Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Lunedì, 29 Aprile 2024

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:324 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:782 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:827 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:965 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1521 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1626 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1442 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1611 Crotone

Il Fondo Monetario Internazionale conferma le stime di crescita per l'Italia: +1,3%

Il Fondo Monetario Internazionale conferma le stime di crescita per l'Italia al +1,3% nel 2016 e al +1,2% nel 2017. Lo afferma il Fondo nell'aggiornamento del World Economic Outlook, nel quale ha rivisto al ribasso rispetto a ottobre le stime di crescita globali. Il pil dell'Italia e' cresciuto dello 0,8% nel 2015.

Il Fmi taglia le stime di crescita globali. E avverte: i rischi restano al ribasso. Il Fondo prevede un pil mondiale in crescita del 3,4% nel 2016, 0,2 punti percentuali in meno rispetto a ottobre. La crescita accelera al 3,6% nel 2017, 0,2 punti percentuali in meno rispetto al World Economic Outlook di ottobre. A pesare il rallentamento della Cina, i prezzi piu' bassi delle commodity e l'uscita dalle misure monetarie non convenzionali negli Usa.

Il Fmi rivede al rialzo la crescita dell'area euro nel 2016 al +1,7%, +0,1 punti percentuali rispetto alle stime di ottobre. Confermata al +1,7% la previsione per il 2017. Il Fondo taglia le previsioni per gli Stati Uniti, che cresceranno del 2,6% nel 2016, -0,2 punti percentuali e del 2,6% nel 2017, -0,2% punti percentuali.
Seduta positiva per le borse asiatiche nonostante il dato sul pil cinese, cresciuto nel 2015 alla velocità più bassa degli ultimi 25 anni. In luce i listini di Shanghai (+3,2%, sopra quota 3 mila punti) e Shenzhen (+3,6%) sulla scommessa che la frenata dell'economia spingerà il governo a varare nuove misure di stimolo. Più contenuti i rialzi delle altre borse, con Hong Kong che sale dell'1,6%, Tokyo che ha chiuso in rialzo dello 0,55%, Seul dello 0,6% e Sydney dello 0,9%. Atteso un rimbalzo delle borse europee con il future sull'Euro Stoxx 50 che avanza dell'1,7%. Nel corso del 2015 l'economia cinese è cresciuta del 6,9%, nonostante un ulteriore rallentamento nel quarto trimestre (+6,8%, meno del 6,9% atteso dagli economisti). A dicembre la produzione industriale ha contratto il suo tasso di crescita (+5,9%, contro una previsione di +6%), assieme alle vendite al dettaglio (+11,1% contro un +11,3% atteso). Deludenti anche gli investimenti in immobilizzazioni (+10%, contro stime di un +10,2%).

La crescita cinese è diminuita costantemente nel corso degli ultimi cinque anni, con il Partito comunista che cerca di prendere le distanze da un modello logoro basato su investimenti e commercio, per indirizzarsi verso una crescita auto sostenuta trainata dai consumi e i servizi interni. Il rallentamento cinese e un crollo dei prezzi sul listino di Shanghai hanno fatto crescere le preoccupazioni per la perdita di sostegno da parte di un'economia vista una volta come motore della crescita globale, deprimendo i mercati finanziari internazionali. La crescita annuale della Cina è scesa al 6,9%, secondo i dati resi noti oggi dal governo: il livello più basso dal 3,8% del 1990, su cui pesarono le sanzioni inflitte a Pechino dopo la repressione a Piazza Tiananmen del movimento per la democrazia. Il dato ottobre-dicembre è stata la crescita trimestrale più bassa dalle conseguenze della crisi finanziaria globale, quando l'espansione dell'economia si accasciò al 6,1% nel primo trimestre 2009 (la crescita del trimestre luglio-settembre 2009 fu del 6,9%).

La crescita degli investimenti in fabbriche, abitazioni e altri beni immobili, un volano economico chiave, si è indebolita al 12% nel 2015: giù di 2,9 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Le vendite al dettaglio sono cresciute del 10,6%, rispetto al 12% registrato nel 2014. Le esportazioni di dicembre si sono ridotte dell'1,4% rispetto all'anno precedente, mentre le esportazioni sono diminuite del 7,6% su base. La spesa per il commercio online è cresciuta del 33,3% rispetto al 2014. La crescita è stata in linea con le previsioni del settore privato e l'obiettivo ufficiale del Partito Comunista di circa il 7% annuo. Pechino ha risposto al calo della crescita tagliando i tassi d'interesse sei volte da novembre 2014 e varando misure per aiutare gli esportatori e altre industrie. Gli economisti si aspettano per quest'anno un'ulteriore diminuzione della crescita cinese, con il Fondo monetario internazionale (Fmi) che mira a un'espansione del 6,3%.
Cosi la Cina crescerà del 6,3% nel 2016 e del 6,0% nel 2017. Il Fmi conferma la stime per il Dragone, che nel 2015 e' cresciuto del 6,9%. Confermate anche le stime per l'India, al +7,5% nel 2016 e nel 2017. L'economia della Russia si contrarra' quest'anno piu' del previsto, con il pil in calo dell'1,0%, per tornare a crescere nel 2017. Le economie emergenti e in via di sviluppo rallentano per il quinto anno consecutivo, con la crescita al +4% nel 2015, il livello piu' basso dal 2008-2009.
La crescita economica della Cina scende al 6,8% nell'ultimo trimestre del 2015 con l'indebolimento del commercio e dei consumi, trascinando la crescita annuale al livello più basso in 25 anni (+6,9%). Le principali borse asiatiche non hanno tuttavia risposto con nervosismo stamattina ai dati, registrando lievi guadagni in una giornata complessivamente poco mossa. Tokyo ha chiuso in lieve rialzo, +0,5%, corre invece Shanghai.

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI