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Sulla decadenza voto palese al Senato, l'ira di Berlusconi

Sulla decadenza voto palese al Senato. L'ira di Berlusconi, salta pranzo con ministri. Alfano, battaglia in Parlamento. Sette voti a favore, 6 contrari. Il Cav disdice pranzo con iministri. M5S esulta. Parte offensiva Pdl. Brunetta, decisione contra personam. Schifani: 'Pagina buia, conseguenze'. E Quagliariello, decade per sentenza ingiusta. Forte tensione nelpartito. Epifani, applicare legge Severino.

La decisione di votare a scrutinio palese sulla decadenza perché non sarebbe un voto sulla persona, ma sull'integrità del Plenum del Senato è passato con 7 voti a favore e 6 contrari. Il deputato Karl Zeller (Svp) ha votato a favore del voto segreto.

"Vittoria! Sarà voto palese come ha sempre proposto dal primo giorno il Movimento 5 Stelle. Con il voto palese la stella della trasparenza illumina il buio del Senato". Commenta così Paola Taverna, capogruppo del Movimento 5 Stelle, il voto in giunta regolamento. "Senatore Berlusconi è giunta l'ora che si rispetti la legge" aggiunge.

"Quello sulla decadenza di Berlusconi non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto", aveva detto Linda Lanzillotta (Sc) in una pausa dei lavori della Giunta per il regolamento. "Non reinterpretiamo regolamento perché è la prima volta che si applica legge Severino".

E ora, innanzitutto in sede parlamentare, lì dove si è consumato il sopruso, sarà battaglia per ripristinare il diritto alla democrazia". Così Angelino Alfano.

"Dopo la decisione della Giunta per il Regolamento per il voto palese, chiediamo che il Presidente del Senato Grasso faccia seguito a quanto affermato ieri nel corso della riunione dei capigruppo e calendarizzi immediatamente per la prossima settimana già dal 5 novembre il voto sulla decadenza del senatore Berlusconi. Ora non ci sono più ostacoli. Si voti subito". E' questo l'appello che i senatori del M5S rivolgono al presidente del Senato Grasso attraverso una nota.

"Rispetto e comprensione per la scelta della Giunta. Basta polemiche che vanno oltre ogni limite. La l. Severino è una legge perfettamente costituzionale che va applicata, così come è avvenuto nei trentasette casi precedenti. Si abbassino quindi i toni e si ricordi che la giustizia deve essere uguale per tutti". Così Guglielmo Epifani.

''C'è bisogno ci sia separazione fra le singole vicende giudiziarie e l'azione del governo'': lo ha ribadito il presidente del Consiglio Enrico Letta rispondendo a 'Radio Anch'io' ad una domanda sulla richiesta di Berlusconi di dichiarare la non retroattività della legge Severino. ''La risposta - ha detto - è contenuta nel voto di fiducia del 2 ottobre''. A Berlusconi, ha spiegato Letta, ''non è che devo rispondere oggi. La risposta è contenuta nel voto di fiducia del 2 ottobre''. ''Ho chiesto la fiducia - ha aggiunto - il parlamento me l'ha data con largo consenso. E il pilastro di quel discorso era: l'Italia ha bisogno di ripresa, di un governo e che ci sia separazione fra singole vicende giudiziarie e l'azione del governo. Punto. Quella separazione era il 2 ottobre ed era la base sulla quale il Parlamento, a larga maggioranza, ha dato fiducia al governo''.

''Sulle decisioni che prenderà la giunta del Regolamento del Senato sul voto segreto o palese non nutro un grande ottimismo'': cosi' Francesco Nitto Palma intervistato dalla Telefonata di Canale 5. ''E' evidente - ha aggiunto il senatore del Pdl - che la giunta sta procedendo come se fosse un atleta dei cento metri. Nella giunta valgono le stesse regole della maggioranza politica che ci sono in Parlamento''. Il senatore ha accusato il presidente del Senato Pietro Grasso di ''aver favorito una forsennata accelerazione'' dell'intera vicenda''.

I tempi ''saranno quelli determinati dalle maggioranza politiche: possono votare la decadenza in Aula, ma poi sia chiaro chi mina la stabilità. Se sarà un voto politico, nessuno si lamenti delle conseguenze''. Così in una intervista alla Stampa il presidente della commissione Giustizia del Senato Nitto Palma, secondo il quale dopo la ''novità'' contenuta nelle motivazioni della sentenza della Corte di Appello di Milano bisogna ''reinvestire la Giunta di questa novità, perché la possa valutare come organo''. Per il senatore Pdl, infatti, ''nella sentenza è spiegato che l’incandidabilità è una sanzione lasciata all'autorità amministrativa, e si aggiunge subito dopo che è decisa dall'autorità amministrativa. Quindi viene definita una sanzione amministrativa. Il che è molto importante, visto che il dibattito sulla incandidabilità verteva anche su questo: noi dicevamo che è una sanzione, e quindi irretroattiva, mentre altri ne negavano la natura di sanzione''. Insomma, si tratta, rispetto a precedenti interventi, citati anche da Felice Casson per sostenere la tesi contraria, di una ''nuova interpretazione''.

'La corte d'Appello di Milano ha detto che l'incandidabilità è una sanzione amministrativa, e pertanto non è retroattiva. Quindi da ragione a noi e non c'è motivo di andare avanti''. Francesco Nitto Palma spiega così perché la giunta per il Regolamento del Senato è stata sospesa.

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