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Strage degli ulivi nel Salento

Un batterio la Xylella fastidiosa, tipico del Sudamerica e mai rilevato in Italia, in concomitanza con la presenza del lepidottero Zeuzera pyrina e del fungo Phaeoacremonium, sta distruggendo oliveti interessando quasi ottomila ettari di terreno

S'è dovuto attendere l'individuazione della causa principale della strage delle piante, la presenza di un batterio da quarantena per avviare un piano operativo destinato ad arginare una moria di piante secolari che caratterizzano il territorio e l'economia salentina

Parimenti non è ancora limpidamente definita la causa precipua che ha determinato la combinazione di "Xylella fastidiosa" con le altre concause che le ispezioni in loco hanno permesso di svelare.

Ovunque, infatti, è stata segnalata la presenza di diffusi e numerosi attacchi di "Rodilegno giallo (Zeuzera pyrina)" meno recenti, che hanno consentito una debilitazione della pianta, poiché non c'è stata l'asportazione delle parti infestate e ormai disseccate. Ovunque, gli oliveti sono stati trovati in stato di quasi abbandono. Ovunque, inoltre, è stata appurata la presenza di funghi che hanno attaccato il legno, determinando una occlusione dei vasi xilematici con conseguente limitazione della circolazione della linfa, per cui le piante non hanno potuto più nutrirsi e sono diventate terreno fertile per l'attacco del batterio infettivo.

Il Comitato fitosanitario nazionale, insediatosi dopo vari appelli alla Regione e al Governo, ha deciso che nell'area interessata debba essere vietata, con apposita delibera della Giunta regionale, la movimentazione delle piante e del materiale di propagazione sensibile al patogeno, in attesa dell'emanazione del provvedimento di lotta obbligatoria a carattere nazionale. Il territorio interessato è stato messo di fatto in quarantena con una notevole ripercussione economica salentina.

Parimenti vi è la necessità di "delimitare le aree interessate", per realizzare mappe dettagliate sulla presenza di uliveti contagiati. Poi, vietare" la movimentazione di tutto il materiale vegetale vivo infetto". Ramaglie e legname devono rimanere sul posto

Da Roma il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo fa sapere che "abbiamo il dovere di difendere con ogni mezzo i nostri olivi mettendo in campo azioni efficaci, mirate e tempestive, in modo da bloccare la diffusione di un batterio che ne provoca rapidamente il disseccamento, non solo perché dall'olivo si ricava uno degli alimenti base della dieta mediterranea, componente fondamentale del patrimonio e della cultura alimentare italiana, ma anche perché i nostri agricoltori, attraverso la cura e la coltivazione dell'olivo che vanno avanti da secoli, hanno contribuito negli anni a plasmare un paesaggio rurale unico, che oggi rappresenta il principale elemento di differenzazione delle nostre produzioni tradizionali e tipiche rispetto alle altre aree del Mediterraneo in cui l'olivo è coltivato".

Il Salento rischia la desertificazione e un collasso economico di una portata ingente dal momento che il comparto oleario è la fonte primaria dell'economia agricola primaria

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