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La rinuncia di Conte ha aperto una crisi isituzionale senza precedenti, con dure accuse al Colle da Lega, M5s e Fratelli d'Italia. Si valuta da alcuni l'ipotesi di impeachment. Nessun commento dal Quirinale sull'ipotesi di impeachment ventilata da Giorgia Meloni (Fdi) per il capo dello Stato Sergio Mattarella per l'indisponibilità a Savona come ministro dell'Economia. Sull'ipotesi di alto tradimento in base all'articolo 90 della Costituzione, rivelano indiscrezioni, starebbero ragionando anche sul versante M5s. Tuttavia, la Lega non si accoderebbe, al momento, a chi chiede la messa in stato di accusa del presidente della Repubblica. E' quanto si apprende da fonti del partito di via Bellerio dopo la proposta di impeachment evocata dal Movimento 5 stelle e FdI.

In oltre 70 anni di storia repubblicana non si era mai vissuta una pagina come questa. Piena di incognite e dagli esiti quanto mai incerti. Archiviato tra le polemiche il Governo Conte si riparte stamattina da Carlo Cottarelli, arrivato al Quirinale dove ha accettato l'incarico con riserva di formare un esecutivo "neutrale". Cottarelli  si dice "sorpreso" di fronte alla convocazione al Quirinale e "umile" davanti all'impegno che sarà chiamato a svolgere per uscire dalla crisi politica. Ma intanto M5S chiede di parlamentarizzare la crisi e invoca l'articolo 90, quello che prevede la messa in stato di accusa del Capo dello Stato

Il braccio di ferro su Savona non è stato dunque superato. E' il nome attorno al quale il Carroccio ha fatto quadrato. Ed è su di lui che Salvini ha messo un punto di non ritorno. Tanto che il leader della Lega ha parlato subito di ritorno al voto

L’articolo 92 della Costituzione garantisce al Presidente della Repubblica la possibilità di rifiutare la nomina di un ministro proposto dal Presidente del Consiglio incaricato. Ma il margine di discrezionalità di cui può avvalersi il Presidente della Repubblica è stabilito con precisione dagli articoli 54 e 95.

Quest’ultimo stabilisce che chiunque sia nominato ad una carica pubblica deve adempiere il suo mandato con disciplina ed onore. Il Presidente della Repubblica può perciò obiettare alla nomina di un ministro che gli sia stata proposta dal Presidente incaricato se rileva nei comportamenti passati del candidato qualcosa che confligge con l’onorabilità. Nessun rilievo del genere è stato avanzato dal Presidente della Repubblica nei confronti del professor Savona.

Quanto alla disciplina il titolare della unità dell’indirizzo politico del Governo è solo il Presidente del Consiglio come inderogabilmente stabilito dall’articolo 54. Esula perciò dai poteri del Presidente della Repubblica sindacare sulle opinioni politiche dei candidati ai singoli ministeri. Nel caso del professor Savona il presidente Mattarella ha invece fatto esplicito riferimento alle opinioni di Savona riguardanti la possibilità di fuoriuscita dall’euro.

Senza entrare nel merito di dettagli non secondari per cui la fuoriuscita dall’euro viene ventilata dal professor Savona quale piano B per le trattative da svolgere con le istituzioni europee il cui obiettivo primario resta quello di modificare, restando nell’euro, le regole valide per tutti i paesi membri, sembra evidente che una eventuale scelta di uscire dall’euro attenga alle scelte politiche di governo e non sia in conflitto con la Costituzione, che ha bensì recepito l’obbligo di pareggio di bilancio ma solo nell’ambito dell’adesione all’euro, adesione che non può configurarsi fur ewig, poiché la sovranità di cui all’articolo 1 ne risulterebbe minata.

Ogni ragionamento e discussione sul conflitto istituzionale che si è aperto deve perciò per onestà intellettuale assumere questi dati, secondo l articolo di Paolo d'Arcais su micro mega

Ognuno cerca di motivare le proprie ragioni, ma alla fine si rischia che a pagare il prezzo più alto sia quel popolo in nome del quale tanti parlano". Lo dice al Sirmons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, confermando la "vicinanza" al presidente Sergio Mattarella, che "accompagno con la preghiera".

Galantino ricorda che "i momenti di tensione non si superano intensificando la stessa, ma individuando percorsi che non possono essere al di fuori della Carta costituzionale". 

Lo spread è in calo? Gli amici che decidono chi deve governare e chi no ora saranno contenti... Se i mercati si sentono rassicurati allora potremmo anche risparmiare i soldi che si spendono per le elezioni: facciamo votare 5 persone tra Berlino, Bruxelles e Parigi, decidano loro". Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini, ospite di "Circo Massimo" su Radio Capital, ancora "arrabbiato" dopo che il Capo dello Stato ha impedito il varo del governo M5s-Lega. Poi, incalzato sull'ipotesi di mettere in stato d'accusa Mattarella per questo ha replicato: "Ci vuole mente fredda certe cose non si lanciano sull'onda della rabbia. Io non mi metto a parlare di impeachment che è materia per giuristi e costituzionalisti". 

Salvini - parlando della possibilità di tornare alle urne - ha detto: "Noi con i Cinque stelle alle elezioni? Vedremo, valuteremo sui progetti. Ma vorrei sapere che fa Berlusconi. Ora si parte dal lavoro che abbiamo fatto assieme" - ha aggiunto - ribadendo di aver trovato nel Movimento cinque stelle persone "serie e costruttive". "Non è vero che volevo votare fin dall'inizio. Luigi Di Maio l'ho sentito ieri sera - ha proseguito -. Lo dico da giornalista: le calunnie e le falsità che ho sentito in queste settimane credo non abbiamo precedenti, era un governo che ancora prima di nascere aveva contro tutti". E proprio al Cavaliere, lancia l'ultimatum: "Se vota il governo Cottarelli, addio alleanza". Rassicurazioni arrivano - a stretto giro di boa - da Giorgio Mulè (Fi): "non lo voteremo, non avrà i numeri". 

Salvini conclude: "Adesso l'unica cosa certa è che c'è una maggioranza in Parlamento che può proporre e approvare le leggi. Per prima cosa facciamo partire la discussione sulla legge elettorale - spiega Salvini - perchè adesso il lavoro passa al Parlamento e, essendo questa una Repubblica parlamentare, sarà lì che si faranno le leggi. A meno che la Merkel non ce lo voglia impedire...". 

Lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi tona sopra quora 200 punti. I mercati registrano il fallimento del tentativo di formare un governo giallo-verde, considerato troppo populista e antieuropeo. Adesso guardano con preoccupazione alla crisi istituzionale, alla prospettiva di elezioni anticipate e aspettano di capire se ci sarà l'incarico a Carlo Cottarelli, un tecnico di provata esperienza. Il differenziale è risalito a 202 punti e il rendimento del decennale al 2,44%. 

"Manco morti" è la chiara replica della Meloni ai cronisti che gli chiedono se il nuovo nome avrà la fiducia di Fratelli d'Italia, nella convinzione che però serva avere "una posizione comune di tutto il centrodestra. Se si vuole che il centrodestra sopravviva mi aspetto che tutti votino contro, perché è uno schiaffo in faccia agli italiani".

Le modalità con cui si è arrivati alla scelta di Cottarelli non piacciono a Fdi. "Stiamo valutando, ma il punto che adesso a me interessa sottolineare è che, se le cose sono andate come ci hanno riferito, ci sono tutti i presupposti costituzionali per attivare l'art.90 della Costituzione. Nessuno minaccia nessuno. Secondo svariati costituzionalisti di livello, il Presidente Mattarella ha fatto una cosa che non poteva fare".

Il portavoce dei gruppi azzurri alla Camera e al Senato ha le idee chiare: "Non siamo interessati ad un governo di tregua. Quando il 9 maggio Berlusconi diede il via libera alla trattativa 5S-Lega disse due cose: Fi non avrebbe sostenuto né quel governo, né uno del presidente o tecnico. A maggior ragione adesso l'esecutivo deve essere politico. E siccome dopo tutto quel che è successo è molto difficile possa esserci ancora una possibilità per un governo di centrodestra, l'unica strada per noi è il voto", ha affermato. Poi ha parlato di Salvini e degli equilibri nel centrodestra: "Se va alle elezioni senza il centrodestra la Lega non governerà. Se tu prendi Savona come se fosse Braveheart - afferma Mulè - cioè l'uomo che ti deve liberare dall'oppressione europea, e ne fai un simbolo invalicabile, dimostri una grande debolezza politica. Sarebbe bastato mettere Giorgetti. Non lo si è voluto fare".

Infine ribadisce l'esigenza di un centrodestra unito: "Se le Lega crede di poter essere autosufficiente sbaglierebbe. Perché avrebbe certamente un'affermazione importante, ma non i numeri per governare. I fatti hanno dimostrato che solo in coalizione si hanno chance di vittoria". Infine a "6 su Radio 1", Mulè mette in chiaro le cose riguardo alla posizione degli azzurri sul governo Cottarelli: "Il parlamento attuale dice in maniera chiarissima che il governo di Cottarelli non avrà mai i numeri per avere la maggioranza in Parlamento. Forza Italia e tutto il centrodestra non darà i voti a un governo tecnico e nemmeno i Cinque Stelle, quindi è un governo che nasce già minoritario". E sulla stessa linea si schiera Maurizio Gasparri che ad Agorà afferma: "Quando si riunirà il mio partito io dirò: 5Stelle non lo vota, la Lega non lo vota; lo votiamo noi ed il Pd?... Si tratta di un governo di minoranza, si va comunque al voto".

"Nessuno può sostenere che io abbia ostacolato la formazione del governo che viene definito del cambiamento, al contrario ho accompagnato con attenzione questo tentativo nel rispetto delle regole della Costituzione". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla al termine dell'incontro con Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio incaricato di formare il governo ha rimesso il mandato dopo che il nodo Paolo Savona al ministero dell'Economia non è stato superato.

"Ho condiviso e accettatto tutte le proposte tranne quella del ministro dell'Economia" spiega Mattarella. "Ho chiesto un autorevole esponente politico della maggioranza", aggiunge, "ho registrato con rammarico indisponibilità a ogni altra soluzione". La situazione, prosegue il capo dello Stato, "ha messo in allarme risparmiatori e investitori italiani e stranieri" portando a un'impennata dello spread che ha creato "rischi concreti per i risparmi dei nostri cittadini e le famiglie italiane".

La decisione di non accettare il ministro dell'Economia, aggiunge, "non l'ho presa a cuor leggero, ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell'evoluzione della situazione alle Camere

Nessun veto di Sergio Mattarella verso un governo Lega-M5s, dunque, né verso un singolo ministro, semmai un veto di Matteo Salvini e Luigi Di Maio verso qualunque ipotesi alternativa proposta dal capo dello Stato che potesse sbloccare la crisi e far partire quel Governo politico che il presidente ha sempre voluto agevolare. Il Quirinale capovolge la narrazione di questi giorni e delle prossime ore da parte di Lega e Movimento 5 Stelle. E fa luce sugli avvenimenti di queste ultime ore concitate prima del fallimento del tentativo di Giuseppe Conte.

Nel doppio colloquio di ieri pomeriggio con Salvini e Di Maio, Mattarella, spiegano al Colle, si sarebbe trovato davanti a un muro eretto di fronte alle soluzioni alternative alle proposte portate da M5S e Lega. In particolare, tra le proposte avanzate da Mattarella per sbloccare la crisi ci sarebbe stata l'offerta di nominare come ministro dell'Economia, invece di Paolo Savona, il vice segretario della Lega Giancarlo Giorgetti, un esponente politico del Carroccio con posizioni critiche verso le politiche di austerità dell'Europa. Al Quirinale giudicano quindi inspiegabile il motivo per cui si sia preferito rompere l'accordo di governo pur di non accogliere la preoccupazione del Quirinale, accettando un nome altrettanto forte quanto quello di Savona, che avrebbe portato il suo peso politico nella compagine di governo.

L'Italia è un partner importante per la Germania" e il "rispetto per le istituzioni democratiche del Paese" richiede che si attenda quale Governo verrà insediato: così Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, rispondendo a una domanda sugli sviluppi della situazione politica italiana e sulla richiesta di impeachment a Sergio Mattarella. Seibert ha sottolineato il rapporto di "amicizia" che esiste fra Germania e Italia. Alla domanda se Berlino sia oggi più ottimista sul futuro del Paese e dell'eurozona alla luce del fallimento del governo giallo-verde pur nella difficile situazione politica che ne è risultata, Seibert ha risposto: "L'Italia è un amico importante e un partner dell'Ue, nelle relazioni politiche bilaterali ma anche al livello dei cittadini". "Il nostro rispetto per la democrazia italiana e per le sue istituzioni democratiche ci impone adesso di aspettare quale governo reggerà il Paese e con quali idee si rivolgerà a noi e ai partner europei", ha continuato.  "Il governo tedesco, questo è il nostro atteggiamento di fondo, è sempre pronto a lavorare bene e in modo stretto con il governo italiano". Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sugli sviluppi della situazione italiana alla consueta conferenza stampa di governo

"Prendo atto della discussione in Italia su questo, ma non darò una valutazione su un singolo articolo - ha detto poi il portavoce di Angela Merkel rispondendo ad una domanda sulle critiche italiane all'articolo di Spiegel on line su "gli scrocconi di Roma" -, perché questo contraddirebbe il comportamento generale che il governo tedesco ha nei confronti della libertà di stampa in Germania". "Il nostro linguaggio, quello del governo, della cancelliera e dei ministri, è rispettoso", ha aggiunto.

Vignette, copertine e sfottò contro il governo gialloverde hanno riempito le cronache crucche. Ma è bastato una rapida inversione a U al Colle per far cambiare i toni dei giornali di Berlino. E così adesso i tedeschi fanno apertamente il tifo per Sergio Mattarella con titoli che hanno il sapore di una sorta di "incitamento"  per il Quirinale: "Forza Mattarella!", titola Handelsblatt in un articolo che di fatto sostiene la scelta del presidente della Repubblica che ha bocciato la lista dei ministri di Conte affidando poi l'incarico di formare un nuovo esecutivo a Carlo Cottarelli. In questi giorni al centro delle polemiche erano finite alcune posizioni da parte della Germania sul nostro Paese che in modo chiaro chiedevano uno stop al governo gialloverde minacciando la clava dello spread e delle turbolenze sui mercati. Il tutto per frenare l'arrivo di Paolo Savona in via xx Settembre. Adesso i toni teutoinici sono più moderati e di fatto si fa un tifo da stadio per il Colle: "Forza Mattarella!".

 

Il presidente del Consiglio incaricato ha incontrato alla Camera il capo politico del M5S Luigi Di Maio e il segretario federale della Lega Matteo Salvini.   "Procede tutto per il meglio - ha assicurato Di Maio -. L'incontro è andato bene. Sulla squadra di governo la parola spetta al presidente Conte e al presidente della Repubblica". Alla domanda se sia disposto a rinunciare al superministero del Lavoro, Di Maio ha risposto: "Non mi pare si stia discutendo di nomi, si sta discutendo dell'assetto di governo per realizzare il programma elettorale. Quando giurerà la squadra? Questo dovete chiederlo al presidente".

"E' come se avessimo lavorato sempre insieme - ha aggiunto -, c'è una totale sinergia e sintonia e stiamo lavorando con abbastanza velocità per assicurare il governo del cambiamento". "Savona? - risponde Di Maio - Non voglio parlare di nomi. Di questo ne devono parlare il presidente della Repubblica e Conte. Quello che vi posso dire è che c'è molta compattezza e che ci capiamo al volo".

Secondo fonti del M5S, tuttavia, è poco probabile che oggi il premier incaricato salga al Quirinale per chiudere la partita sulla squadra di governo con Mattarella. Nulla, sottolineano le stese fonti, è ancora definito per quanto riguarda i tempi.

Paolo Savona il futuro Ministro se sara accettato dalla Presidenza della Repubblica si e laureato in Economia nel 1961, specializzato al Mit di Boston, entrato nell'ufficio studi della Banca d'Italia, direttore generale di Confindustria e tra i fondatori dell'università romana dell'associazione degli imprenditori Luiss, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, di Impregilo, di Gemina, degli Aeroporti di Roma e, prima degli scandali, del Consorzio Venezia Nuova (la società che si occupa della costruzione del MOSE). Paolo Savona, ipotizzato - non tra pochi dubbi - per la guida del Ministero dell'Economia, sembra un perfetto uomo della Prima Repubblica che ha attraversato di gran carriera la Seconda e si propone ora per un ruolo chiave in quella che Luigi Di Maio vorrebbe come Terza. 

Il suo principale incarico politico è stato quello rivestito tra il 1993 e il 1994 come ministro dell'Industria, del commercio e dell'artigianato durante il governo tecnico di Carlo Azeglio Ciampi, anche se tra 2005 e 2006 Savona è stato anche capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della presidenza del Consiglio dei ministri e coordinatore del Comitato Tecnico per la Strategia di Lisbona durante il governo Berlusconi. I dubbi sul suo profilo sono al momento legati soprattutto alle tesi sull'Europa, decisamente anti-tedesche e contrarie ai parametri di Maastricht nella convinzione che l'euro non possa sopravvivere a lungo. "Non esiste un'Europa, ma una Germania circondata da pavidi", affermava circa un anno fa intervistato da Libero. 

Per tre volte l'Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d'acciaio del 1939 e l'Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?". 

La sua idea è infatti quella che dall'Ottocento ad oggi gli equilibri nel Vecchio Continente non siano mutati poi molto, con la Germania che continua - anche se pacificamente e non più con gli eserciti - ad imporre il suo dominio e l'Italia che, in un modo o nell'altro, ne accetta la predominanza. Nella sua autobiografia, in libreria in questi giorni, "Come un incubo e come un sogno. Memorialia e Moralia di mezzo secolo di storia", Savona si definisce "un economista libero" e, come tale, parla senza mezzi termini: "La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l'idea di imporla militarmente. 

In mattinata, il premier incaricato ha incontrato il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco nella sede dell'Istituto. Al termine della riunione, durata circa un'ora e mazza, Conte è andato via in taxi seguito dalla scorta, così come era arrivato. "Abbiamo doverosamente parlato dello stato dell'economia italiana - ha detto Conte ai cronisti - c'è stato un aggiornamento". Il premier incaricato ha poi ricordato che la prossima settimana ci sarà la relazione finale di Banca d'Italia.

"Ieri sera, a seguito delle consultazioni con i rappresentanti delle forze politiche in Parlamento, ho incontrato una delegazione di risparmiatori che hanno sofferto per i default di alcune banche. Queste persone, come tante altre, devono essere ascoltate dalle istituzioni. Sono persone che chiedono giustizia e che il loro risparmio venga tutelato come previsto dalla Costituzione", scrive il premier incaricato Giuseppe Conte in un post su Facebook. "A loro ho detto che la tutela dei loro risparmi, spesso frutto di sacrifici e una vita di lavoro, sarà uno degli impegni principali del Governo del Cambiamento. Chi ha subito truffe o raggiri sarà risarcito", sottolinea Conte.

Continua la pressione dal estero riguardando la formazione del nuovo Governo : spread tra Btp e Bund vola oltre i 210 punti base fino a 215, segnando il massimo dal febbraio 2014. Il rendimento del decennale italiano sfonda quota 2,50% fino al 2,54%, segnando i massimi da ottobre 2014.

L'aumento dello spread affonda i bancari. In Piazza Affari c'è stata una serie sospensioni. Dopo la sospensione al ribasso, sono tornate agli scambi sia Banco Bpm, che ora cede il 7,2%, sia Mps, che perde il 5,7%, sia Fineco, che scende del 5%. Al momento è sospesa Enel (-3,6% teorico).

Piazza Affari continua a scendere. Il Ftse Mib sta perdendo il 2,3% a 22.241 punti, in attesa della formazione del nuovo governo. Anche le altre Borse europee sono in calo, con Madrid che perde il 2,3%, a causa della crisi istituzionale con al richiesta di elezioni anticipate. Piatta Londra, Parigi cede lo 0,2%.

Gli investitori tornano a punire l'Italia: le rassicurazioni all'Europa offerte da Giuseppe Conte, incaricato di formare il governo, hanno garantito una tregua di poche ore rotta ieri dopo che il segretario della Lega Matteo Salvini ha promesso che il governo farà "l'opposto di quello che l'Ue ha minacciato negli ultimi anni". Proprio mentre dalla Bce arrivava l'invito a stare attenti alla tenuta dei conti pubblici. E sempre ieri il primo test dei mercati all'incarico formale al governo Cinque Stelle-Lega, dopo settimane di negoziati, si è chiuso con uno spread tornato a quota 195, un rendimento del Btp decennale al livello di guardia del 2,4%, una fiammata del differenziale su Spagna e Portogallo a livelli che non si vedevano da anni (100 e 50 punti base rispettivamente) quando fino a poco tempo fa era negativo. 

Se preoccupano gli investitori le parole di Salvini e la difesa della scelta a ministro dell'Economia di Paolo Savona, economista molto critico degli attuali assetti e squilibri dell'Eurozona, le istituzioni europee celano a stento la tensione. A partire dalla Bce, reduce dall'esperienza del governo di Tsipras e del braccio di ferro con la Grecia che vide momenti drammatici. Il vicepresidente uscente, Vitor Constancio, avverte che i rischi di contagio dall'Italia "non sono completamente eliminati" e che la fiammata del rendimento decennale "non è cosa enorme, ma certamente uno sviluppo significativo e un potenziale motivo di preoccupazione".

"Savona - dice Matteo Salvini in un video su Facebook - è la figura in grado di rimettere l'Italia al centro del dibattito in Europa". "Dico a tutti gli amici del centrodestra, di FI e FdI - è inoltre l'appello del leader del Carroccio agli alleati - di avere fiducia: faremo quello che va fatto". "Anche io avrei preferito avere l'incarico da Mattarella ma non è andata così. Io sono fiducioso che l'Italia torni a essere quello che era, non abbiamo niente da invidiare a nessuno. Se non governi che difendevano i loro interessi".

Con l'arrivo, rigorosamente in taxi, del premier incaricato Giuseppe Conte prendono il via nella sala dei busti di Montecitorio le consultazioni per dare il via al nuovo governo. Mentre il professore 'prende le misure' ai partiti, a cominciare dai più piccoli, si fanno frenetici i contatti tra il M5S e la Lega per chiudere sulla squadra di governo. "Con Salvini e la Lega siamo perfettamente allineati. Stiamo cercando i migliori profili e tra i nomi c'è sicuramente il nome del professor Savona", rassicura Luigi Di Maio dando conto anche del "lavoro" tra il premier incaricato e il presidente della Repubblica.

Il presidente del Consiglio incaricato incontrerà già da oggi mattina alle 8 i gruppi parlamentari a Montecitorio. Le consultazioni si terranno nella sala riunioni allestita al primo piano, davanti alla Biblioteca del Presidente. I primi ad essere sentiti saranno i gruppi misti di Camera e Senato. A seguire le rappresentanze parlamentari di maggioranza ed opposizione, dalle più piccole alle più grandi.

Attacco sempre della UE, prima ancora che si crea il Governo : Il monitoraggio sui conti italiani prosegue, non è tutto rinviato al 2019, perché ci sono "altri documenti che arrivano prima", cioè il Def aggiornato e la Legge di Stabilità ad ottobre: così il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovkis. "Quando ho detto che l'appuntamento era rinviato al prossimo anno intendevo con il rapporto 126.3, che valuta il rispetto della regola del debito. Ieri abbiamo concluso che dato l'ampio rispetto nel 2017 non serve aprire una procedura ma continuiamo a monitorare e torniamo tra un anno".

E' in difesa dell'Ue che si schiera Emma Bonino che alle 12 apre il giro di colloqui mentre Beatrice Lorenzin si dice preoccupata per le norme sull'obbligatorietà dei vaccini. "Gli interessi dell'Italia si difendono in Ue e non contro la Ue", mette in chiaro la leader dei Radicali annunciando "un'opposizione molto rigorosa". Dai mercati arrivano però, dopo le turbolenze dei giorni scorsi, segnali rassicuranti dopo il conferimento dell'incarico.

E' in difesa dell'Ue che si schiera Emma Bonino che alle 12 apre il giro di colloqui mentre Beatrice Lorenzin si dice preoccupata per le norme sull'obbligatorietà dei vaccini. "Gli interessi dell'Italia si difendono in Ue e non contro la Ue", mette in chiaro la leader dei Radicali annunciando "un'opposizione molto rigorosa". Dai mercati arrivano però, dopo le turbolenze dei giorni scorsi, segnali rassicuranti dopo il conferimento dell'incarico.

Piazza Affari accelera a metà della mattinata con il Ftse Mib che sale dello 0,9% e si conferma il migliore listino in Europa, mentre lo spread scende di oltre 10 punti base, a quota 177. Mentre il ministro dell'Economia uscente Pier Carlo Padoan rivendica il recupero del pil dal 2008 grazie al lavoro dei governi di centrosinistra, Matteo Renzi schiera saldamente il Pd all'opposizione. "Opposizione dura e rigorosa, ma civile. Adesso loro diventano il potere, loro diventano l'establishment, loro diventano la casta. Non hanno più alibi, non hanno più scuse", annuncia l'ex premier. 

Duro attacco di Matteo Renzi il giorno dopo l'incarico a Giuseppe Conte per la formazione del governo giallo-verde. "Opposizione dura e rigorosa, ma civile. E rispettosa delle istituzioni, sempre. Adesso loro diventano il potere, loro diventano l'establishment - scrive nella e-news - loro diventano la casta. Non hanno più alibi, non hanno più scuse, non hanno più nessuno cui dare la colpa. È finito il tempo delle urla: tocca governare. Ne saranno capaci? Auguri e in bocca al lupo a tutti noi".

"Dopo 80 giorni - sottolinea - ci siamo. Nel tempo necessario a fare un celebre giro del mondo letterario, l'alleanza tra Lega e Beppe Grillo ha più modestamente scritto un contratto e partorito il governo delle larghe intese populiste. Noi dobbiamo pensare a costruire un'opposizione degna di questo nome e prepararci a costruire l'alternativa se loro falliranno, quando loro falliranno". "E' necessario che l'opposizione, a cominciare dal Pd, si attrezzi. Con calma, senza isterismi, senza rabbia. E senza parlarsi addosso. Perché noi siamo orgogliosi di essere diversi, alternativi alle urla, alle fake news". "Noi in questi quattro anni abbiamo fatto uscire l'Italia dalla crisi e i numeri lo dimostrano: eravamo col segno meno sul Pil, sui posti di lavoro, sulla produzione industriale e adesso abbiamo tutti indicatori positivi. Ancora in queste ore arrivano buone notizie, come quella di Piombino", aggiunge Renzi. "Adesso tocca a loro. Noi faremo l'opposizione civile. E ci prepareremo al futuro. Che arriverà prima del previsto, ne sono convinto".

E sulla stessa linea si schiera Silvio Berlusconi. "Questo governo - annuncia il Cav - non potrà vedere il sostegno di Forza Italia, sia per la partecipazione di una forza politica con noi del tutto incompatibile come il M5S, sia per i programmi gravemente insufficienti a dare una risposta ai bisogni degli italiani". "E' un governo espressione del Movimento cinque stelle - ha detto Maurizio Lupi, capogruppo di noi con l'Italia - non lo sosteniamo".

"Dico a tutti gli amici del centrodestra, di FI e FdI, di avere fiducia: faremo quello che va fatto". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, in diretta su Fb. "Anche io avrei preferito avere l'incarico da Mattarella, ma non è andata così. Io sono fiducioso che l'Italia torni a essere quello che era, non abbiamo niente da invidiare a nessuno. Se non governi che difendevano i loro interessi".

Questo sarebbe il programma per le consultazioni : alle 11,15 i primi ad essere sentiti saranno i deputati e i senatori di Leu e gli iscritti al gruppo misto del Senato, per poi proseguire con deputati e senatori di Fdi (ore 11,45), Pd (12,15), Forza Italia (14), Lega (14,30), ed in chiusura deputati e senatori di M5s, alle 15.

Al termine delle consultazioni, Conte tornerà al Quirinale per sciogliere la riserva e per stilare con il presidente Mattarella la lista dei ministri del governo che presiederà.

Una volta decisa e resa nota la lista dei ministri, il governo giurerà, presumibilmente il giorno dopo, nel Salone delle Feste del Quirinale, davanti al presidente della Repubblica, pronunciando questa formula: "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione". Dal momento del giuramento il nuovo governo è nella pienezza dei suoi poteri, pur se in attesa della fiducia da parte del Parlamento.

La Costituzione prevede che il nuovo governo si presenti in entrambe le Camere per riceverne la fiducia entro dieci giorni dal giuramento; tuttavia, nella storia della Repubblica i tempi per questo adempimento son sempre stati più brevi del termine massimo prescritto dalla Carta. In base alla regola della "culla", il presidente del Consiglio chiederà la fiducia per prima al Senato e poi alla Camera; il governo Gentiloni era infatti "nato" a Montecitorio, quindi il nuovo governo partirà dall'altro ramo del Parlamento. In base a quanto deciso dai capigruppo di Palazzo Madama, la seduta dedicata alla fiducia potrebbe tenersi tra martedì e mercoledì.

Una volta nato il governo ed individuata la maggioranza, sarà possibile nei giorni immediatamente successivi alla fiducia costituire le commissioni parlamentari, che dovranno rispecchiare nel loro seno la proporzionalità tra maggioranza ed opposizione. Il primo atto per le commissioni sarà l'elezione dei rispettivi presidenti.

 

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