A nostro modesto avviso, ci sono delle situazioni politiche e sociali che non creano sviluppo per il Mezzogiorno. Vediamo quali sono. In primis, diciamo che, dalla cronaca, risulta che, a causa della normativa della riforma: la “Buona scuola”, si è creato uno sradicamento degli insegnanti del Sud, dal proprio territorio. Ancora, nel Mezzogiorno, in questo periodo, solo un giovane su quattro, ha un lavoro; e ben 200mila laureati sono andati via, negli ultimi 10 anni, per trasferirsi al Nord e all’estero. Poi, c’è un tema attuale: “Più autonomia alle Regioni”, ovvero, il passaggio di molti poteri centrali alle Regioni; questo apporterà benefici solo al Nord d’Italia, mentre nel Mezzogiorno, aumenterà la scarsità di risorse economiche che l’ha sempre contraddistinto. Passiamo ai trasporti. Basta solo ricordare che in Calabria e Sicilia l’alta velocità ferroviaria è solo un miraggio per capire come, anche, sotto questo parametro il Mezzogiorno non sia, al momento, paragonabile ad altre zone del Nord, del Paese. Pertanto, il gap infrastrutturale costituisce, senza dubbio, uno dei maggiori e più antichi fattori del divario tra Nord e Sud. Per quanto riguarda la sicurezza è quasi superfluo sottolineare, che peso ha avuto l’illegalità su alcune fortune del Mezzogiorno. In conclusione, diciamo che, con tutte queste situazioni, la storica “Questione meridionale” continua a far sentire, senza mezzi termini, il suo peso negativo.