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Quei falchi dell'UE che bacchettano l'Italia

C'è una minoranza che, con i suoi atteggiamenti autoritari, rischia di mettere in crisi l’Unione Europea..

E il paradosso è che questa minoranza fa parte della stessa Unione Europea. Sono i cosiddetti "falchi", quei commissari il cui unico lavoro sembra quello di attaccare l'Italia o di salire in cattedra per impartire lezioni non richieste o peggio ancora per minacciare governi democraticamente eletti da un pulpito che non ha ricevuto alcun consenso popolare. Prima o poi a Bruxelles e Strasburgo qualcuno si renderà conto dei loro danni? Al momento sembra di no, mentre è indubbio che le critiche nell'ultimo periodo siano aumentate esponenzialmente.

Adesso si annovera anche lo slovacco Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione Ue nonché candidato di punta nel Gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) in vista delle europee per guidare l'esecutivo dell'Unione

Commentando all'Ansa la situazione politica in Italia e l'affermazione della Lega di Matteo Salvini ha tuonato: "Sono stato molte volte in Italia e sono sempre rimasto impressionato di quanto questo grande ed importante Paese europeo sia onestamente pro-Ue. Per noi è davvero una situazione nuova. Dobbiamo assicurarci che in futuro l'Italia torni a essere di nuovo il grande Paese del G7 fortemente pro-Ue". E poi ha aggiunto: "Siamo tutti preoccupati".

A rincarare la dose poi l'attacco ai populisti che fanno "false promesse" e "giocano con il fuoco per distruggere la nostra cooperazione europea e il nostro sogno europeo".

La risposta del ministro dell'Interno è arrivata a stretto giro di posta. "Ennesimo attacco dell'Europa all'Italia, alla Lega e al governo. Adesso si interessano a noi, ma per anni gli euroburocrati hanno ignorato le richieste d'aiuto del nostro Paese per fermare gli sbarchi e ci hanno rifilato 700mila immigrati. Farebbero meglio a chiedere scusa e a tacere", ha ribattuto Salvini.

Secondo il quotidiano il Giornale l'ultima, in ordine di arrivo, è arrivata dalla bocca del commissario europeo agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici. "L'Italia è un problema per la zona dell'euro", ha sentenziato. Non contento poi ha rincarato la dose: "Nella nuova Europa sovranista non c'è un Hitler ma tanti piccoli Mussolini".

Da un francese, si passa poi a un tedesco. Günter Oettinger, commissario europeo, ha più volte tuonato contro l'Italia. Prima ha sciorinato la sua particolare lezione finanziaria: "I mercati insegneranno (poi corretto dal giornalista che lo ha intervistato in "indurranno") agli italiani a votare nella maniera giusta". 

Poi ha minacciato: "Mettiamo in guardia Roma contro il mescolare questioni di politica migratoria con il Bilancio della Ue". Ieri ha tuonato ancora: "Vogliamo che l'Italia rispetti il criterio del 3%. Per quanto riguarda il debito, il criterio è il 60%, condiviso da tutti i Paesi che hanno firmato per essere nell'euro. In Italia siete al 133%, non è più tollerabile, ritengo che il 120% debba essere il limite massimo. Chiaramente spetta a voi deciderlo, ma non è una buona idea passare al 140%, la responsabilità è vostra. La strategia del bilancio italiano è una strategia del governo e del Parlamento, ma penso che la vostra sia una strada sbagliata". 

Infine Oettinger ha bacchettato l'Italia anche per quanto riguarda il settore dell'automotive: "Serve sfruttare la maggiore capacità produttiva italiana, nel vostro Paese avete la capacità di produrre 2 milioni di autovetture all'anno, ma ne fate 500 mila, non è colpa della Commissione europea. Cosa fate voi per portare la produzione automobilistica in Italia? Non è colpa dell'Europa se il cuore della produzione di automobili è passato da Torino a Detroit".

Nella lista non può mancare il falco Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione europea, che nel maggio scorso avvertiva: "La Commissione, naturalmente, non vuole interferire nelle discussioni in corso attualmente sul governo in Italia, ma noi ci apettiamo di collaborare molto strettamente con un governo stabile, qualunque sia, la Commissione è guardiana dei trattati e deve essere sicura che tutti capiscano i loro impegni; e abbiamo tutte le ragioni di credere che l’Italia continuerà a rispettare i suoi impegni di bilancio ed econimici anche in futuro”.

Stesso pensiero espresso dal vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis: "Nell’approccio alla formazione del nuovo governo e nell’approccio alla stabilità finanziaria l’Italia deve mantenere la rotta degli ultimi anni riducendo gradualmente il deficit e il debito. La Commissione europea in linea di principio non interferisce con le politiche nazionali ma per noi è importante che il nuovo governo italiano conduca una politica di bilancio ragionevole", perché "l'Italia ha il più alto debito pubblico nell'area dell'euro dopo la Grecia".

Il commissario europeo per migrazioni, affari interni e cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, si è "limitato" invece all'auspicio: "Speriamo che col nuovo governo in Italia non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria". Naturalmente anche Juncker ha alzato il ditino. “Amo profondamente la bella Italia (lo ha detto in italiano, ndr), ma non accetterò più che ogni cosa che va male nel Mezzogiorno sia spiegato con il fatto che l’Ue o la Commissione europea non farebbero abbastanza. Gli italiani devono occuparsi delle regioni più povere dell’Italia: il che significa più lavoro, meno corruzione e serietà". Prediche, moniti, istruzioni, minacce, ingerenze: ma sicuri che questi falchi vogliano il bene dell'Europa? Perché così facendo non fanno altro che alimentare una certa idiosincrasia degli elettori nei confronti di un'istituzione già piena di difetti

E pure i risultati ci sono oltre 4mila persone premono ai valichi tra Bosnia e Croazia e alla spicciolata arrivano fino al Belpaese. Intercettare passeur e clandestini su 232 km di confine non è cosa facile. Per questo in piena estate il Viminale decise di inviare rinforzi al Fvg per un presidio provvisorio e straordinario, sperimentazione poi ripetuta a fine agosto e diventata permanente a metà settembre. Non una cosa di poco conto.

Oggi, come in passato, all’opera ci sono la polizia di Frontiera, la Polfer, la Stradale, i carabinieri e la Guardia di finanza. A questi, fa sapere la questura triestina, il ministero dell'Interno ha aggiunto circa 20 agenti del reparto mobile e del reparto prevenzione crimini di Padova (che si occupano di controllare l'area limitrofa ai valichi). Inoltre, Fedriga ha messo in campo pure il corpo forestale, con 23 effettivi impiegati per "segnalare presenze anomale sul territorio e comunicare in tempo reale con le Forze dell'Ordine”. Basterà?

Non è detto. Ma i primi risultati già si vedono. Ad agosto i dati diffusi dal Viminale dimostrarono che l'aumento dei pattugliamenti aveva portato aal aresto di quattro passeur, a 33 denunce, 13 espulsioni di cittadini stranieri e alla denuncia di 24 cittadini kosovari (presunti fiancheggiatori di un'organizzazione impegnata a far entrare stranieri dal Kosovo).

Fonti qualificate del Giornale.it al confine tra Slovenia e Italia fanno  notare che per chiudere tutti i buchi dello scolapasta occorrerebbero maggiori risorse. Soprattutto ai valichi più piccoli e meno controllati. I migranti infatti si stanno adeguando: vengono accompagnati fino ai sentieri sloveni e poi camminano a piedi a gruppi di 10-20 persone. “Se ne stanno tutti in fila e scavalcano la frontiera in silenzio”, ci spiega chi più volte si è trovato di fronte all'esodo.

I nostri agenti fanno il possibile. E spesso lo fanno bene: le operazioni portate a termine nei giorni scorsi lo dimostrano ampiamente. Mercoledì scorso uno degli interventi più difficili: è il tardo pomeriggio quando un’auto non si ferma all’alt degli agenti e ne nasce un assurdo inseguimento. “È partito da Pesek ed è finito a Cervignano del Friuli attraversando le province di Trieste, Gorizia e Udine – spiega un agente a IlGiornale.it - L'auto ha rischiato in più occasioni di provocare stragi! Ha passato centri abitati a velocità superiori ai 130 km orari. Ha percorso tratte autostradali facendo manovre folli e imboccando svincoli in contromano”. Quasi 75 km di tallonamento messo a segno dai poliziotti del reparto prevenzione crimine veneto, che non si sono tirati indietro nonostante i rischi.

Alla guida del mezzo c’era un pakistano (arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lesioni aggravate) con a bordo 4 clandestini iraniani (presi in carico dall’ufficio immigrazione). Il passeur – spiega ancora la fonte - “era stato già arrestato per lo stesso reato poco tempo fa” e ha pure tentato di reagire al fermo. Venerdì mattina, invece, i due reparti padovani inviati da Salvini hanno fermato un altro passeur che traghettava 12 clandestini su un furgoncino. "Da quando c'è lui al ministero - sussurra un agente - notiamo la differenza. Sì fa quello che c'era da fare anni prima. E anche i cittadini lo notano: basta andare a prendere un caffè nei bar della zona che subito ci dicono 'ah voi siete quelli mandati da Salvini'".

Intanto come da decreto è previsto che il commissario sia nominato con decreto del presidente del Consiglio entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto per Genova. Alto, bello, biondo, occhi blu? Vediamo, aspettiamo ancora". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo intervento alla 68 esima sessione del Comitato Regionale per l'Europa dell'Oms, in corso a Roma.  "Non abbiamo ancora l'identikit preciso ma sarà sicuramente colui che ci garantirà di realizzare il ponte quanto prima: ci interessa il risultato". “Vogliamo stare vicino ai nostri medici e professionisti che sono eccellenze mondiali e rimettere al centro il merito e la trasparenza: il nome di Li Bassi per l’Agenzia del farmaco è un segnale chiaro perché parliamo di uno di quei cervelli in fuga che vogliamo riportare a casa.   Lavoreremo - dice ancora Conte - per colmare le disuguaglianze nell'accesso al sistema sanitario e contrastare la povertà e le forme di emarginazione sociale. Misure come il reddito di cittadinanza che il governo si è impegnato a varare, potranno essere utili per reagire a questo". 

"L'Italia sottolinea Conte - è seconda in Europa per aspettativa di vita: qui si vive di più, siamo il paese della bella vita. E noi vogliamo rilanciare e preservare il sistema sanitario perché il diritto alla salute garantito a tutti resti un pilastro del nostro vivere comune. Sosteniamo l'obiettivo della copertura sanitaria universale come obiettivo dell'Oms. Il diritto a essere curati è da garantire a tutti. Questo ci impegna a lavorare intensamente e non a caso anche nel contratto di governo è puntualmente  precisato che e prioritario tutelare l'attuale modello di gestione del servizio sanitario nazionale, salvaguardando lo stato di salute del Paese, con uniformità dei livelli essenziali di assistenza", aggiunge il premier. "Uno dei primi passi è l'adozione di un piano nazionale della cronicità e un piano nazionale della prevenzione, di portata quinquennale", sottolinea.

"Il mio impegno - ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo - è produrre interventi concreti: finora la sanità in Italia ha subito molti tagli e la mappa della salute nel nostro paese è piena di luci e ombre e le diseguaglianze sono troppe; tuttavia il nostro sistema sanitario nazionale con un modello universalistico resta un punto di riferimento per tutto il mondo". Lo ha affermato il ministro della Salute, Giulia Grillo, nel suo intervento in occasione dell'apertura della 68/ma riunione del comitato regionale dell'Oms Europa, per la prima volta a Roma. All'avvio dei lavori è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il diritto alla salute, ha detto il ministro, "è per tutti i cittadini, indipendentemente dal reddito o alla carta d'identità di provenienza". Grillo ha quindi ribadito "l'impegno dell'Italia a essere un soggetto attivo nelle politiche sanitarie a fianco dell'Organizzazione Mondiale della Sanità: l'Ue - ha detto - non è un'idea astratta ma un impegno quotidiano e pragmatico".

 

 

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