Mentre è in corso il pressing sul deficit in vista della manovra il vicepremier Luigi Di Maio ribadisce la compattezza del governo sulle misure da prendere e smentisce l'ipotesi di aumento dell'Iva. "E' una fake news, - dice a Radio 24 - non è assolutamente vero, perché in questo governo non si permetterà ai soldi di uscire dalla porta e entrare dalla finestra, non vogliamo fare il gioco delle tre carte".
"Noi siamo il governo del cambiamento. Se non possiamo cambiare le cose meglio andare a casa", ha detto in mattinata anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro a Agorà, ribadendo che il reddito di cittadinanza sarà "assolutamente" in finanziaria. "Il nostro obbiettivo - spiega - è fare sì che nessuno abbia meno di 780 euro. Se non riusciamo cambiare le cose meglio andare a casa. Ma sono convinto che ce la faremo. Noi non siamo disposti a tirare a campare", conclude.
"La legge di bilancio deve esser amica degli italiani dopo tanti anni di lacrime e sangue se per farlo serve un po' di deficit non dobbiamo avere paura di sforare il 2% a meno che il 2% non sia diventato un tabù, però ce lo dovevamo dire prima", ha ribadito.
Infine una stoccata agli evasori. "Chi evade il fisco - dice Di Maio - il fisco deve andare in galera, sta nel contratto quindi si deve fare". "Siamo tranquillissimi - ha aggiunto - nel gestire la pace fiscale, che non è un condono. La pace fiscale aiuta chi è in difficoltà, il condono aiuta i furbetti. Basta mettere una soglia a misura di persone in difficoltà". Per quanto riguarda la pace fiscale, ha spiegato Di Maio, "tecnicamente si tratta del meccanismo di saldo e stralcio, quindi di una procedura attiva presso la pubblica amministrazione su soldi dichiarati". Si è poi detto "d'accordo che 1 milione di euro sia una soglia troppo alta" e assicurato che "non vedremo scudi fiscali", perché "è chiaro che non vogliamo far rientrare capitali mafiosi o corrotti dall'estero".
"Questo - ha evidenziato il vicepremier - è un governo compatto, che sta mettendo insieme le risorse, che ci sono, per mantenere le promesse fatte agli italiani perché il M5s non ha dimenticato le promesse fatte in campagna elettorale. Siccome i soldi ci sono le cose si possono realizzare: io ho detto che un governo serio trova le risorse, perché sennò è meglio tornare a casa, è inutile tirare a campare". "All'interno del Mef - ha proseguito Di Maio - si stanno tenendo tavoli tecnici da giorni, con parti politiche e tecniche, l'obiettivo è mettere insieme le risorse per fare quello che abbiamo detto: si può fare molto dai tagli, ma se c'è bisogno di un po' deficit per migliorare la vita italiani ricordiamoci sempre che è questo il primo punto, fermo restando il valore dell'incremento del deficit e quello che può succedere a livello di spread e di mercati. E' per questo che non aumentiamo il deficit per regalare bonus, ma per un piano credibile".
Intanto dopo oltre 4 ore di dibattito restano le distanze tra i leader Ue sulla gestione interna dell'immigrazione, mentre i 27 si sono trovati d'accordo sulla necessità di rafforzare il coinvolgimento dei paesi terzi, incluso l'Egitto.
"Sul tavolo c'è l'ipotesi che i Paesi non volenterosi, ovvero quelli che non partecipano in termini di sbarchi o in termini di redistribuzione" dei migranti, "versino un contributo finanziario". A spiegarlo è il premier Giuseppe Conte interpellato dai cronisti in albergo al termine della cena tra i 28 leader Ue, durata oltre 4 ore, e tenutasi al Felsenreitschule di Salisburgo. Nel corso della cena si è parlato quasi esclusivamente di migranti, spiega Conte che, interpellato su un titolo da dare alla riunione sottolinea: "lavori in corso". "Qualcuno tra i Paesi che non accolgono ha già dato disponibilità", spiega Conte.
Successivamente Conte, rispondendo ad una domanda sul contributo economico per i paesi Ue che non accolgono i migranti, ha detto che è stato considerato anche questo, è una possibilità residuale. "L'importante - ha precisato - è che ci sia un'ampia partecipazione al meccanismo di redistribuzione, altrimenti non ha significato".