Carissimi,
in questa solenne festa del nostro santo patrono San Corrado Confalonieri, nel quinto centenario della sua beatificazione, gli ho chiesto di raccontarci in prima persona cosa avvenne nell’istante della sua conversione. A Lui la parola:
“Un cammino sul crinale della morte /dove la legge è ferrea nel suo giro / «non si può amare senza morire»/ la morte è nulla, /ma anche grembo/ quell’istante è niente travolgente / tanto è fecondo, creativo / inchiodato da un’evidenza potente / “come può fiorire il deserto”/ “può crescere un giardino in tanta arsura”.
Ho indagato me stesso/ tutta la vita passata, /in essa contemplai anche la futura, /rannicchiata in quell’istante /custodita nel suo nucleo incandescente /nel fuoco della memoria bruciata /goccia d’acqua in un braciere ardente.
È un peregrinare nell’anima /i cui confini non trovi mai /perché immenso è il suo logos.
Uno spettacolo di vita nella morte /da un baratro gemina esistenza /chi sono io in quest’ora /sono ora io, chi io sarò in quest’istante /il dolore ha riempito gli occhi di pianto /e da qui si vede chiaro nel futuro/il cuore fissa le assenze / è intuito che scende o s’innalza / in orizzonti comunque sconfinati / là dove sempre si avanza / per risorgere di nuovo rigenerati.
Un grido prorompe in quest’istante/ attraversa i moti impenetrabili dell’animo mio /so del perdono, ne ho bisogno, ora lo invoco / se Tu a me colpevole lo doni /sto in ginocchio: “Signore mio e mio Dio”.”.
Grande san Corrado, uomo convertito dalla misericordia. Speriamo possa dirci qualcosa di più anche domani.
Un abbraccio +don Tonino Staglianò
Vescovo di Noto