Ancora oggi, alla fine del mio mandato come consigliera della ormai ex - provincia di Crotone, mi trovo a pormi le stesse domande che sollevavo al mio insediamento e purtroppo a non avere alcuna risposta in merito.
Come cittadina mi interrogo su quello che sarà il destino dei nostri figli e di chi come me ha deciso di vivere in questo meraviglioso ma allo stesso tempo sfortunato lembo d’Italia.
Ogni giorno assistiamo al triste corteo di chi accompagna il feretro di un proprio caro e lo fa con la consapevolezza di non essere immune allo stesso male e con l’angoscia di sapere che, se è vero che le patologie tumorali ormai rappresentano il male del secolo, alle nostre latitudini l’incidenza è a questo punto indubbiamente anomala.
Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) ci conferma che i dati sono allarmanti, il profilo di mortalità per patologie tumorali nel SIN di Crotone, Cassano e Cerchiara è superiore alla media italiana, ad ulteriore conferma abbiamo la ormai nota relazione dell’ARPACAL sui cui vengono riportati i risultati analitici del piano di caratterizzazione dei siti interessati dalla presenza di CIC “Conglomerato Idraulico Catalizzato”, ricadenti nel Comuni di Crotone, Cutro ed Isola di Capo Rizzuto, in cui si evidenzia la presenza di sostanze nocive alla salute in tutti e 18 i siti analizzati.
Sono decenni ormai che aspettiamo la bonifica dei siti inquinati, per ridare luce alle nostre bellezze naturali e speranza di una vita sana a chi risiede in questo territorio.
Perché tutto qui è complicato? Perché una cosa notoriamente giusta ancora oggi tarda a partire?
Abbiamo sentito molte parole e molte promesse, ma quello che vediamo sono nuovi decessi e nuovi ammalati.
Ho più volte chiesto con veemenza l’istituzione di un consultorio che funga come primo presidio di sanità ed aiuti i cittadini di Isola di Capo Rizzuto a prevenire o quantomeno ad individuare in maniera tempestiva tali patologie.
Risale al 2009 la mia iniziativa per dar vita ad un osservatorio provinciale oncologico che fosse utile in qualche modo a dare delle risposte certe a tutti coloro che, allarmati dalle continue morti per cause oncologiche, si chiedono se esiste e quale potrebbe essere la soluzione a questo annoso problema.
Iniziativa che solo nel 2012 ha portato alla divulgazione del 1° Rapporto ai cittadini sulle malattie oncologiche e di cui ad oggi ed a distanza di ben due anni non si ha più notizia.
Rinnovo ancora, dopo due anni, la mia domanda, a che punto è il registro tumori?
Non sarebbe opportuno, alla luce dei fatti, che venisse istituita una task force per effettuare un vero e proprio screening epidemiologico della popolazione ricadente all’interno dei siti inquinati, in modo da avere contezza di quanto e di come questa emergenza ambientale incide sul nostro stato di salute?
Consigliere provinciale (Gruppo Misto)
Maria Maio