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Sono ore decisive per il futuro del Campidoglio

Sono ore decisive per il futuro del Campidoglio. "Qui la questione non è Ignazio Marino ma Roma - mette in chiaro il sindaco dimissionario - Ignazio Marino non ha assolutamente nulla né da chiedere né da negoziare con nessuno".

I consiglieri del Pd sono pronti a dimettersi in massa se Ignazio Marino dovesse decidere di tornare indietro sulle sue decisioni e restare alla guida del Campidoglio. E', questa, la linea decisa durante l'incontro tra il commissario del Pd a Roma Matteo Orfini e i consiglieri dem. Una mossa per spiazzare il sindaco dimissionario Ignazio Marino e mettere così fine al braccio di ferro tra il primo cittadino e il suo partito.

Per staccare la spina al governo del chirurgo dem servono le dimissioni contestuali di 25 consiglieri comunali. Nelle fila del Pd ce ne sono 19. A loro potrebbero aggiungersi l'esponente di Centro Democratico e qualcuno della Lista civica Marino. Per raggiungere quota 25 serviranno i voti dell'opposizione. Un'ipotesi mal digerita in casa dem visto che alcuni consiglieri hanno detto di essere indisponibili a votare con la destra. Più probabile che chiederà una mano ai due consiglieri della Lista Marchini o al Movimento 5 Stelle.

E intanto il sindaco di Roma dimissionario, Ignazio Marino, rispondendo a chi gli chiedeva se avrebbe ritirato le proprie dimissioni, ha detto: "Sto riflettendo. Comunicherò presto le mie decisioni alla figura istituzionale che è la presidente dell'assemblea capitolina Valeria Baglio". E ancora: "Qui la questione non è Ignazio Marino ma Roma: Ignazio Marino non ha assolutamente nulla né da chiedere né da negoziare con nessuno", ha risposto a chi gli chiedeva se avesse anticipazioni da dare sulle proprie scelte future e suoi rapporti col Pd.

Questa e la breve storia di come siamo arrivati oggi : Finisce ufficialmente la breve era Marino, che avrà 20 giorni di tempo, fino al 2 novembre, per ripensarci. Ma non sembra finire il braccio di ferro politico che il sindaco - quasi già ex - ha ingaggiato con quel Pd che lo ha scelto, sostenuto e dimissionato. Non è escluso, infatti, che il primo cittadino possa ripresentarsi alle prossime elezioni con una lista civica, opzione che sembra convincere chi in questi giorni si è radunato in piazza per sostenerlo. Prima di lasciare Palazzo Senatorio, però, il sindaco ha intenzione di indossare ancora quella fascia tricolore che gli è stata consegnata poco più di due anni fa. E lo intende fare, "con fermezza", nella prima udienza di Mafia Capitale, il 20 ottobre, quando sul banco degli imputati comparirà anche l'ex direttore generale dell'Ama Fiscon. A ribadire e sottolineare l'impegno nella "lotta alla criminalità" divenuta nel tempo il cavallo di battaglia del sindaco chirurgo davanti alle macerie del Mondo di Mezzo. In vista del Giubileo, c'è però chi teme che le dimissioni possano intaccare l'organizzazione dell'Anno Santo. "È una città che sta in piedi da più di 2000 anni", rassicura però il prefetto, Franco Gabrielli.

Alfonso Sabella, in pole anche per il ruolo di commissario. "Non mi ha contattato ancora nessuno", smentisce il magistrato mentre dall'opposizione c'è chi storce il naso all'ipotesi di sub-commissari politici. "Renzi smentisca questa ipotesi", tuona Giorgia Meloni, data in lizza per la candidatura del centrodestra alle future elezioni. Tra i nomi che circolano per l'incarico di commissario anche quello del prefetto Mario Morcone e dell'ex comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli. O anche quello di Andrea Riccardi, ex ministro e fondatore della Comunità di Sant'Egidio: anche se una sua nomina sembrerebbe più difficile necessitando di un cambio normativo. Intanto, in città imperversa già il toto-candidati, ma il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti - già in corsa al Campidoglio nel 2012, per poi spostarsi alla Regione in seguito allo scandalo dei fondi in consiglio regionale -, spegne sul nascere i rumors sul suo nome. Ancora più serafico il ministro Paolo Gentiloni, già in corsa nelle primarie poi vinte da Marino. Ai cronisti che domandano se sia interessato, replica con un secco "no". Sul fronte del Movimento 5 Stelle, che chiede al premier Matteo Renzi di riferire in Aula sul caso-Roma, un candidato arriverà a gennaio. Ma sembrano salire le quotazioni di Virginia Raggi, consigliere comunale in Campidoglio. Entrano nel vivo nel frattempo anche le indagini della Procura sulle spese effettuate dal sindaco Marino con la carta di credito del comune. Il pm titolare dell'inchiesta, Roberto Felici, ha incaricato il nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di acquisire tutto il carteggio relativo alle spese. Già domani le Fiamme Gialle saranno in Campidoglio per verificare le accuse di peculato rivolte al primo cittadino.

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