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Architettura, a Catania il presidente nazionale della categoria

«Analizzare la comunità degli architetti in tutte le sue declinazioni, nella consapevolezza del ruolo centrale che potrebbero ricoprire nella società e di quello che potranno offrire al territorio instaurando un rapporto collaborativo e attivo con la governance locale». Con questa riflessione del presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori Francesco Miceli si è aperto l’incontro organizzato dall’Ordine, dalla Fondazione e dal CoGA (Coordinamento Giovani Architetti) di Catania e co-organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune etneo. «Gli architetti – ha proseguito Miceli – riflettono da tempo sulla comunità civile, culturale ed economica, affrontando “snodi” importanti della contemporaneità e ragionando sul contributo che possono dare al sistema-Paese. Un Paese che potrà innalzare i suoi standard qualitativi grazie a idee innovative, alla programmazione, a comportamenti etici e azioni concrete che possano (ri)trasformare la vita delle città».

«Non si parla più di strategia istituzionale, ma sociale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Catania Barbara Mirabella – negli anni abbiamo rafforzato la sinergia con l’Ordine, riconoscendone il grande valore sociale e il ruolo di primo piano nell’affrontare i temi della rigenerazione urbanistica. I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono un treno da non perdere, per rivedere le città con una visione globale, nell’ottica della bellezza e della sostenibilità attraverso una progettazione verticale e orizzontale».

«Torniamo a parlare di Architettura e da architetti – ha commentato il presidente dell’Ordine etneo Sebastian Carlo Greco – spesso siamo stati confusi e omologati ad altre figure professionali, ma se vogliamo fare la differenza è necessario smarcarsi dai temi che non ci appartengono, ritrovando la vera identità della professione e agendo in modo concreto con azioni che rispondano ai criteri di innovazione, valorizzazione e visione futura. Dobbiamo contribuire alle scelte della politica e sensibilizzare i cittadini verso una partecipazione attiva, al fine di andare verso il più nobile concetto di “bene comune”». A fargli eco la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno, aggiungendo che «per superare questa situazione in cui ci troviamo come professionisti e architetti, abbiamo bisogno del contributo di ogni singolo architetto e di fare rete con Ordini, Fondazioni e associazioni. Stando uniti porteremo certamente dei risultati, anche per le generazioni e i professionisti del futuro. Architettura è e dev’essere sempre più “cultura”, “benessere, “qualità”».

«Da sempre gli architetti fanno la storia delle città – ha dichiarato il consigliere dell’Ordine di Catania e promotore dell’incontro Andrea Toscano – per questo occorre puntare la lente di ingrandimento sul concetto di responsabilità a cui i professionisti sono legati e spesso distratti dal carattere imprenditoriale del mestiere, a discapito di una necessaria prestazione intellettuale. Non solo – ha proseguito – risulta fondamentale riflettere sulle opportunità della nostra professione e valorizzare la figura dell’architetto, quale risorsa professionale e di valore sociale. Ed è qui che rivestono un ruolo fondamentale la ricerca architettonica, le opportunità culturali e la formazione professionale. Oltre all’attenzione per i giovani, trasmettendo loro il senso di partecipazione e il concetto di sussidiarietà».

Nel corso della giornata si sono susseguiti gli interventi di illustri relatori e il confronto proficuo di una tavola rotonda. A dare un ulteriore senso di comunità l’iniziativa degli Ordini etnei “Padlet wall”, un muro digitale in cui condividere pensieri e iniziative nell’interesse della professione e della collettività.

 

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