dei momenti vissuti con maggiore partecipazione dai Catanesi. Il meccanismo che si intende promuovere è infatti quello che parte da uno stimolo dei cittadini per influenzare le procedure delle istituzioni e favorire un cambiamento "endogeno e dal basso" all'interno della comunità nella prospettiva di processi virtuosi di sviluppo. L'azione partecipativa va oltre il veicolare voci, proposte, esigenze nate all'interno della comunità.

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La  prima edizione della "Biennale della cittadinanza attiva" nasce per iniziativa di un gruppo di Associazioni (Actionaid, Gruppo Locale di Catania, ANPE, CittadinanzAttiva Sicilia Onlus, Gruppo IdeaAzioni, Fondazione Èbbene, Inspire, Officine culturali) che si sono costituite in Comitato Promotore, e del Cedoc (Centro di ricerca dell'Università degli Studi di Catania) in partenariato con l'Amministrazione comunale di Catania. Nel corso dell'incontro in Sala Giunta è stato anche firmato il protocollo d'intesa tra Comune di Catania e il Comitato Promotore della Biennale, costituito da settanta associazioni catanesi.

E l'assessore alla Legalità Rosario D'Agata ha sottolineato proprio il fatto che si sia riusciti a unire questo gran numero di associazioni "in un momento di partecipazione che coinvolge i cittadini nella partecipazione democratica su diversi temi specifici, grazie anche alla presenza di illustri personaggi del mondo accademico e non solo che daranno il loro contributo".

"Ci siamo incontrati con una serie di associazioni virtuose - ha aggiunto D'Amico - e abbiamo presentato al Comune, che ha avuto la sensibilità di accettarlo, questo progetto che non si concluderà con la manifestazione dei prossimi giorni,  ma che ha l'obiettivo di stimolare il senso di appartenenza a un comunità e il senso di responsabilità".

D'Agata ha aggiunto che la "Biennale" intende sviluppare e diffondere un'idea di cittadinanza intesa come la condizione non soltanto dell'essere cittadini titolari di diritti e doveri, bensì, soprattutto, dell'agire da cittadini. Una declinazione dinamica, dunque, che punta sulla possibilità e sulla capacità dei cittadini, sia a titolo individuale che in forma organizzata, di incidere direttamente sulla vita della comunità d'appartenenza evitando la delega passiva e progettando con responsabilità in funzione dei bisogni personali e collettivi. Cittadinanza attiva, dunque, è stato sottolineato nel corso dell'incontro, come partecipazione consapevole e responsabile fondata sul senso (e sull'orgoglio) dell'appartenenza a una comunità.

Nelle tre giornate della Biennale ci si occuperà del ruolo delle istituzioni pubbliche, chiamate a recuperare il loro ruolo di custode del bene comune ridefinendolo come guida non autoritaria né esclusiva bensì autorevole e inclusiva nel quadro di un progetto complessivo di sviluppo integrato e di un sistema di regole e procedure che ne consentano il pieno esercizio.

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