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“La Giornata dei Camici Bianchi non sia solo sulla carta, chi pensa davvero alle esigenze reali dei medici come il contratto scaduto da 15 anni?”

Se lo chiede la dott.ssa Carmela De Rango, Segretario Nazionale della CIMOP (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata) sottolineando le mille e più criticità che la professione sta vivendo, in primis il mancato rinnovo contrattuale per i medici della sanità privata da parte di Aiop che ormai ha il sapore della mera discriminazione.

“Certo che siamo soddisfatti per la legge che istituisce questa giornata – osserva - ma oltre alle pacche sulle spalle, che non sono mancate in questo primo anno di Covid, mi aspetto anche fatti concreti. Quale modo migliore di celebrare l'omaggio a medici e personale sanitario per il lavoro e i sacrifici profusi anche in questa drammatica epidemia di una soluzione della questione contrattuale? Faccio appello ai nuovi e ai vecchi ministri del governo Draghi, in modo particolare al responsabile della salute e del lavoro: se davvero vogliono scrivere un nuovo inizio, per il Paese e per le professioni, non possono permettere che vi siano medici di serie A e medici di serie B. Oggi ai medici della sanità privata, in prima fila al 'fronte pandemico', come tutti gli altri, per l'emergenza Covid, va dato un segno concreto. Altrimenti celebrazioni come questa rischiano di essere solo splendide vetrine per negozi ormai vuoti”.

Questo il seminario organizzato dall'istituto di Gestalt “HCC Italy”, scuola di specializzazione in psicoterapia,  con sedi a Siracusa, Palermo e Milano.

Tra i relatori la direttrice dell'istituto, la   psicoterapeuta, ricercatrice e didatta internazionale,  dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb che ha ricevuto   i prestigiosi Premi dalla AAGT – Association for the Advancement of Gestalt Therapy  International Community e dall'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia, per avere consentito, con il suo lavoro, un avanzamento nel campo della psicoterapia della gestalt, la dott.ssa Teresa Borino, psicoterapeuta, esperta in psicosomatica e psicopatologia   e la dott.ssa Fabiola Maggio  psicoterapeuta, esperta in psicologia dello sviluppo e movimento corporeo.

“Se noi conosciamo noi stessi, il nostro corpo, possiamo indirizzarci all’altro e comprendere con l’empatia incarnata, quello che sente” ha affermato la dott.ssa Spagnuolo Lobb

 Questo spiega anche perché l’approccio corporeo nella terapia della gestalt è molto vicino alle neuroscienze che sono un'evidenza fisiologica della capacità di percepire quello che sente l'altro  al di là delle parole, con un coinvolgimento corporeo, anche solo guardandolo, pure se non abbiamo mai fatto quell'esperienza.

Questi studi confermano il tipo di approccio corporeo della psicoterapia della gestalt che si basa sulla fenomenologia, sull’esperienza, la percezione e sull’intuire l’altro attraverso processi di empatia incarnata. Infatti, l'istituto di gestalt “Hcc Italy” ha sviluppato in questi ultimi  anni un aspetto particolare  relativo al  coinvolgimento corporeo nella relazione terapeutica per comprendere l'intenzionalità del paziente; c’è un termine che la dott.ssa Lobb ha coniato, “Conoscenza relazionale estetica e si riferisce alla possibilità di coniugare l’empatia incarnata e la risonanza personale del terapeuta, per intuire la profondità di vissuti che emergono nel campo fenomenologico  e quindi il processo con cui il paziente forma le sue esperienze relazionali. 

Teresa Borino, per rendere chiaro come il corpo può immagazzinare esperienze che influiscono poi sul comportamento futuro, ha portato l'esempio  di un bimbo che è proteso verso un abbraccio con la madre. L’infante  risulta intenzionato alla tenerezza, all’emozione  dell’abbraccio e  questo ha un corrispettivo corporeo,  le braccine che si allargano, i muscoli in tensione, i piedini alzati, la faccia sorridente. E’ carico di eccitazione, dell’intenzionalità, perché sta andando verso la mamma, il cuoricino gli batterà forte, è pronto a dare l’abbraccio. Ma possono accadere due cose:  che lui ottenga l’abbraccio e quindi tutto il sistema fisico e corporeo torna ad uno stato di rilassamento, oppure la madre o la figura di riferimento, per vari motivi è assente. Quindi il bimbo si carica di energia, è eccitato, cerca l'abbraccio e non lo trova: se questo processo accade qualche volta, non è importante ma  quando diventa  stile di essere al mondo, cioè l’andare verso l'altro non trova una risposta dell'ambiente, il bambino per non sentire il dolore di un'assenza e di un vuoto rispetto alla sua intenzione  di incontrare, comincerà a reprimere la sua reale intenzione di contatto ed anche quando troverà la possibilità di ricevere abbracci, non riuscirà a fruirne.

Fabiola Maggio ha parlato dell'importanza    della danza del bambino  con le figure significative. Ha illustrato come sia molto importante il modo in cui la madre lo tiene tra  le braccia. Immaginiamo ad esempio  un bambino che è curioso di esplorare il mondo  e di orientarsi in quello che è lo attrae maggiormente, ma incontra nella sua esperienza una madre che ha bisogno di stringerlo a sé, di contenerlo quando invece il suo desiderio è guardare tutto intorno a sé ed esplorare il mondo. Quale sarà l'esperienza corporea? Che tipo di atteggiamento posturale assumerà?

Come porterà il passato nelle sue esperienze significative? Infatti per la terapia della Gestalt il passato ha importanza solo se continua  a condizionare il presente, la spontaneità.

La dott.ssa Spagnuolo ha poi illustrato il respiro internazionale dell'istituto di gestalt “Hcc Italy” che dirige. Ha ricordato di essere  membro dell'istituto di “Gestalt Terapy” di New York,   istituzione  fondante della terapia della gestalt Ha parlato inoltre  della possibilità per gli allievi del suo istituto di essere assunti  nei centri clinici annessi all'istituto, organizzazioni in cui si eroga psicoterapia a  tariffe accessibili, in funzione del reddito o di altre condizioni.

 

“Sanità privata senza contratto e prigioniera dei profitti di Aiop: ecco perché Cimop sciopera”. Così il Segretario Nazionale della Cimop, dott.ssa Carmela De Rango, spiega le ragioni che hanno costretto il sindacato a proclamare una giornata di sciopero per il prossimo 28 gennaio 2021, con anche un presidio in piazza Montecitorio a Roma dalle ore 10 (in ossequio delle regole di distanziamento previste dai protocolli anti Covid).

Il nodo del contendere è relativo al contratto della sanità privata rinnovato solo da Aris, che ha mostrato una genuina disponibilità assieme ad una spiccata sensibilità, mentre Aiop lo ha negato, spingendo i medici che operano nel settore privato nel baratro della disparità, valoriale e materiale.

“Con tale condotta, Aiop pensa di negare un'evidenza oggettiva: la parificazione nelle mansioni non è controbilanciata da una pari retribuzione e un pari stato. Osservo che quelle stesse aziende che ci negano un sacrosanto diritto continuano a godere delle convenzioni, mentre al contempo squalificano professionalmente e socialmente i medici, con anche un'appendice per così dire di forma, precisa la dott.ssa Carmela De Rango - Infatti vedo in questo la violazione dell'articolo 36 della Costituzione, in quanto, a parità di condizioni lavorative (quantità e qualità di lavoro), e di settore di appartenenza (sanità privata accreditata SSN), la retribuzione dei lavoratori delle aziende sanitarie associate AIOP è inferiore del 30% rispetto a quella di cui oggi godono i medici delle aziende sanitarie associate Aris”.

E aggiunge: “In questo modo si corre il rischio di esacerbare anche una serie di discriminazioni tra ospedali, tanto da poter configurare una condizione di concorrenza sleale tra aziende ospedaliere AIOP e aziende ARIS, perché entrambe percepiscono gli stessi DRG e le stesse tariffe dallo Stato ma, quelle AIOP conseguono un maggiore profitto in quanto, a seguito del mancato rinnovo contrattuale, hanno minori costi del personale medico del 30% rispetto alle aziende sanitarie ARIS. Cimop è inorridita per una deriva cotanto lesiva della dignità dei medici.”

“Non si mercanteggia, e tantomeno nel modo scandaloso di Aiop, con la professionalità e la vita lavorativa dei medici”, commenta Guido Quici, presidente del Patto per la Professione Medica, cui aderiscono CIMO-FESMED, ANPO-ASCOTI-FIALS Medici e la stessa Cimop. 

“Siamo indignati che AIOP possa ostinatamente continuare a perseverare nel suo atteggiamento ostativo e persecutorio nei confronti dei soli medici che lavorano nelle strutture private, non riconoscendo i loro diritti, in un contesto di evidente disparità di trattamento rispetto altre figure professionali. Esprimiamo il nostro pieno sostegno alle ragioni dello sciopero e della coraggiosa battaglia di Cimop per il riconoscimento di condizioni di equità, giacché siamo di fronte ad una sperequazione inaccettabile e insostenibile, da troppo tempo in atto.”

I Ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con il sostegno di AIRC e Ministero della Salute hanno realizzato uno studio che permette di identificare i pazienti che rispondono meglio alle terapie immunologiche. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications. 
 
Altre buone notizie nel nuovo anno 2021! Sono stati identificati due nuovi marcatori cellulari e genetici in grado di predire la sopravvivenza dei pazienti affetti da neuroblastoma. La scoperta è il frutto di uno studio realizzato dall’area di ricerca di Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler di Trento. La ricerca, finanziata da AIRC e Ministero della Salute, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications. Oltre a fornire nuovi strumenti per la prognosi, i risultati ottenuti consentiranno di individuare i pazienti oncologici che potranno beneficiare maggiormente di terapie immunologiche per sconfiggere il tumore. 
 
LA MALATTIA 
 
Il neuroblastoma è il tumore solido extracranico più comune dell’età pediatrica (rappresentando circa il 7-8% dei tumori nei bambini). L'età media alla diagnosi è di 18 mesi e nel 90% dei casi il neuroblastoma si manifesta prima dei 7-8 anni di vita. Nella metà dei pazienti, il neuroblastoma viene diagnosticato nella sua forma metastatica, e causa il 15% delle morti in oncologia pediatrica. Le attuali terapie, per quanto articolate e comprendenti vari approcci, non sono purtroppo sufficienti per eradicarlo definitivamente in una larga percentuale di pazienti.  
 
LO STUDIO 
 
Lo studio pubblicato su Nature Communications ha coinvolto 104 pazienti con neuroblastoma diagnosticati all’Ospedale Bambino Gesù ed i risultati ottenuti sono stati validati sia in una casistica di altri 1000 pazienti con neuroblastoma, che nelle casistiche di pazienti con melanoma, cancro al colon, cancro alla mammella e tumori testa-collo, i cui dati sono pubblicamente disponibili. Le analisi statistiche sono state elaborate dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento. 
I ricercatori hanno analizzato la quantità di cellule del sistema immunitario presenti nei tessuti di neuroblastoma prelevati dai pazienti e hanno osservato che i tumori più aggressivi erano quelli che contenevano meno infiltrazione di cellule dendritiche e cellule natural killer (NK), due popolazioni di cellule che giocano un ruolo cruciale nella risposta del sistema immunitario. Hanno anche identificato dei geni associati alla presenza di queste cellule nei tessuti, osservando un’aumentata espressione nei pazienti con prognosi migliore.  
 
Le cellule dendritiche e le cellule NK, dunque, sono state riconosciute come marcatori cellulari a largo significato prognostico, in grado cioè di offrire un elemento importante di predizione per la sopravvivenza dei pazienti affetti da neuroblastoma. In breve, un paziente con un neuroblastoma ricco di queste specifiche cellule (e con espressione incrementata di geni relativi alla loro funzione) avrà una buona probabilità di sopravvivere al tumore. Queste cellule rendono di fatto il sistema immunitario più capace di controllare la crescita e lo sviluppo delle cellule tumorali, contribuendo a migliorare anche l'efficacia dell’azione di controllo mediata dai linfociti T.  
 
C'è un ulteriore caratteristica di questi due marcatori (cellule dendritiche e cellule MK) che li rende particolarmente promettenti. La loro presenza risulta infatti correlata a quella di altri due importanti marcatori predittivi della risposta immunitaria, le proteine PD-1 e PD-L1. Si tratta di due molecole che giocano un ruolo di inibitori del sistema naturale di immunosorveglianza (immune check-point inhibitors), che vengono attivati con l'inganno dai tumori, impedendo di fatto al sistema immunitario di controllare adeguatamente la crescita delle cellule tumorali. L'immunoterapia è oggi in grado di bloccare questo meccanismo di depotenziamento della risposta immunitaria attraverso anticorpi specifici che disattivano l'azione di PD-1 e PD-L1, ripristinando la corretta risposta del sistema immunitario. La presenza, dunque, dei marcatori PD-1 e PD-L1 nei tessuti tumorali offre un bersaglio preciso alla terapia immunitaria e ne garantisce l’efficacia.  
 
LE PROSPETTIVE 
 
Lo studio pubblicato dai ricercatori del Bambino Gesù conferma che un'arma vincente per sconfiggere il neuroblastoma può essere l'immunoterapia. I tumori contenenti cellule dendritiche e cellule NK, infatti, sono associati a buona prognosi ed hanno i requisiti per poter rispondere positivamente alla terapia immunologica indirizzata ai bersagli PD-1 e PD-L1. Questo significa anche che, per migliorare la prognosi dei pazienti con forme di neuroblastoma più aggressive, è possibile adottare strategie terapeutiche in grado di aumentare il contenuto di queste cellule nel tumore, migliorando in questo modo sia la reattività naturale del sistema immunitario, sia la sua capacità di rispondere alle terapie immunologiche mirate che abbiano come target PD-1 e PD-L1.  

“Essere psicoterapeuta durante una pandemia”, questo il seminario organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy, Scuola di Specializzazione in psicoterapia della Gestalt con sede anche a Palermo.

Tra i relatori la direttrice dell'istituto, la psicoterapeuta, ricercatrice e didatta internazionale,  dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb che ha ricevuto   i prestigiosi Premi dalla AAGT – Association for the Advancement of Gestalt Therapy International Community e dall'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia, per avere consentito, con il suo lavoro, un avanzamento nel campo della psicoterapia della Gestalt  e la dott.ssa Maria Mione psicoterapeuta, psicologa, psicoterapeuta, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.

Si è parlato di come la cura psicoterapica abbia subito dei cambianti durante questo periodo di pandemia. “La pandemia è un trauma collettivo, siamo stati purtroppo tutti colpiti da questa angoscia collettiva”, ha dichiarato la dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb, “che nasce  dal rischio di morire, dalla possibilità che l’umanità possa scomparire  per un piccolo virus. Ognuno ha reagito in una modalità propria. C’è chi ha dovuto negare la gravità del pericolo per continuare a vivere, e chi invece si è sentito sopraffatto dall’angoscia di perdere l’esistenza”.

Chiaramente, in generale sono aumentati i disturbi d’ansia. I pazienti che già erano ansiosi ed ossessivi in un primo momento hanno avuto una sensazione di normalità, perché si sono sentiti accompagnati dagli altri nelle loro paure, ma in un secondo momento, specialmente nella fase due e nella fase tre, sono stati chiamati a continuare a vivere nonostante il rischio aumentato rispetto alla precedente situazione. Questo momento è il più difficile, perché ha generato un aumento dei disturbi d’ansia, della depressione, degli attacchi di panico ed anche un incremento  della chiusura sociale, a volte l’aumento di dipendenze o di fenomeni dissociativi, come la negazione. Di conseguenza, anche il modo di fare psicoterapia è cambiato. Continua Margherita Spagnuolo Lobb: “Abbiamo dovuto adattare la nostra prassi alla terapia online, e ci siamo chiesti come creare il senso di sicurezza reazionale che in genere scaturisce dalla presenza fisica”.  Maria Mione ha esposto delle riflessioni emerse man mano che si trovava sempre più immersa in terapie  online. Ha dichiarato: “Insegnare con tutti questi rettangolini è qualcosa di nuovo, e quindi abbiamo molto da scoprire e da imparare, pur certamente sperando di tornare a tutto quel mondo di risorse che abbiamo quando ci incontriamo vis a vis”. Per esempio un aspetto interessante che abbiamo conquistato con l’online, è l’avere conosciuto, cani, gatti, uccellini, bambini dei miei pazienti. Questo ci ha dato la possibilità di costruire uno sfondo percettivo diverso da quello, più neutro, di prima”; ha poi aggiunto “In psicoterapia della Gestalt abbiamo dei capisaldi, che sono quelli della spontaneità e della bellezza.  Non abbiamo un’idea ingenua di questi due sostanziali fattori. Non vuol dire che è tutto bello. La spontaneità per noi è un concetto molto sofisticato, è la capacità di integrare l’esperienza in modo fluido, con tutte le nostre risorse a disposizione, che poi non sono mai solo nostre, perché sono co-costruite con il nostro mondo. Lo stesso possiamo dire per il concetto di bellezza: intendiamo quella bellezza che nasce da un senso di integrità. Non alludo alla morale, ma al senso di completezza della nostra esistenza, presenza piena nell’incontro con l’altro, presenza piena dell’altro che ci incontra. E allora mi sono chiesta, non a tavolino di sicuro ma a livello di co-creazione clinica, tra e me ed i miei pazienti e tra i miei pazienti e me, come possiamo costruire bellezza e spontaneità in un tempo in cui la possibilità di usufruire della presenza l’uno dell’altro sono decisamente peggiorati. Mi sono chiesta come continuare a vivere in spontaneità e bellezza, in un mondo così nuovo per noi occidentali, mentre in altri mondi ci sono limiti che non possiamo nemmeno immaginare, nonostante la pandemia”.

Maria Mione ha continuato affermando che alcune persone, in vari momenti del lockdown, si sono sentite meglio, questo significa che il limite in certe situazioni diventa risorsa. Per alcuni ciò che altri considerano un limite, per esempio lavorare da casa, non andare più in ufficio, è diventata una risorsa, perché hanno guadagnato del tempo, hanno ritrovato spazio per dei rapporti, quelli che avevano dentro casa, e hanno potuto incontrare online delle persone con cui prima non sapevano di potere interagire. Abbiamo visto come alcuni limiti si trasformano in risorsa, e per noi psicoterapeuti questo è importantissimo, in quanto possiamo sostenere qualcosa che già funziona.

Le relatrici hanno poi esplorato un altro aspetto che è emerso nelle persone, così come nei pazienti, cioé un’alterazione del concetto del tempo. Il vissuto del tempo è diventato come un  correre continuo da un evento all’altro, da un’attività all’altra, dagli affetti al lavoro. Ci sono persone che hanno sentito il tempo molto dilatato, come se avesse perso la dimensione del prima, del durante, del dopo, come se fosse diventato una specie di bolla indeterminata. Per altri è stato diverso, il tempo è diventato un blocco, qualcosa che non scorre, che non ha più  una successione. Per altri ancora, il rallentarsi del tempo ha rappresentato un’occasione per riprendere interessi che per mancanza di tempo non si potevano seguire.

Ha poi aggiunto Maria Mione: “Un’altra componente che mi ha colpito è la possibilità di essere rete e - speriamo che ci rimanga in testa – la consapevolezza di essere  ospiti di questo pianeta. Possiamo essere diversi, ma siamo tutti animali umani e condividiamo lo stesso luogo che chiamiamo terra, come dice la fisica quantistica e come dicevano le discipline orientali 5000 anni prima di Cristo. Siamo tutti fatti della stessa materia.  Una delle prime cose che ha detto  Born quando lo hanno insignito del Nobel è stata che “la materia non esiste”, e non era certo buddista!

 

 

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