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Per il documento preparatorio del Sinodo il matrimonio è tra un uomo e una donna

Sul tema controverso della riammissione alla comunione per i divorziati risposati civilmente, è emerso "un comune accordo sulla ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale
Lo afferma il documento preparatorio del prossimo Sinodo, redatto sulla base delle risposte dei fedeli di tutto ad un nuovo questionario voluto da Papa Francesco dopo l’Assemblea Straordinaria dello scorso ottobre che aveva lasciato aperto questo tema. Questa formulazione prevede però due ipotesi, subordinate e contrapposte, che debbono essere valutate e votate dal Sinodo.

Il testo fotografa comunque una serie di differenze di posizioni su tale accordo, e la divisione tra chi vorrebbe l'ammissione ai sacramenti e chi no. "L'eventuale accesso ai sacramenti - si legge nel testo che sarà la base della discussione dei vescovi nel sinodo d'autunno - dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del vescovo diocesano", e "va ancor approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostante attenuanti, dato che - afferma il testo citando il canone 1735 del Catechismo della Chiesa cattolica - 'l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate' da diversi 'fattori psichici oppure sociali'".

La "via ortodossa" alla quale "alcuni fanno riferimento" nel cercare una soluzione pastorale per i divorziati risposati, comunque "deve tenere conto della diversità di concezione teologica delle nozze". E si tratta di una via che non mette "in discussione l'ideale della monogamia assoluta, ovvero dell'unicità del matrimonio". Lo sottolinea l'Instumentum laboris per il sinodo d'autunno sulla famiglia, a proposito di una delle ipotesi avanzate anche nella precedente sessione del sinodo. "Nell'Ortodossia - argomenta il testo preparatorio per il sinodo sulla famiglia del prossimo autunno - c'è la tendenza a ricondurre la prassi di benedire le seconde unioni alla nozione di 'economia (oikonomia), intesa come condiscendenza pastorale nei confronti dei matrimoni falliti, senza mettere in discussione l'ideale della monogamia assoluta, ovvero dell'unicità del matrimonio. Questa benedizione - prosegue l'Instrumentum laboris all'articolo 129 - è di per sé una celebrazione penitenziale per invocare la grazia dello Spirito Santo, affinché sani la debolezza umana e riconduca i penitenti alla comunione con la Chiesa".

La prima è che il cammino penitenziale accanto alla "presa di coscienza del fallimento e delle ferite da esso prodotte, e dunque al pentimento, sia accompagnato dalla verifica dell’eventuale nullità del matrimonio", che risolverebbe il problema nei singoli casi, qualora vi fossero le condizioni per l’annullamento. Se queste condizioni non vi sono il cammino penitenziale dovrebbe semplicemnete portare "all’impegno alla comunione spirituale e - come già previsto dalle non molto applicate norme canoniche vigenti - alla decisione di vivere (il secondo matrimonio) in continenza". La seconda e più realistica ipotesi riguarda invece la possibilità che il cammino penitenziale "sotto la responsabilità del vescovo diocesano" porti all’accesso ai sacramenti con l’aiuto di "un presbitero a ciò deputato".

Sarebbe necessario dunque raggiungere "un giudizio onesto sulla propria condizione, in cui anche lo stesso presbitero possa maturare una sua valutazione per poter far uso della potestà di legare e di sciogliere in modo adeguato alla situazione». In concreto l’ipotesi è quella di "un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari, ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste". Il documento preparatorio del Sinodo ammette che "va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che
l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate da diversi fattori psichici oppure sociali".

Poi il Sinodo ha affrontato il tema dei gay: "Per le famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale e per le famiglie di persone con tendenza omosessuale, sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una speciale
attenzione al loro accompagnamento". E ancora: "È del tutto inaccettabile che i pastori della Chiesa subiscano pressioni in questa materia e gli organismi internazionali condizionino aiuti finanziari ai paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il ’matrimoniò fra persone dello stesso sesso".

"Includere le famiglie, in particolare la presenza femminile, nella formazione sacerdotale": "la presenza dei laici e delle famiglie anche nella realtà del seminario è segnalata come benefica, perché i candidati al sacerdozio comprendano il valore della comunione tra le diverse vocazioni"afferma il testo preparatorio per il sinodo d'autunno sulla famiglia, analizzando il ruolo della famiglia nella formazione della persona e dei giovani.

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