Unica leader europea presente alla cerimonia di insediamento del presidente Donald Trump, Giorgia Meloni ha risposto alla domande dei giornalisti presenti a Washington. «Penso sia fondamentale per una nazione come l’Italia, che vanta rapporti estremamente solidi con gli USA, dimostrare la volontà di continuare e rafforzare questa relazione. Le sfide di oggi sono globali e interconnesse».
Giorgia Meloni si rivelerà la carta vincente dell'Europa. Il leader italiano è tra coloro che aspirano a essere il perno delle relazioni transatlantiche", scrive l'Economist. Secondo il settimanale, il secondo mandato di Donald Trump "è causa di molta ansia in Europa, un luogo che dipende dall'America per la sua difesa (attraverso la NATO, ma anche assicurando il flusso di armi all'Ucraina) e che le vende molte auto, borse e altri gingilli europei".
Sono certa che l'amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro di prosperità e sicurezza per i nostri popoli". Lo afferma la premier Giorgia Meloni sui social, pubblicando una foto in cui posa insieme a Trump. "L'Italia - aggiunge - sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
L’Italia è stata la prima nazione in Europa a regolamentare i privati nello spazio – ha rivendicato la premier – e io non prendo ordini da nessuno, mi confronto con tutti. Lui è mio amico. Io sono amica di tanti”.
Poi Meloni ha tirato fuori le unghie : “Una delle imprese di Musk è avere reso gli esponenti del Pd sovranisti. Un’impresa migliore di essere andato nello spazio”.Era stato Romano Prodi, alcuni giorni prima, ad avere accusato Giorgia Meloni di essere una mera esecutrice degli ordini di Trump e Musk.
“Chiunque abbia un’idea diversa dalla vostra diventa impresentabile“, ha rincarato la dose. “Ma non ci si può nascondere sempre dietro l’impresentabilità dell’avversario per non entrare nel merito”.
Per Giorgia Meloni, “la lente” tramite la quale l’opposizione italiana “legge i fenomeni è sempre quella dell’amico-nemico“.
Poi Meloni ha tirato in ballo Mattarella: “Ringrazio il presidente della Repubblica per aver detto la stessa cosa, in politica estera non funziona così: non ci sono gli iscritti al Partito democratico di tutto il mondo che sono i buoni e che vanno avvicinati e tutti gli altri con diverse culture politiche che sono i cattivi che vanno allontanati. Se ragiona così l’Europa è già morta e io non la voglio uccidere”.
Intanto Trump ha annunciato che avrebbe ritirato gli Stati Uniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, una mossa importante che ha interrotto i legami di Washington con l'agenzia di sanità pubblica delle Nazioni Unite dal suo primo giorno in carica.
Trump è stato a lungo critico nei confronti dell'OMS e la sua amministrazione si è ufficialmente ritirata dall'organizzazione nel luglio 2020 mentre la pandemia di COVID-19 continuava a diffondersi in tutto il mondo.
Come motivo per il ritiro degli Stati Uniti, il testo dell'ordine esecutivo cita:
la cattiva gestione della pandemia di COVID-19 derivante da Wuhan, in Cina e da altre crisi sanitarie globali;
mancata adozione delle riforme urgentemente necessarie;
e l'incapacità di dimostrare l'indipendenza dall'influenza politica inappropriata degli Stati membri dell'OMS.
Il decreto afferma inoltre che l'OMS "continua a richiedere pagamenti ingiustamente onerosi" dagli Stati Uniti.
Il dottor Ashish Jha, che ha ricoperto il ruolo di coordinatore della risposta al COVID-19 della Casa Bianca durante l'amministrazione Biden, lo ha definito un "errore strategico".
"L'OMS è un'organizzazione essenziale – e con l'uscita dell'America, c'è un vuoto politico che può essere riempito solo da un paese – e questa è la Cina", ha detto Jha in un'intervista alla CNN.
Ha predetto che la Cina rafforzerà l'organizzazione in assenza di finanziamenti e leadership statunitensi, il che potrebbe, a sua volta, "dare alla Cina più influenza politica in tutto il mondo".
Jha ha avvertito che lasciare l'OMS indebolisce anche l'agenzia perché fa molto affidamento sul personale e sulle competenze statunitensi, in particolare quando si tratta di sorveglianza dell'influenza.
Gli Stati Uniti sono formalmente obbligati a continuare a finanziare per un anno, ma non è certo che lo faranno.