Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Sabato, 04 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:182 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:236 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:447 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:895 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:918 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1214 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1584 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1690 Crotone

Nuovo scontro sui migranti nel governo dopo il recupero, da parte di una nave privata battente bandiera italiana di alcuni migranti in acque libiche. La nave Vos Thalassa, rimorchiatore a servizio di piattaforme petrolifere è, infatti, intervenuta ieri sera per recuperare una sessantina di migranti e "ha anticipato l'intervento della guardia costiera libica che era già stata allertata". La posizione del ministro dell'Interno, si è appreso dal Viminale, è che non avrà l’autorizzazione ad avvicinarsi ai porti italiani.

Ma successivamente la nave ha lasciato i migranti a una nave della guardia costiera italiana, la Diciotti, "che pure era più lontana rispetto ai libici che stavano entrando in azione", fa sapere il Viminale . A questo punto - però - si fa sepere dal Viminale la posizione del ministro dell'Interno "non cambia". Il "problema politico" posto dal ministro dell'Interno.

E così, dopo gli stop alla Aquarius e alla lifeline , questa notte ha deciso di bloccare anche una nave battente bandiera italiana. Si tratta della Vos Thalassa, un'imbarcazione che ha salvato 66 stranieri nelle acque libiche dopo essere intervenuta in seguito ad un Sos nella zona di Sar.

Secondo quanto scrive Reppublica, Salvini ha fatto sapere che non intente indicare alcun porto di approdo per l'imbarcazione Vos Thalassa, che lavora come nave rifornimento per una piattaforma petrolifera della Total nel Mediterraneo. Dopo lo stop a organizzazioni non governative, mercantili e navi militari straniere, per la prima volta il disco rosso del leader leghista riguarda una nave italiana che viaggia con un carico di clandestini. "Si tratta infatti - spiegano le fonti del ministero degli Interni all' Huffington post- di una nave privata". Non solo. Secondo la ricostruzione del Viminale, la Vos Thalassa avrebbe anche "anticipato l'intervento della Guardia costiera libica che era già stata allertata". Da qui lo stop immediatamente condiviso con il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.

Già a metà giugno la Vos Thalassa era stata protagonista di un salvataggio di immigrati che erano stati, poi, affidati alla nave militare italiana "Diciotti". Anche oggi ha poi lasciato gli immigrati recuperati alla Diciotti che, come spiega il dicastero guidato da Salvini, "era più lontana rispetto ai libici che stavano entrando in azione". Come spiegato da Toninelli i 66 immigrati, che si trovavano a bordo della Vos Thalassa, "stavano mettendo in pericolo di vita l'equipaggio dell'incrociatore italiano", probabilmente perché non volevano essere riportati in Africa. Ciò nonostante ciò, fanno sapere dal Viminale, la posizione "del ministro non cambia": gli extracomunitari non sbarcheranno in Italia. Per questo non è stata ancora data alcuna indicazioni sul porto d'arrivo.

Paolo Savona torna al centro dell'attenzione dopo qualche tempo da quegli infuocati giorni di un mese fa, quando il presidente Mattarella ha fatto resistenza su una sua salita al ministero dell'Economia.

Il tema è il tanto discusso piano B " per l'uscita dall'euro. Piano ipotizzato da uno studio realizzato da scenari economici,ma da cui lo stesso in parte le distanze. Seconso il quotidiano Il Giornale in prima pagina mette in evidenza che oggi il ministro delle politiche europee, di fronte alla commissione sulle Politiche Ue di Senato e Camera è tornato a precisare la sua posizione. E a chi gli dice "Ma tu vuoi uscire dall'euro" risponde che "possiamo trovarci nelle condizioni in cui non siamo noi a decidere ma siano altri. La mia posizione del piano B, che ha alterato la conoscenza e l'interpretazione delle mie idee, è essere pronti a ogni evento".

Il piano B, insomma, come sottolinea il quotidiano il giornale come exit strategy non per decidere di abbandonare la moneta unica. Ma per essere pronti a reagire nel caso in cui altri decidessero di porre fine all'Euro. Nel presentare le sue idee alle commissioni, Savona ha rivelato che presto vedrà il governatore della Bce, Mario Draghi. Exd è a Supermario che esporrà le sue idee sulla banca centrale, la sua governance e gli errori fatti nell'impalcatura finanziaria dell'Eurozona. "Se alla Bce non vengono affidati compiti pieni sul cambio - ha detto il ministro - ogni azione esterna all'eurozona si riflette sull'euro senza che l'Unione europea abbia gli strumenti per condurre un'azione diretta di contrasto. L'assenza di pieni poteri della Bce sul cambio causa una situazione in cui la crescita dell'economia dell'eurozona risulta influenzata, se non determinata, da scelte o vicende che accadono fuori dall'Europa". Non solo. Perché, per sperare che "l'euro sopravviva", secondo Savona è necessaria "una stretta connessione tra architettura istituzionale dell'Ue e politiche di crescita".

Sul lato delle politiche che il governo intende mettere in campo, Savona suggerisce a Conte di "tenere conto" dei timori dei mercati quando si parla di flat tax, reddito di cittadinanza e Fornero. Questo non significa non attuare le promesse elettorali, ma per "rilanciare gli investimenti e la crescita" non occorre mostrare "fretta sul lato della spesa corrente prima che gli investimenti manifestino gli effetti attesi". "Il problema -è il ragionamento di Savona - non è quindi se attuare o meno le promesse ma i tempi e i modi in cui verranno attuate". Unica certezza: "Dicono che stiamo vivendo al di sopra delle nostre risorse, non è vero: stiamo vivendo al di sotto delle risorse, a causa dei vincoli Ue".

Infine, il ministro si è preso il tempo per lanciare una frecciata a chi l'ha accusato di aver fatto salire lo spread durante i giorni del braccio di ferro con Mattarella. "Sarei felice di governare lo spread, lo farei in senso opposto ma non coinvolgetemi in queste banalità Sono banalità irrilevanti, io non rappresento nessuno".

Le crisi sono costate alle banche "circa 12 miliardi per i salvataggi e per nuovi fondi europei e nazionali di garanzia", ma la tenuta del sistema è stata garantita da "addirittura 70 miliardi di aumenti di capitale e ancor più colossali continui prudenziali accantonamenti": in occasione dell'Assemblea Annuale, il presidente dell'Abi Antonio Patuelli (rieletto per acclamazione anche per il biennio 2018-2020) rivendica i risultati ottenuti, a cominciare dal forte calo delle sofferenze, che, "al netto degli accantonamenti, sono ridotte a circa 50 miliardi rispetto al picco del 2015", e dei crediti deteriorati netti, 135 miliardi rispetto ai 200 di giugno 2015. 

Mette in guardia dai rischi "strategici" dell'Italia dal non partecipare maggiormente all'Ue, scelta che potrebbe porci nei "gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani". E chiede anche gli strumenti perché in futuro banche e risparmiatori non debbano sopportare un peso così gravoso: "L'Unione Bancaria deve consentire ai sistemi nazionali di garanzia dei depositi di poter effettuare interventi preventivi per le banche in crisi, per evitare danni maggiori". E anche una maggiore razionalizzazione dei costi per gli interventi: "Chiediamo che le norme dispongano che ciascuna banca debba contribuire ai Fondi di garanzia di cui può teoricamente usufruire e non ad altri".

"La scelta strategica deve essere di partecipare maggiormente all'Unione Europea impegnando di più l'Italia nelle responsabilità comuni, anche con un portafoglio economico nella prossima Commissione Europea. - sostiene Patuelli - Altrimenti l'economia italiana potrebbe finire nei gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani. In questa primavera, in Argentina, il tasso di sconto ha perfino raggiunto il 40%. Con la lira italiana, negli anni Ottanta, il tasso di sconto fu anche del 19%".

Le banche italiane "proseguono i grandi sforzi e progressi" per la ripresa e l'opera di riduzione dei crediti deteriorati, passati in due anni da 200 a 135 miliardi ma "ogni aumento dello spread impatta su Stato, banche, imprese e famiglie rallentando la ripresa", afferma Patuelli. 

Ma l'Unione bancaria deve anche permettere alle banche in ciascun Paese di agire in maniera razionale, e tempestiva, per evitare i costi esorbitanti sostenuti nelle ultime crisi. "Le crisi bancarie si sono sviluppate in Italia più tardi rispetto al resto dell'Occidente e sono state affrontate, il più delle volte, con le nuove regole dell'Unione Bancaria nata il 4 Novembre 2014, purtroppo senza norme transitorie". I risultati sono stati vissuti sulla pelle dei risparmiatori, per il futuro occorre agire in un altro modo: "Chiediamo che le norme dispongano che ciascuna banca debba contribuire ai Fondi di garanzia di cui può teoricamente usufruire e non ad altri".  

Patuelli, da sempre deciso sostenitore dell'Unione Europea e dell'Unione bancaria, sottolinea come in questo momento occorra "una nuova spinta per un'Unione bancaria con regole identiche, con Testi unici di diritto bancario, finanziario, fallimentare e penale dell'economia e con coerenza fra regole contabili e prudenziali.

Occorre superare le contraddizioni a cui sono soggette le banche che debbono operare come banche d'Europa, con la Vigilanza unica, e contemporaneamente come banche con ancora nazionali e diversi diritti bancari, finanziari, fallimentari, penali dell'economia e soggette alla concorrenza dei diritti tributari". L'Unione passa anche per la semplice applicazione di regole di buon senso, osserva Patuelli: "L'Europa vince tutta insieme come quando riduce gli assorbimenti patrimoniali a fronte dei prestiti a diverse categorie di imprese e realizza i bonifici istantanei che consentono, in massimi dieci secondi, di trasferire denaro tracciato nell'area unica dei pagamenti in Euro".

Patuelli torna a chiedere che la Ue eviti l'imposizione "di un assorbimento patrimoniale sulle banche per il possesso di titoli pubblici che sono riserve di liquidità bancaria". Lo afferma il presidente Abi Antonio Patuelli all'assemblea dell'associazione rilevando come "i conflitti fra gli Stati in questi campi metterebbero in difficoltà gli stati che hanno più debiti". Patuelli ha inoltre sottolineato come i "numeri dei 'tettì dei crediti deteriorati debbono essere motivati in modo trasparente" e non "debbono soffocare la ripresa"

Patuelli rivendica anche il successo di un consistente piano di riduzione dei costi e degli sportelli: "A dicembre 2017 l'Italia ha visto ridurre a circa 27 mila il numero di sportelli bancari, con tendenza a ulteriori diminuzioni, mentre crescono, con varie denominazioni, gli uffici finanziari. I canali distributivi sono sempre più concorrenti per le libere e responsabili scelte di risparmiatori e investitori". A questo, sottolinea, si è giutni in accordo con i sindacati, di cui si apprezzano "rispetto reciproco e costruttività", nel comune obiettivo di definire "insieme i percorsi delle ristrutturazioni basati sempre su scelte volontarie, rifiutando l'indifferenza sociale".

 

 

L'Italia donerà alla Libia dieci motovedette della Guardia Costiera e due unità navali della Guardia di Finanza. E' quanto prevede la bozza del decreto legge all'esame del pre consiglio dei ministri che stanzia anche poco meno di un milione e 400mila euro in due anni per la manutenzione dei mezzi e la formazione del personale della Marina e della Guardia Costiera libica.

Intanto Il decreto dignità sarà "un primo passo in avanti", dice il ministro del Lavoro, "però io so benissimo che il nostro intervento non potrà prescindere dall'abbassamento del costo del lavoro" e "questo nella legge di bilancio ci sarà". "Il nostro obiettivo - dichiara - è abbassare il costo del lavoro per permettere alle persone di avere contratti con più tutele possibile e questo obiettivo richiede anche che le imprese devono smettere di spendere costi per la burocrazie per avere più risorse" per creare valore e lavoro. 

"Il preconsiglio dei ministri è oggi. Ma anche il consiglio dei ministri è stasera perché non c'è solo il decreto dignità da discutere, ma anche altri temi". Lo afferma il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza stampa anticipando che il decreto conterrà "interventi sul contratto a tempo determinato e a tutele crescenti". Di Maio rispondendo alle domande dei giornalisti sulla convocazione del Cdm ha detto che avrebbe chiamato immediatamente palazzo Chigi per avere ulteriore conferma.

Pacchetto fisco 'light' con ritocchi al redditometro, slittamento della scadenza dello spesometro al 28 febbraio (dal 30 settembre) e stop allo split payment solo per i professionisti. Lo prevede una delle ultime bozze del decreto dignità, che l'ansa ha visionato, al vaglio dei tecnici al preconsiglio dei ministri prima di arrivare sul tavolo del governo.

Rivista, nell'ultima bozza del decreto dignità che l'ansa ha visionato, la norma sulle delocalizzazioni che farà scattare multe da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto per le imprese che delocalizzano "entro cinque anni dalla data di conclusione dell'iniziativa agevolata". Una prima versione indicava un arco temporale di 10 anni. La stretta resta sia per chi lascia l'Italia per un Paese extraeuropeo si per chi trasferisce l'attività, anche in parte, in uno dei Paesi dell'Unione. Il beneficio, inoltre, andrà restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali.

Tutte confermate, tranne la cancellazione dello staff leasing, le misure per contrastare il precariato in arrivo con il decreto dignità. Nell'ultima bozza infatti salta la misura che impediva contratti di somministrazione a tempo indeterminato. Si prevede comunque che nel caso di somministrazione a tempo determinato valgano le stesse regole degli altri contratti con scadenza. 

Quindi, per tutti i tempi determinati non si potranno avere più di 4 proroghe, con un limite di durata massima comunque non superiore a 36 mesi. Le nuove norme valgono anche nei casi di rinnovo dei contratti attualmente in corso. In caso di rinnovo, e per i contratti oltre 12 mesi, tornano le causali: temporanee e oggettive o per esigenze sostitutive; connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell'attività ordinaria; per picchi e attività stagionali. A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all'1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Naspi.

Oggi la polizia belga ha arrestato una coppia belga di origini iraniane con l'accusa di tentato omicidio terrorista perché stavano organizzando un attentato con dell'esplosivo in Francia, a Villepinte, durante una conferenza organizzata sabato scorso dai mujaheddin del popolo iraniano. La coppia è stata fermata sabato, e nella loro auto la polizia ha trovato 500 grammi di esplosivo Tatp e un detonatore.

Secondo quanto riportano i media belgi la coppia, di nazionalità belga, è residente a Wilrijk, una cittadina vicino Anversa. Sabato è stata intercettata a bordo dell'auto dalla polizia di Bruxelles in un quartiere della capitale ed è stata arrestata dopo il ritrovamento dell'esplosivo. Nel frattempo, in Francia veniva arrestato un presunto complice ed interrogate altre due persone, mentre in Germania è stato fermato un contatto della coppia, un diplomatico iraniano che lavora presso l'ambasciata a Vienna.

Fermare l'invasione". Il premier ungherese Viktor Orban a margine del Consiglio europeo ha ribadito la sua linea dura sull'immigrazione, "necessaria per restaurare la democrazia".

La gente chiede due cose", ha spiegato Orban: "la prima è non più migranti che entrano, cioè fermarli. La seconda è che quelli che sono dentro devono essere riportati indietro. Questa è la volontà del popolo. Per restaurare la democrazia europea dobbiamo muoverci in questa direzione", ha concluso il premier ungherese.

Una linea quella del leader di Fidesz che stride con la proposta del presidente francese Emmanuel Macron, favorevole a una risposta europea basata su solidarietà e responsabilità. Secondo Macron "bisogna fare un lavoro fuori delle frontiere dell'Europa, alle frontiere dell'Europa e anche all'interno dell'Europa. Il capo dell'Eliseo ribadisce inoltre che al momento "non c'è una emergenza migranti, ma politica". Una visione consivisa anche dal premier del Lussemburgo Xavier Bettel che si augura che il ministro dell'Interno Tedesco, Horst Seehofer, "capisca che abbiamo bisogno di soluzioni" altrimenti "ci sarà un effetto domino".

Un incontro "spartiacque" prende il via oggi a Bruxelles. A definirlo così è il premier italiano Giuseppe Conte che è arrivato nella capitale belga per partecipare al Consiglio europeo che vede al centro la questione dell'immigrazione"L'Italia non ha bisogno di attestati ma di fatti concreti", ha detto il presidente del Consiglio italiano, "Da questo punto di vista questo incontro sarà uno sparti acque e sono pronto a tutte le conseguenze. Ho ricevuto molte manifestazioni di solidarietà. Oggi è un giorno molto importante. Ci si aspetta che le parole si traducano in fatti".Conte ha anche ribadito che un veto italiano a un accordo che non rispecchi le richieste fatte al prevertice di domenica scorsa è ancora sul tavolo: "È una possibilità che non voglio considerare, ma se dovessimo arrivare a questo sicuramente per parte mia non arriveremo a conclusioni condivise", ha detto, "Come sapete l'Italia ha elaborato una proposta assolutamente ragionevole, pienamente conforme ai principi e allo spirito dell'Europa".

Incontro bilaterale in corso tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel per preparare i lavori del Consiglio europeo. Sarà un vertice europeo "difficile". A poche ore dall'inizio dei lavori, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk usa Twitter per avvertire quanto la strada sia tutta in salita. Nel pomeriggio si parlerà di difesa e sicurezza con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, di commercio, dossier dove non ci sono particolari criticità tra i 28; ma per la cena è prevista la discussione sul tema politicamente più controverso in Europa, quello della gestione dei flussi migratori, che non solo divide i 28 ma anche molti governi, come accade ad esempio in Germania, con il ministro 'falco' Horst Seehofer che sulla questione dei movimenti secondari dei migranti dal Paese di primo ingresso verso altri minaccia di far saltare l'esecutivo di Angela Merkel.

"Negli incontri che ho avuto ho avuto molte manifestazioni di solidarietà, oggi è un giorno molto importante aspettiamo che queste parole si traduccano in fatti": così il premier Giuseppe Conte entrando al vertice europeo. "L'Incontro sarà uno spartiacque", ha aggiunto. "Arriviamo a questo Consiglio Ue con proposte ragionevoli e in linea con spirito e principi europei. In questi anni l'Italia ha ricevuto manifestazioni di solidarietà a parole. Ora basta. Questa è l'occasione in cui tutti possono finalmente dimostrare la solidarietà con i fatti", ha scritto in un tweet il premier.

"Oggi capiremo se davvero l'Europa vuole gestire in maniera solidale il fenomeno migratorio. Compromessi al ribasso non li accetteremo. L'Italia la sua buona volontà l'ha sempre dimostrata", ha detto poi Conte prima dell'avvio del vertice. "Se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri paesi europei, potremmo chiudere questo Consiglio senza approvare conclusioni condivise" sui migranti, ha detto ancora Conte.

La cancelliera tedesca, dopo aver incassato l'ok da Spagna e Francia sulla collaborazione dei movimenti migratori secondari, ora cercherà di stringere nuovi accordi. Il premier greco Alexis Tsipras al Finacial Times ha detto di essere disponibile. E anche con l'Italia sembra ci siano margini per un'intesa, in cambio di un riconoscimento sulla compartecipazione alla responsabilità sugli sbarchi, un superamento di fatto di Dublino, sul modello di quanto avvenuto nei casi di Aquarius e Lifeline. Una linea rossa su cui il premier Giuseppe Conte potrebbe arrivare a bloccare le conclusioni del vertice, sulla parte migrazione. I segnali che arrivano da Berlino lasciano la porta aperta.

La cancelliera tedesca anche stamani ha ribadito: "Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi. Questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino III. Fino a quando su tutto questo non ci sarà un consenso a 28, andremo avanti con una coalizione dei volonterosi". Intanto il premier spagnolo Pedro Sanchez invita l'Italia ad abbassare i toni. "I discorsi incendiari possono essere efficaci in termini elettorali, ma non lo sono come risposta a questi drammi".

Al vertice Ue sulla questione migranti "l'alternativa è semplice: vogliamo soluzioni nazionali o soluzioni europee di cooperazione? Io difendo soluzioni europee" all'interno delle regole Ue e di Schengen "alle frontiere europee, fuori delle frontiere europee e in seno all'Ue sulla base dei principi di responsabilità e solidarietà": così il presidente francese Emmanuel Macron al suo arrivo, sottolineando che il problema migranti "non è nuovo" e l'Ue "lo vive dal 2015".

"Questo è un vertice cruciale perché credo che l'Europa debba prendere delle decisioni - ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani entrando al vertice europeo -. Farò di tutto affinché gli Stati membri decidano cosa fare sulla migrazione, che è il problema numero uno del'Europa oggi. Rinvii, ritardi, o assenza di decisioni sarebbero perniciosi". 

Intanto la crisi provocato anche dalle politiche di austerita Europee vediamo prendendo un esempio a Roma in Via Barberini che oggi è una via fantasma dove il tempo sembra essersi fermato. Di quella strada elegante e piena di vita resta soltanto il ricordo. Un ricordo offuscato, come le vetrine dei negozi vuoti da mesi.Non importa se qui siamo nel cuore di Roma, a due passi dalla Via Veneto della dolce vita e a poche centinaia di metri da via del Corso: colpa della crisi e degli affitti troppo alti, molte attività sono state costrette ad abbassare la serranda. Ovunque campeggiano i cartelli affittasi, ma di locatari non c’è neanche l’ombra. 

“Qui si parte da 7mila euro al mese per pochi metri quadri, la maggior parte delle aziende non ce la fanno a sostenere cifre del genere”, commenta David Di Veroli, titolare di un negozio di abbigliamento. “La maggioranza degli immobili – ci spiega - è di proprietà di grandi costruttori che non hanno interesse ad abbassare il prezzo”. Così i locali sono rimasti vuoti, e si sono trasfomati in piccole discariche e ricoveri per i senzatetto che vagano per la città.All’altezza del civico 68 una clochard romena ha sistemato cartoni e coperte tra la grata e la porta di un locale commerciale che assomiglia ad una ex gioielleria. 

“Di giorno va in giro a chiedere l’elemosina, poi di notte torna e si mette a dormire qua”, ci dice Rosario, un senza fissa dimora italiano che ha sistemato i suoi pochi effetti personali sul basamento di travertino del negozio a fianco. “Anche io passo la notte qui”, ci confessa. Come lui ce ne sono altri, confermano i commercianti che cercano di sopravvivere in una strada che romani e turisti non percorrono quasi più. “È normale, se vedi l’immondizia vai da un’altra parte, il passaggio diminuisce e quindi calano anche gli affari”, si lamenta Aldo Msellati, storico orologiaio della Capitale, nominato cavaliere del lavoro dopo aver eseguito il restauro dell’orologio ad acqua del Pincio. 

Uno spettacolo indecoroso per residenti e turisti. “Qui è una catastrofe”, commenta un professionista che lavora nella zona. “Quelli che consideriamo Paesi del Terzo Mondo ormai ci hanno abbondantemente superato”, ironizza davanti ad un cumulo di pattume. “In passato siamo stati costretti a tenerci i rifiuti all’interno del locale per non lasciarli davanti al bar - spiega la proprietaria di una caffetteria bio – con tutti i problemi che questo comporta”. “Siamo stati costretti a farlo visto che sarebbe stato paradossale tenere la spazzatura accatastata davanti alla porta di un’attività incentrata sul rispetto dell’ambiente”, continua.

 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI