Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ammesso apertamente di aver tenuto sotto controllo l’andamento dei mercati finanziari prima di correggere la rotta sulla sua politica tariffaria. In particolare, il tycoon ha rivelato di aver “osservato attentamente il mercato obbligazionario”, definendolo “molto complicato”, ma indicativo delle reazioni degli investitori alle misure annunciate dalla Casa Bianca.
A far riflettere Trump sarebbe stata l’analisi della serata di martedì, quando ha riconosciuto che l’impatto psicologico dei nuovi dazi stava generando timori sui mercati: “Erano un po’ spaventosi”, ha detto ai giornalisti, ammettendo che l’eccessiva rigidità avrebbe potuto creare più danni che benefici.
Da qui la decisione di sospendere per 90 giorni l’aumento generalizzato delle tariffe, che resteranno al 10% per tutti i Paesi, fatta eccezione per la Cina, verso la quale Trump ha annunciato una linea molto più dura, con dazi fino al 125%. Una scelta che conferma il braccio di ferro con Pechino, ma allo stesso tempo introduce una nota di pragmatismo nella politica economica americana.
“Dobbiamo essere flessibili” – ha spiegato Trump – “e valutare passo dopo passo le reazioni del mercato e degli operatori economici”.
Con questa mossa, il presidente americano sembra voler rassicurare Wall Street e gli alleati internazionali, senza rinunciare alla sua strategia negoziale aggressiva, ma lasciando intendere che le valutazioni economiche continueranno a pesare sulle decisioni politiche.
Trump frena sui dazi dopo aver letto i segnali del mercato: “Il mercato obbligazionario è insidioso, serve attenzione”
Nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, Donald Trump ha sottolineato quanto la reazione dei mercati finanziari abbia inciso sulla sua decisione di rivedere temporaneamente la politica dei dazi. Il presidente ha ammesso senza mezzi termini:
"Stavo osservando il mercato obbligazionario. Il mercato obbligazionario è molto complicato. Lo stavo osservando", ribadendo il ruolo centrale dell’analisi economica nel processo decisionale.
Trump ha spiegato che il crescente nervosismo degli investitori è stato un campanello d’allarme: “Ho notato che la gente stava diventando un po’ nervosa”, ha affermato, aggiungendo che proprio il mercato obbligazionario statunitense – spesso considerato un indicatore anticipatore di crisi o instabilità – è “molto insidioso”.
Con queste parole, il presidente non solo riconosce l'importanza dell'equilibrio economico nei rapporti commerciali internazionali, ma lancia anche un segnale di prudenza verso chi lo accusa di essere eccessivamente impulsivo sulle questioni tariffarie.
La riflessione di Trump dimostra che, nonostante la retorica muscolare, la Casa Bianca resta attenta agli umori del mercato e ai segnali di possibile tensione economica. Un’apertura alla flessibilità che lascia intravedere una strategia più tattica e meno ideologica, almeno sul breve periodo.
Trump apre al dialogo commerciale ma lancia un monito a Pechino: “L’accordo si farà, ma la Cina è in difficoltà”
Durante un intervento dalla Casa Bianca, Donald Trump ha ribadito la volontà degli Stati Uniti di siglare nuovi accordi commerciali con tutti i partner internazionali, compresa la Cina. Una linea apparentemente distensiva, ma non priva di sfumature critiche nei confronti di Pechino.
“Si farà un accordo con la Cina. Si farà un accordo con tutti”, ha dichiarato il presidente, lasciando intendere che l’obiettivo della sua amministrazione non è la chiusura, ma il riequilibrio degli scambi internazionali a favore degli interessi statunitensi.
Tuttavia, Trump ha colto l’occasione per evidenziare quelle che considera le difficoltà strategiche della controparte cinese, aggiungendo che “i leader cinesi non sanno bene come procedere”. Una frase che suona come un misto tra constatazione e sfida diplomatica, mirata forse a mettere pressione su Pechino e a rafforzare la posizione negoziale americana.
La posizione di Trump, dunque, oscilla tra apertura al dialogo e fermezza nei contenuti, ricalcando lo schema che ha spesso caratterizzato la sua politica commerciale: toni decisi, obiettivi chiari, ma spazio alla trattativa, purché le condizioni siano vantaggiose per Washington.
In questo scenario, il messaggio è duplice: gli Stati Uniti sono pronti a negoziare, ma non a qualsiasi costo, e la Cina, se vuole trovare un’intesa, deve dimostrare altrettanta chiarezza e capacità di azione.
Von der Leyen apre alla distensione: “Sospendiamo le contromisure Ue per 90 giorni, diamo spazio al negoziato”
In risposta all’annuncio del Presidente Trump sulla sospensione temporanea dell’aumento dei dazi, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato la disponibilità dell’Unione Europea a favorire un clima di dialogo.
“Abbiamo preso nota dell’annuncio del Presidente Trump. Vogliamo dare una possibilità ai negoziati”, ha affermato von der Leyen, sottolineando la volontà dell’Ue di non alzare subito il livello dello scontro commerciale.
In quest’ottica, Bruxelles ha deciso di congelare temporaneamente le contromisure già pronte e largamente condivise dai Paesi membri: “In attesa di ultimare l’adozione delle contromisure dell’Ue, che hanno ottenuto il forte sostegno dei nostri Stati membri, le sospenderemo per 90 giorni”, ha aggiunto la presidente della Commissione.
Si tratta, a tutti gli effetti, di un gesto politico distensivo che punta a evitare un’escalation dannosa per entrambe le sponde dell’Atlantico, privilegiando invece la strada del confronto costruttivo. La finestra temporale di tre mesi sarà dunque cruciale per verificare la reale disponibilità degli Stati Uniti a giungere a un compromesso equo e sostenibile per tutte le parti coinvolte.
Fonte Varie Agenzie