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Natale: speranza per un domani migliore

Oggi, più che in passato, avvertiamo forte il bisogno del mistero del Natale, di quel senso di benessere interiore che rappresenta la sola ricchezza vera ed autentica; benessere che il credente trova nell’amore di Gesù Cristo e nel rinnovato dialogo tra Dio e gli uomini, rapporto necessario per la conquista di quella pace e di quella serenità che conducono alla Salvezza. Il Natale non è una ricorrenza come tante altre: è un evento che segna un cambiamento profondo nell’esistenza dei fedeli e la vita assume senso e significato solo se è vissuta come impegno e solo se riusciamo a tradurla in una scelta di dignità. Questo vuol dire che, ormai alla soglia del nuovo anno e di fronte alle tante difficoltà che molti vivono, nessuno deve disperare o rassegnarsi; è necessario, invece, credere, con forza, in un 2014 diverso e più umano e questo non perché rappresenta il modo migliore per affrontare le difficoltà che il futuro ci riserva, ma perché avere fiducia e guardare al futuro con rinnovato ottimismo è l’unico modo di affrontare la vita con spirito cristiano.

Non è facile trovare motivi di fiducia e di speranza nella realtà che ci circonda. Un altro anno volge al termine e non possiamo certamente dire che sia stato migliore dei precedenti. Lo scenario mondiale, in questi ultimi mesi, appare particolarmente drammatico: in Siria la guerra civile continua a falciare vite umane senza pietà alcuna; situazioni simili sono vissute in Egitto, Libano, Libia, Afganistan, ecc., territori in cui intere popolazioni sono costrette ad inventarsi di che vivere al di fuori del proprio paese di origine.

Appare sempre più oppressivo il potere delle dittature che, soprattutto in taluni Stati, ha ormai assunto proporzioni allarmanti per la violazione delle libertà civili e dei diritti umani.

Anche in Italia le condizioni di vita sono notevolmente mutate. Circa 5 milioni di persone vivono una condizione di povertà. Il dilagare di fenomeni delinquenziali, i crescenti casi di corruzione, l’aumento del malcostume, dell’immoralità, di comportamenti arroganti, riguardano tutti i ceti sociali.

E non possiamo dimenticare la violenza che colpisce, in particolare, donne, anziani e bambini, soggetti socialmente più deboli.

C’è il rischio reale di non riuscire più a percepire l’atmosferanatalizia tipica di questo mese: l’unica cosa che si avverte è l’arrivo del freddo che ci ricorda che l’inverno è ormai alle porte. E con l’inverno ritorna il Natale, ma un Natale svuotato della sua magia, dell’attesa, della speranza!

Invece il Natale è “nascita”, e come ogni nascita è amore, ottimismo, fiducia nel futuro. Il Natale è “rinascita”, ovvero ricerca continua del Bene, di quel bene che troviamo in tante persone che hanno riscoperto la grandezza della vita, ed eccole pronte a tendere una mano agli anziani, alle persone sole, ai tanti bisognosi di sostegno materiale, morale, di calore umano.

Il Natale è l’occasione per prendere consapevolezza dei bisogni del prossimo, per stimolare l’avvento di una nuova solidarietà che, se vissuta alla luce della dottrina e del magistero della Natività, assume un senso e un valore particolarmente profondo.

Il Natale ci offre la possibilità sia di condividere l’altrui sofferenza, sia di vivere insieme una grande speranza.

Condividere non significa affatto impietosirsi o commuoversi per chi vive una situazione di estremo disagio, vuol dire, invece, unirsi a loro contro il “non fare” dei nostri politici, contro l’immobilismo dei poteri costituzionali.

Condividere significa soprattutto accendere in ogni persona la luce della speranza in un domani migliore; vuol dire offrire a tutti la possibilità di far ritornare a risplendere sul proprio volto quel sorriso ormai scomparso da troppo tempo.

Ed è proprio questa l’occasione più opportuna per cercare di migliorare noi stessi e convincerci che il Natale ha ancora il potere di toccare i nostri cuori.

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