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Incontro con Franco Piol in scena con lo spettacolo “Chiarimenti allo sportello”

Piol

Il “Gruppo del Sole”, in collaborazione con l’Associazione Culturale “JONGLAR” di Roma ed il Teatro Tor Bella Monaca, il prossimo 17 aprile 2015 presenteranno la prima dello spettacolo teatrale “Chiarimenti allo sportello”presso il Teatro “Tor Bella Monaca” – Via Bruno Cirino (Roma), che verrà replicato anche nei giorni 18 e 19 aprile, per dare la possibilità di assistere a questo interessante evento ad un più largo numero di spettatori.

Per l’occasione, ho incontrato lo scrittore e poeta Franco Piol, anche autore e regista teatrale di lunga esperienza, da sempre motivato da un profondo interesse verso ogni attività di carattere umanistico. Negli anni ’70 ha fondato il “Gruppo del Sole”, che lo vede impegnato nella realizzazione di testi teatrali, laboratori di animazione per bambini e pubblicazioni, sapientemente rivolti al delicato e sorprendente universo dell’infanzia.

Egli è presente nel mondo editoriale italiano con libri di poesie e racconti, costantemente accolti con entusiasmo dalla critica e dal pubblico.

Franco Piol stavolta si rivolge alla platea romana, proponendosi nell’inedita veste di autore ed interprete, con “Chiarimenti allo sportello”: un testo nel quale il protagonista Alvise, un uomo burbero e severo, soprattutto con se stesso, si pone dinanzi ad interrogativi, attraverso una difficile analisi introspettiva, densa di contraddizioni e con risvolti spesso autopunitivi.

Da questa indagine, la presa di coscienza di non aver mai vissuto appieno la sua vita, desistendo a prescindere nel perseguire la realizzazione dei suoi sogni, come in un percorso obbligato da una strada già tracciata e, soprattutto, rinunciando al suo unico grande amore, Maria.

Nella rappresentazione di questo monologo appare palpabile la volontà di coniugare i canoni della struttura teatrale e cinematografica a quelli lirici della poesia, in una felice commistione che attraversa tutto lo spettacolo, regalando spunti di riflessione, emozioni e suggestioni.

Quindi, con questo lavoro teatrale, il “Gruppo del Sole” ritorna sulle scene proponendo un inedito percorso artistico di ricerca, nel quale si da spazio a nuove collaborazioni, allo scopo di porre a confronto le varie modalità espressive, accomunate fra loro da un percettibile filo conduttore.

Durante le prove del vostro spettacolo ho notato, grazie ad un occhio allenato dalla mia esperienza di attrice, una fotografia ed una regia audiovisiva eccellenti. Credo non sia stato sempre semplicissimo lavorare con il proprio figlio. E’ così?

Beh, devo ammetterlo, meno problematica di quanto uno si aspetti. La larga intesa con mio figlio, però, si è formata con il tempo ed è nata sin dai primi laboratori teatrali e da tanto cinema visto insieme. “Lui,” praticamente, oggi è il nostro insostituibile archivio di immagini cinematografiche e il serbatoio creativo nell’ambito fotografico. Se una difficoltà esiste, essa si riferisce soprattutto ai “tempi di esecuzione,” caratteristica propria delle ultime generazioni: operare sempre in tempi stretti e all’ultimo momento. A me fuma il cervello! Tuttavia, alla fine “loro” risolvono sempre, ma quanta adrenalina!!!

Cosa mi dici della preziosa presenza di Paola Rotella, da sempre impegnata nel’ambito culturale nelle vesti di attrice, regista ed autrice di testi?

Paola è una figura importantissima nella storia del “Gruppo del Sole”, una pietra miliare. Poliedrica, dinamica, lucidamente presente in ogni fase e progetti creativi e una preziosissima, (come tu dici), protagonista del panorama culturale romano e non solo.

Vorrei entrare meglio nella storia; chi più di te può raccontarmi la sua sinossi?

L’opera nasce da una bozza di un mio vecchio racconto, datato 1964, riadattata sulla “fisicità” e sulle note caratteriali di Gianfranco Salemi, che avrebbe dovuto interpretarla. Alvise è un vecchio uomo qualunque, senza particolari qualità, che viene richiamato presso degli uffici (comunali?) per un chiarimento sul suo stato civile. Una volta li, il “poveretto” si trova ad affrontare un giovane funzionario, che praticamente lo inquisisce, creandogli una serie dolorosa di vessazioni e difficoltà, mettendo a nudo le sue debolezze e le contraddizioni, fino a farlo letteralmente crollare. E, nel giorno del suo giudizio universale, Alvise cercherà il riscatto, rifugiandosi in Maria, il suo unico e grande amore perduto. Basterà?

La tua struttura caratteriale è diametralmente opposta a quella di Alvise. In che misura è stato difficile interpretare questo complesso personaggio?

La prima vera difficoltà nasce proprio dall’essere “regista” e non attore, per giunta a teatro. Ma, per amore di esso tutto si fa… Per fortuna c’è Paola, con i suoi suggerimenti, le sue trovate sceniche e tutta la sua sapienza artistica e professionale, a tentare di fare il miracolo. Riusciranno i nostri eroi…

Il tuo impegno verso il mondo dei bambini è una tematica ricorrente anche nelle tue liriche?

Forse indirettamente, non lo escludo di certo. I temi dell’infanzia ritornano continuamente sotto forma di epifanie, echi, ricordi, rumori, profumi: un arsenale ricco di tanti importanti reperti di memorie di una stagione bella, quella che mi porto sempre caramente dentro. La poesia, comunque, sembra più viaggiarle in parallelo.

Mi vuoi parlare dei tuoi progetti futuri?

E’ una stagione di intensa creatività, insperata, credimi e allora ne approfitto: sto raccogliendo vecchi e nuovi racconti, che spero di pubblicare per il prossimo Natale, sotto il titolo di “Gente del tempo che verrà”. In serbo, (sarebbe più corretto dire “in sala parto”), inoltre, sto maturando di scrivere due favolose storie per ragazzi, dal titolo “Il magico Spolverino” e “Attenti alla littorina di carta”. Tutto questo, senza trascurare, ovviamente, il teatro, magari con una storia su due vecchi malinconici clochard, perché no?!

Per il momento godiamoci questa meravigliosa avventura; le prevendite lasciano ben sperare. La nostra più grande soddisfazione sarà, come sempre, la risposta del pubblico.

 

 

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