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MARTINO 1

 

Su iniziativa del vice presidente vicario del Consiglio provinciale di Crotone, Raffaele Martino congiuntamente al presidente della Provincia, Stano Zurlo, si sono tenuti, nella sala Giunta dell’Ente intermedio, una serie di incontri per affrontare una tematica che riguarda l’emergenza povertà ed in particolare le persone o le famiglie che nell’arco della giornata non hanno la possibilità di consumare neanche un pasto. Alla riunione erano presenti, oltre al vice presidente vicario del Consiglio provinciale ed al presidente della Giunta, alcuni operatori del settore in questione come: Mons. Pancrazio Limina (Resp. Mensa dei Poveri Kr), Don Giuseppe Noce (Resp. Caritas), Giuseppe Russo (Tesoriere Caritas), Paolo Natale (Progetto Policoro – Banco Alimentare Caritas) Francesco Noce (Centro Ascolto Caritas), Maria Anna Ioele (Centro Ascolto Immigrazione Caritas), Sergio Riolo e Nina Cosentino (Coord. Mensa dei Poveri Kr), Suor Maria Rosaria Licht (Parrocchia Isola di Capo Rizzuto – Referente Usmi), Suor Raffaella Marterlozzo (Parrocchia Fondo Gesù – Referente Usmi), Gaia Fico (Parrocchia Fondo Gesù), Suor Adelina Zuffellato (Parrocchia San Paolo –Referente Usmi), Claudio Bauckneht (On The Road Kroton Community - Cooperativa sociale). E’ doveroso precisare che gli incontri che si sono svolti hanno carattere meramente interlocutorio, in quanto sarà premura dello scrivente coinvolgere in tempi brevissimi le istituzioni ad ogni livello e chi, nel territorio provinciale, svolge un ruolo determinante in merito al tema in questione. “La drammaticità del fenomeno povertà è stata certificata dai dati diramati dall’ISTAT -afferma il vice presidente Martino- dove 9.500.000 di persone (8% della popolazione italiana) vivono in una situazione di povertà, mentre 4.500.000 di persone vivono una povertà assoluta che significa neanche un pasto al giorno. Di fronte a questi numeri, che non risparmiano il nostro territorio provinciale e che, a mio parere, rappresentano una vergogna sociale, non è più possibile rimanere indifferenti. Nel ringraziare di cuore chi con semplicità e umiltà è impegnato quotidianamente a servire il prossimo che è nel bisogno e preso atto dell’aumento di richiesta di generi alimentari, ritengo necessario –prosegue Raffaele Martino- instaurare una sinergia tra le istituzioni e gli operatori di competenza”. Il presidente della provincia, Stano Zurlo, nel suo intervento ha sottolineato che non può essere definito civile un territorio dove ci sono persone che non hanno il minimo sostentamento per soddisfare i bisogni primari. “Ormai -ha continuato Zurlo- il fenomeno non riguarda più solo gli extracomunitari ma, tante famiglie che a volte non si espongono per un elevato senso di dignità e orgoglio”. Da un punto di vista prettamente operativo, dagli incontri svoltisi è emersa la incombente necessità di dover affrontare con urgenza il problema e l’idea di istituire un supermercato per il sociale che sia parallelo ai famosi banchi alimentari ma che comprenda più prodotti che variano dal cibo ai farmaci. Questa idea (o sogno) sarà oggetto di altri incontri istituzionali per condividerlo o eventualmente variarlo mantenendo però integro l’obiettivo che è quello di offrire ai meno abbienti la possibilità di soddisfare almeno quelli che sono i bisogni primari della vita. Concludendo i lavori Raffaele Martino auspica che chi vive nell’abbondanza, nel lusso e nelle comodità più assolute possa ascoltare la propria coscienza e agire di conseguenza perché come dice il vangelo: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

calabria

 

I nettari di Calabria approdano a Milano in una serata speciale. Nelle prime ore della sera di mercoledì 24 luglio, sono pronti a sfilare nello splendido Hotel Enterprise di Corso Sempione le aziende vitivinicole calabresi, del Cirò e del Savuoto e il GAL Kroton. 

L'occasione? Un grande evento di degustazione che vede la partecipazione di Gaetano Palombella, relatore e sommelier AIS Reggio Emilia, che terrà una degustazione guidata sulle caratteristiche dei vini calabresi.

Partecipano, tra gli altri, i vini delle seguenti cantine: Azienda Agricola Dott. G.B. Odoardi; Casa Comerci; Salvatore Caparra Vini; La Pizzuta del Principe; Senatore Vini; Azienda Agricola Parrilla; Azienda Agricola Ceraudo; Terre del Gufo; Iembo Vigneti.

L’evento si svolge nell'ambito della “La Giornata mondiale delle Cucine regionali italiane nel segno dell'Expo 2015” e “Il Gelato nel Piatto con Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e prodotti Dop e Igp” che si tiene dal 23 al 29 luglio nei ristoranti di tutto il mondo. L' iniziativa è promossa, tra gli altri, da INformaCIBO, UIR – Unione Italiana Ristoratori e Cim Chef italiani all'estero.

Le due kermesse internazionali hanno ricevuto il Patrocinio dell'Expo 2015 e dell'Enit – Ente Nazionale per il Turismo.

«L’esperienza dei Calabresi di Parma è uno dei migliori biglietti da visita con cui possiamo presentare i prodotti della nostra Regione nella capitale economica d'Italia», ha commentato il Presidente dei Calabresi di Parma, Raffaele D'Angelo, sintetizzando quello che si farà a Milano: “porteremo l'eccellenza dei nostri vini e delle nostre produzioni alimentari ad un pubblico di gourmet, di giornalisti e di estimatori del buon gusto”.

 

Durante la serata, che parte con il cocktail Amarena Fabbri Amore Mio con Pignoletto Righi, si può degustare Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma e si svolgerà anche una discussione sui temi del Turismo, Ristorazione, Alimentazione legati all' EXPO 2015.

 

Programma

 

 

Ore 19,30: Ingresso ad Inviti

Ore 19,45: inizio della serata con il cocktail Amarena Amore Mio con Pignoletto Righi

 

Ore 20,15 – 20,45. Parliamone: il rapporto tra le due kermesse e l'Expo 2015 sul tema, “Made in Italy – Ristorazione, Turismo, Enogastronomia: come l’Expo 2015 li deve valorizzare”.

Ne parlano: Donato Troiano, direttore di INformaCIBO, Savino Vurchio, direttore UIR, Unione Italiana Ristoratori, Giampietro Comolli, Advisor UnPOxExPO, Alfredo Zini, Presidente Ente bilaterale nazionale Turismo

 

Ore 21,00: degustazione di Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, al “naturale”

 

Ore 21,20: un piatto gastronomico simbolo della cultura milanese: Il Risotto alla milanese interpretato dallo chef Fabrizio Barontini.

 

Si potranno inoltre degustare i prodotti calabresi, vini e non solo.

Gaetano Palombella, relatore e sommelier AIS Reggio Emilia terrà una degustazione guidata sulle caratteristiche dei vini calabresi. Partecipano, tra gli altri, i vini delle seguenti cantine: Azienda Agricola Dott. G.B. Odoardi; Casa Comerci; Salvatore Caparra Vini; La Pizzuta del Principe; Senatore Vini; Azienda Agricola Parrilla; Azienda Agricola Ceraudo; Terre del Gufo; Iembo Vigneti.

Per prenotazione scrivere a: Raffaele D'Angelo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." ' + path + '\'' + prefix + ':' + addy17494 + '\'>'+addy_text17494+'<\/a>'; //-->

Per gli interessati ci sono dieci ingressi omaggio per la degustazione dei vini scrivendo a Raffaele D'Angelo.

Si ringrazia il GAL Kroton, per il banco di assaggi di prodotti tipici di eccellenza alimentare

L'iniziativa è promossa dal Comitato di Promozione Culturale Calabrese, Calabresi di Parma. www.ciaocalabria.org

 

 

 

 

Annunci, proclami e parole, tante parole e nessun fatto concreto. Quello che si è consumato negli ultimi mesi intorno all’Aeroporto Sant’Anna di Crotone, è un vero e proprio stillicidio di notiziole, quasi sempre prive di fondamento, che non hanno fatto altro che illudere le nostre popolazioni. Illusioni e solo illusioni, su un mirabolante giro di aeromobili che avrebbero dovuto invadere la pista e portare nel Crotonese migliaia di turisti, oltre a far partire altrettanti calabresi verso le mete più desiderate. Nulla di tutto questo, nonostante i reiterati annunci (e solo tali) e promesse di ingenti finanziamenti elargiti dalla Giunta regionale; dalla quale la vicepresidente Stasi sembra aver ricevuto anche la delega alla propaganda.

La più grande compagnia low cost – Ryanair – che avrebbe dovuto fare decollare i suoi aerei da Crotone già nella prima settimana di maggio, poi forse a giugno, anzi no a luglio, ma mentre anche luglio va via, di quei voli nemmeno l’ombra.

Evidentemente qualcuno pensava di poter iniziare una campagna elettorale a lunga gittata, sfruttando operazioni che non solo non vanno in porto, ma diventano una presa in giro per tutti. Senza considerare che, mentre si continuava con i tentativi di far apparire questo scalo come Malpensa o Fiumicino, il Consiglio d’Amministrazione della società di gestione perde, nel giro di pochi giorni il presidente e il vice presidente. Le dimissioni dei vertici della società di gestione e le motivazioni addotte lasciano quantomeno perplessi e inducono a diverse situazioni. I cittadini e la politica meriterebbero di avere quanto meno delle spiegazioni ulteriori, ma su tutto questo nemmeno una parola. Su cosa sia accaduto il silenzio ha prevalso su tutti i proclami e i tentativi di avviare improbabili campagne elettorali.

Quella dell’Aeroporto Sant’Anna, invece, è una situazione che va esaminata con grande serietà e profondo senso di responsabilità. Quel senso di responsabilità che, ogni volta che si parla di problemi gravi del territorio Crotonese, ci deve far mettere da parte tutti gli steccati politici, le varie magliette di appartenenza e cercare una soluzione collettiva e duratura. Non servono medagliette e primogeniture, a nulla valgono gelosie e quant’altro quando nella discussione entra il bene comune come la sopravvivenza dell’aeroporto. La nostra gente si aspetta e merita risposte concrete dalla politica e da chi amministra. Per questo siamo consapevoli che in un momento così difficile per l’unica infrastruttura che collega Crotone al resto dell’Italia e del mondo, occorre fare squadra. Occorre, cioè, raccogliere tutte le forze del territorio, politiche, sociali, istituzionali, mettere da parte qualsiasi campanile politico e sedersi tutti insieme attorno ad un tavolo che sia non solo luogo di discussione, ma che serva a trovare soluzioni concrete per tenere aperto (questa volta davvero) lo scalo crotonese. Questo territorio, già di per sé isolato nelle infrastrutture, non può permettersi di restare ancora più lontano dal resto del Paese. L’Aeroporto Sant’Anna è strumento fondamentale e non possiamo permetterci ulteriori esitazioni o prese in giro. Bisogna intervenire e anche in fretta per non lasciare questo territorio nell’isolamento totale, più di quanto non lo sia già.

Francesco Sulla e Nicodemo Oliverio

Parto da una riflessione: sostenere la cultura, la ricerca e l’innovazione, per un paese come l’Italia, è l’unica via per ridare competitività al sistema e per uscire dalla crisi, valorizzando il patrimonio culturale, impegnando i nuovi saperi e le nuove competenze nell’apertura di più avanzate frontiere di intelligenza scientifica e di sensibilità umanistica.

Occorre ribadire con forza che non c’è sviluppo senza modernità, non c’è solidità dell’economia e, quindi, della stessa democrazia, senza la continua, irrinunciabile necessità di stare nella storia, di essere presenti nei tempi con originalità, autonomia, identità. Questo è possibile solo accettando la sfida dell’intreccio intellettualmente esaltante tra cultura e innovazione, tra passato e progetto, tra conservazione sterile e sempre più faticosa del patrimonio culturale e, invece, sua proiezione nelle dinamiche sociali ed economiche.

Parlare di sviluppo in Italia, in Calabria e nella nostra provincia non può non significare parlare di economia della cultura, di uso delle tecnologie nella gestione e valorizzazione dei beni culturali, nella loro tutela e preservazione, della necessità di comunicare un settore che si sta affermando come il nuovo Made in Italy. Con un valore aggiunto prodotto di circa 167 miliardi di euro, 3,8 milioni di occupati e oltre 900.000 imprese coinvolte, le attività connesse alla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale costituiscono una vera e propria filiera produttiva, con un impatto positivo sull’economia, ma anche sull’immagine e sul ruolo internazionale del Paese.

E’ questa l’unica via per non essere messi ai margini del mercato e per consentire una funzione/fruizione del bene che vada al di là della semplice contemplazione per interagire con le aspirazioni alla crescita economica, sociale e civile delle popolazioni.

Bisogna stimolare l’innovazione, la ricerca, le conoscenze specialistiche. La contaminazione tra antico e moderno deve essere il nuovo modello di relazioni culturali, obiettivo di una politica che recupera e rilancia l’identità del territorio attraverso l’impegno, sollecitato e favorito, di vocazioni imprenditoriali, competenze culturali, interessi sociali.

Davvero tanti sono i filoni di un possibile disegno di sviluppo che produca nella nostra provincia attivazione di risorse, progettualità, ricerca, innovazione, cambiamento. Provo a darne un elenco, persino parziale, senza entrare nel merito: agricoltura specializzata in prodotti di qualità; paesaggio e ambiente; fonti di energia pulita; turismo; riqualificazione dei centri storici; distretti d’eccellenza; archeologia sommersa; artigianato tradizionale e artistico; enogastronomia; gestione dei parchi naturali; musei e biblioteche; archivi storici; bonifica e antica Kroton; parco archeologico di Capocolonna; gestione dell’Area marina protetta; formazione universitaria al servizio di questa idea di sviluppo e delle reali necessità del territorio.

Sono opportunità straordinarie per una provincia da lungo tempo in crisi, che non può pensare di rigenerarsi senza conoscenze specialistiche che le consentano la conquista di nicchie di mercato consolidate.

L’investimento nell’innovazione tecnologica, quindi, può e deve diventare sinonimo di investimento nel patrimonio culturale come grande opzione di sviluppo. Per far questo è indispensabile creare delle forti sinergie istituzionali e incentivare le collaborazioni tra pubblico e privato. Viviamo nella società della conoscenza, basata su un’informazione che le tecnologie rendono sempre più immediata, pervasiva, a volte ridondante; una conoscenza che è stata indicata come fattore fondamentale di crescita e competitività per l’Europa sin dal 2001, con la strategia decisa a Lisbona dai governanti europei; una conoscenza, dunque, a cui viene riconosciuto un ruolo fortemente positivo e trainante per lo sviluppo e che, necessariamente, deve basarsi su risorse fondamentali come il patrimonio culturale e la cultura in generale. Ci si trova, in questo momento, di fronte ad una sfida globale a cui si può rispondere solo mediante l’assunzione di un nuovo modello di sviluppo, definito “sostenibile”, in cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri. La prospettiva finale è un cambio di mentalità che volga alla comprensione del nuovo che viene anche dalle tecnologie, dallo sviluppo dei servizi interattivi e dalla comunicazione multimediale.

Concludo ritornando a quanto dicevo prima: la sfida della modernizzazione e dell’innovazione è straordinariamente importante per la Calabria e per il nostro territorio. Se, infatti, alle arretratezze storiche che caratterizzano il nostro passato e il nostro presente aggiungiamo la presenza di una pubblica amministrazione spesso pletorica, dotata di scarsa qualità, con basse conoscenze tecnologiche e insufficiente cultura europea, capiamo che perdere l’appuntamento irrinunciabile con l’innovazione, con il dinamismo burocratico che richiede la competitività, significa rassegnarsi definitivamente ad essere un’economia assistita nella quale i giovani non avranno alcuna possibilità di mettere alla prova il loro sapere e il loro talento e saranno costretti a cercare fortuna altrove. Gli ultimi dati Svimez sono impressionanti: seicentomila persone hanno lasciato il sud negli ultimi dieci anni. Solo nel 2009 sono andati via in 109mila, il 54% dei quali con laurea o diploma. Nel 2050 il sud avrà due milioni di under 30 in meno e il 18.5% sarà over 75; il centro-nord diventa più giovane del sud, che perde la sua cultura, la sua intelligenza sociale. Dal 2006 al 2010 più della metà-281mila-dei posti di lavoro persi in Italia si è persa al sud. Di che cosa parliamo, allora? Ecco perché accettare la logica del cambiamento è l’unica strada, e forse l’ultima, che ci resta per uscire dal tunnel della definitiva decadenza. Ritrovare il primato della cultura non significa demonizzare l’economia. Ridurre patrimonio e produzioni culturali a merci ne mortifica la qualità, ma depurare la cultura da qualsiasi nesso imprenditoriale, di servizio e tecnologico è parimenti sbagliato. Bisogna tornare a investire in conoscenza, bellezza, ricerca e scuola. In questo contesto l’ambiente, il paesaggio, la storia, l’arte, i libri, la produzione culturale rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo della società e della personalità, per combattere il degrado sociale spesso intrecciato al disagio esistenziale. Si fa positiva politica culturale se si parte dalla consapevolezza che i beni monumentali, i centri storici, le bellezze paesaggistiche e ambientali sono il risultato del lavoro e della conoscenza di generazioni che alla ricchezza del territorio hanno voluto unire la ricchezza delle proprie idee e del proprio spirito. Dobbiamo recuperare responsabilità culturale e orgoglio civile, considerare ogni angolo del nostro Paese e della nostra cultura qualcosa di cui siamo legittimi proprietari. Un angolo che dobbiamo e vogliamo curare sapendo che per farlo bene occorre creare un’armonia, una funzionalità, un interazione tra parti diverse; collegare il patrimonio artistico con la contemporaneità; realizzare interventi più che eventi; rendere quell’angolo, i tanti angoli della nostra civiltà, un bene comune, di cui si occupa l’imprenditore come il semplice cittadino, tutti noi, curatori, per dovere civile, del bene culturale che ci circonda e ci arricchisce. Il bene comune: tale è l’ambiente e il paesaggio, scenario della nostra vita individuale e sociale; tale è il patrimonio artistico come memoria storica.

Giovanni LENTINI

Assessore alla cultura provincia di Crotone

Erano terreni aridi dal punto di vista della legalità, appartamenti dove era di casa la delinquenza. Oggi di quei covi del malaffare resta poco o niente; sono stati tutti, o quasi, restituiti alla comunità, alla cultura e alla legalità. Sono 22 le opere ed i beni confiscati alla mafia ed affidati che fanno registrare al Comune di Cirò, fatte le dovute proporzioni in termini di estensione e popolazione, un record importante e significativo su scala regionale e nazionale. Il Sindaco Mario CARUSO: più che soddisfatti dei risultati raggiunti in questi anni.

“La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Le parole del Giudice Paolo BORSELLINO, 21 anni dopo quel brutale agguato in Via D’AMELIO, continuano – dichiara CARUSO – ad ispirare un impegno assunto, e mai venuto meno, con le nuove generazioni.

Motivare, stimolare e spronare ad operare e credere nella legalità e nelle istituzioni. È l’orizzonte – continua il Primo Cittadino della Città del Vino e di Lilio – al quale la squadra amministrativa, ha sempre guardato, nella consapevolezza che l’antidoto alla mafia, lo strumento più consono per vincere sul malaffare e la criminalità organizzata, potesse essere rappresentato dalla cultura.

Abitazioni, fabbricati, unità immobiliari, terreni agricoli, locali adibiti a garage e box, appartamenti in condominio. Le 22 opere, beni confiscati alla mafia e consegnati al Comune, segnano un autentico record per il piccolo comune di Cirò, impegnato a creare occasioni di sviluppo, culturale ed occupazionale.

Dal 2007 – sottolinea CARUSO – è iniziato il percorso di recupero dei beni prima inagibili. Dal museo archeologico, polo culturale che custodisce reperti che risalgono all’età del ferro fino l’epoca della romanizzazione, al laboratorio scientifico a servizio della scuola, dal centro diurno per adolescenti, inaugurato in occasione dell’intensa ed emozionante 1°GIORNATA REGIONALE DEL CALENDARIO LILIANO, lo scorso 21 marzo, ai 150 ettari di terra, distribuiti tra Cirò e Isola Capo Rizzuto, oggi affidati ad una cooperativa di giovani, campo che ha ospitato, negli scorsi anni, l’associazione LIBERA TERRA, portando qui la solidarietà di tanti volontari provenienti da tutta Italia.

Cultura ed occupazione. – Gestione dell'EX GIARA presto sede del PANKRO. Si terrà il prossimo LUNEDÌ 22 LUGLIO 2013 alle ORE 12, presso la sala consiliare di corso Luigi LILIO, la conferenza stampa sull’esito della gara. All’incontro con gli operatori della stampa parteciperanno oltre agli amministratori dei tre comuni di Cirò, Cirò Marina e Crucoli anche i rappresentanti della ditta aggiudicatrice, la BCS di Spezzano Albanese.  – (Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying).

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