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Fdi è a mezzo punto dalla Lega

Come era prevedibile, anche questa settimana continua il processo di riavvicinamento fra i primi 3 partiti. Nella nostra Supermedia dei sondaggi, Lega, Fratelli d'Italia e Partito Democratico sono racchiusi ormai in uno spazio inferiore al punto e mezzo percentuale. Rispetto a due settimane fa, questo riavvicinamento si deve in gran parte al calo della Lega, che dopo diverse settimane di stabilità (quasi stupefacente, dal punto di vista statistico), oggi perde un punto intero. Dal canto suo, FDI fa un ulteriore balzo in avanti (+0,7%) toccando finalmente la soglia psicologica del 20% dei consensi, e anche il PD riprende a crescere, tornando sopra il 19%.

Possibile che si sia trattato di un travaso diretto di quell’1% perso dal partito di Matteo Salvini verso le formazioni guidate da Giorgia Meloni ed Enrico Letta? In realtà, continuando a scorrere la classifica, un altro dato balza all'occhio: la crescita consistente (+0,8) di Forza Italia, che torna così su livelli che non vedeva da circa 3 mesi. Una simile dinamica sembra suggerire che il dibattito fiorito nelle ultime settimane intorno all'ipotesi di una federazione (o persino di un partito unico) del centrodestra abbia finito per danneggiare la Lega e portare acqua al mulino di Silvio Berlusconi, tornato al centro della scena dopo una lunga assenza, nei panni di federatore del centrodestra – gli stessi con cui “scese in campo” ormai più di 27 anni or sono.

A fare notizia nella politica italiana, in questi giorni, più che le beghe interne al Movimento (o ad altri partiti) è però altro: sicuramente le dichiarazioni rese in Parlamento dal premier Mario Draghi. Tra queste, su tutte spicca la frase pronunciata nella replica al Senato, dove Draghi ha risposto sul tema della lettera del Vaticano a proposito del ddl Zan, ribadendo la laicità dello Stato italiano e la piena libertà del Parlamento di legiferare. Nella stessa occasione, Draghi ha anche ricordato che sulla materia il suo Governo non prenderà posizione, e che spetterà quindi interamente al Parlamento (e al Senato, nella fattispecie) decidere il destino di questa controversa proposta di legge.

Intanto l'alleanza franco-tedesca per aprire un canale direttore di dialogo tra leader con il presidente russo, Vladimir Putin, ha fallito. I capi di Stato e di Governo, dopo quasi quattro ore di dibattito al vertice Ue, hanno respinto la proposta della cancelliera tedesca, Angela Merkel, e del presidente francese, Emmanuel Macron.

"Non è stato possibile raggiungere un accordo oggi sulla possibilità di organizzare presto un summit" Ue-Russia a livello di leader, ha detto Merkel al termine della prima giornata di vertice. "E' troppo presto (per un summit, ndr) perché finora non abbiamo visto un cambiamento radicale nel comportamento di Vladimir Putin", ha confermato il presidente lituano, Gitanas Nauseda.
Nelle conclusioni adottate è stata rimosso l'invito a "valutare il dialogo con la Russia anche a livello di leader". Così com'è stata cancellata, rispetto alle bozze che circolavano prima del vertice, l'apertura dell'Ue a collaborare con Mosca anche su spazio e antiterrorismo.

il presidente del Consiglio, Mario Draghi, aveva - nel suo intervento - proposto una strategia simile, pur dando disponibilità alla proposta franco-tedesca. Nel corso della cena, Draghi ha posto l’attenzione sul tema dei diritti umani, ricordando alcuni sviluppi preoccupanti come il caso Navalny. Allo stesso tempo, ha osservato come la Russia resti un interlocutore inevitabile vista la sua collocazione geografica e il suo peso sulla scena regionale e globale.

“La posizione europea deve rimanere unita e ferma nei confronti della Russia”, ha detto Draghi. C’è bisogno di cooperare dove possibile, ma mantenere estrema franchezza su temi come la violazione dei diritti, limitazioni delle libertà e le interferenze nel funzionamento delle istituzioni democratiche. Draghi ha chiesto di non tagliare tutti i canali di comunicazione con Mosca e ha dato la disponibilità italiana a sostenere la proposta franco-tedesca di revisione dei formati d’incontro con Mosca.

Da Mosca era filtrata una cauta apertura. "Percepiamo positivamente questa iniziativa. Il presidente Putin è favorevole alla creazione di un meccanismo di dialogo e contatti tra Bruxelles e Mosca", aveva detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Ma il capo della diplomazia di Mosca, Serghei Lavrov, aveva già messo i primi paletti. "Non siamo a conoscenza di altri dettagli. Quale sarebbe l'argomento? Quale sarebbe l'agenda del vertice?", ha spiegato. "Non sappiamo nemmeno se gli altri Stati membri dell'Ue siano d'accordo". In effeti non lo sono stati.

 

fonte agi e varie agenzie

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