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Formazione ingegneri, rinnovato il consiglio della fondazione del'ordine di Catania

Riconfermato Mauro Scaccianoce alla presidenza della Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Catania, che si è insediata ieri pomeriggio (2 ottobre) nella sede di via Vincenzo Giuffrida. Ingegnere civile-idraulico, esperto in lavori pubblici, Scaccianoce guiderà il neo Consiglio d’Amministrazione che organizza le attività di formazione per gli oltre 5700 iscritti all’Albo etneo. Lo affiancheranno: il segretario Alfio Grassi, il tesoriere Giorgia Ferlazzo, i vicepresidenti Salvatore Bazzano e Salvatore Gabriele Ragusa, i consiglieri Corrado Arangio, Carlo Boero, Alfredo Maria Cavallaro, Francesca Cuius, Francesco Di Mauro, Giovanna Angela Fargione, Vincenzo Musumarra, Natale Saccone, Davide Salvà Birbante, Alfio Torrisi.

«Questa conferma, che per la prima volta vede quale presidente un semplice iscritto e non un consigliere – sottolinea Scaccianoce - mi riempie di orgoglio ma nello stesso tempo mi investe di profonda responsabilità. Una nomina che proviene da un Consiglio dell’Ordine rinnovato, guidato dal nuovo presidente Giuseppe Platania, a cui va il mio ringraziamento e l’augurio di buon lavoro, e che è il risultato del proficuo lavoro costruito in grande sintonia con il passato Consiglio guidato da Santi Cascone».

Un quadriennio 2017/2021 che riparte con uno sguardo attento al futuro: «La nostra è una Fondazione sana con un bilancio virtuoso – continua il presidente - che ha garantito agli iscritti una formazione di qualità e professionalizzante. Il grande consenso che il nostro gruppo ha ricevuto deve servire da stimolo per alzare ancora di più l’asticella dell’innovazione. I professionisti dovranno compiere un grande sforzo, rinunciando anche a nicchie di privilegio, se vogliono rimanere, come nel passato, artefici dello sviluppo e della crescita socioeconomica del Paese. La formazione continua segna il definitivo superamento della scissione tra il periodo della formazione impartita dalle università o da altre istituzioni superiori a vocazione tecnica, e la fase della vita professionale: nell’apprendimento non esisterà più un “prima” e un “dopo”; l’ingegnere dovrà accumulare progressivamente conoscenze e competenze necessarie all’esercizio della professione». Questo è il compito su cui deve radicarsi l’azione virtuosa di una Fondazione in stretto contatto con l’Ordine: «Fornire un insieme dinamico di know-how che emerga direttamente dai processi produttivi e tecnologici – ribadisce Scaccianoce - la responsabilità principale dovrà appartenere agli organismi professionali che dovranno essere in grado di decidere priorità, contenuti e modalità di fruizione della formazione continua. La Fondazione deve quindi assumere il ruolo di trait d’union tra l’Università e il mondo produttivo. Per tale ragione proveremo a rinvigorire e fortificare i rapporti con l’Ateneo per consolidare questo ponte sul territorio».

Altro punto programmatico riguarderà l’internazionalizzazione della professione: lo scambio degli studenti, l’accreditamento dei corsi d’ingegneria in altri Paesi, il riconoscimento dei titoli abilitanti all’esercizio della professione in altri Stati e la fruizione a livello globale dei servizi di aggiornamento e formazione continua. «Dobbiamo creare la figura dell’ingegnere globale, che s’innesti nelle rinnovate dinamiche del mercato del lavoro – conclude Scaccianoce - il nostro obiettivo è proprio quello di fidelizzare i nostri iscritti mantenendo alto il livello del servizio che siamo pronti ad erogare e svolgendo l’essenziale compito di individuazione, con approccio scientifico lungimirante, dei temi e degli ambiti su cui varrà la pena investire in formazione. Grande attenzione infine verrà posta ai territori che certamente dovranno avere un’azione propositiva strettamente legata alle differenti esigenze».

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