Donald Trump torna a far sentire la sua voce sul conflitto tra Russia e Ucraina e lo fa con toni durissimi. In un post pubblicato sulla piattaforma Truth Social, l'ex presidente degli Stati Uniti ha attribuito la responsabilità della guerra all’attuale amministrazione americana e al governo ucraino.
"La guerra tra Russia e Ucraina è la guerra di Biden, non la mia", ha dichiarato Trump, puntando il dito contro il Presidente Joe Biden e il leader ucraino Volodymyr Zelensky. "Il presidente Zelensky e il corrotto Joe Biden hanno fatto un lavoro assolutamente orribile nel permettere che questa farsa iniziasse", ha aggiunto l’ex presidente, rilanciando le sue accuse nei confronti dell’establishment democratico.
Secondo Trump, il conflitto si sarebbe potuto evitare. "C’erano molti modi per impedirne l’inizio", ha sottolineato, ribadendo la convinzione che una politica estera più decisa e meno compromessa avrebbe potuto scongiurare l’escalation.
Le parole del tycoon arrivano in un momento delicato per la diplomazia internazionale e alimentano ulteriormente il dibattito sul ruolo degli Stati Uniti nel conflitto in corso.
Nuovo botta e risposta tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Il presidente Usa, come riportato da Rai News, ha pubblicato un duro attacco su Truth contro Joe Biden e il leader ucraino. Le sue parole arrivano in un momento in cui la situazione sul campo resta estremamente critica, con nuovi bombardamenti e decine di feriti.
Parallelamente alle dichiarazioni di Donald Trump, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un aggiornamento sulla situazione bellica in Ucraina. In un post su X (Ex Twitter), ha scritto: “Tutti gli obiettivi colpiti sono civili: edifici di appartamenti, negozi, un benzinaio“. Il leader ha fornito un bilancio delle vittime e dei feriti a seguito di un attacco missilistico a Sumy, dove 119 persone sono rimaste ferite. Inoltre, sette feriti sono stati registrati a Odessa a causa di un attacco con droni “Shahed“.
Mosca detta le condizioni per il cessate il fuoco: "Kiev fuori dalla NATO e riconosca i nostri confini"
Mentre gli Stati Uniti valutano le proprie strategie nel conflitto ucraino, la Russia torna a dettare pubblicamente le sue condizioni per un eventuale cessate il fuoco. A delineare la posizione del Cremlino è Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti esteri, che in un’intervista rilanciata dall’agenzia Tass ha ribadito le richieste ritenute da Mosca "non negoziabili".
Tra le priorità, la rinuncia dell’Ucraina all’ingresso nella NATO, lo status di Paese neutrale e denuclearizzato, la completa demilitarizzazione e la cosiddetta “denazificazione” di Kiev. Naryshkin ha inoltre indicato come necessaria l’abolizione di tutte le leggi considerate discriminatorie approvate dopo il 2014, anno della rivoluzione di Maidan.
Ma il nodo più controverso resta quello dei confini: qualsiasi accordo, ha sottolineato il numero uno dell’intelligence russa, dovrà includere il riconoscimento della "sovranità e dei confini attuali della Federazione Russa", un riferimento diretto ai territori ucraini attualmente occupati dalle forze di Mosca e da essa già annessi unilateralmente.
Una posizione che difficilmente troverà aperture a Kiev o in Occidente, ma che mostra chiaramente quali siano, al momento, le condizioni che Mosca considera fondamentali per mettere fine alle ostilità.
Donald Trump non firma: l'ultimo "sgarbo" a Zelensky
Gli Stati Uniti hanno deciso di non appoggiare una bozza di dichiarazione del G7 che includeva la condanna dell'attacco russo a Sumy, avvenuto domenica scorsa. Secondo fonti diplomatiche citate da Adnkronos, aggiunge Il Giornale, la scelta sarebbe stata dettata dalla volontà di "mantenere aperto uno spazio negoziale" con Mosca.
Fonte varie agenzie