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Manfredonia - La scuola proposta a Renzi

Non molti giorni fa, era il 3 marzo per l’esattezza, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha scritto ai Comuni italiani chiedendo loro di segnalare una scuola a cui destinare attenzioni. Nel breve tempo messo a disposizione da Renzi (poco più di dieci giorni), l’Amministrazione Comunale di Manfredonia ha attinto informazioni da quelle in possesso della propria Anagrafe Edilizia Scolastica, istituita nel 2007 ed aggiornata con un database informatico nel 2013, ed ha indicato la scuola da proporre: l’Istituto Comprensivo Giordani - De Sanctis di Via San Giovanni Bosco.

“E’ questo un edificio oggetto di altre progettazioni, quale quella dell’adeguamento dell’impianto termo idrico-sanitario, per interventi volti all’ottenimento del certificato di agibilità per la struttura. Con gli interventi – spiega il Sindaco, Angelo Riccardi - che si propongono ora all’attenzione del Governo, a completamento di alcuni già effettuati e quelli in procinto di partire, si potrebbe ottenere il risultato più importante: l’agibilità della struttura”.

Nel dettaglio si tratta del rifacimento delle facciate esterne, che versano in uno stato di pessima conservazione; della rimozione e sostituzione di tutti gli infissi esterni ed interni (porte); dell’abbattimento delle barriere architettoniche e l’adeguamento della struttura ai requisiti di legge in materia; infine della verifica e l’eventuale adeguamento dell’impianto antincendio esistente.

Negli anni si è sforzati di mettere in sicurezza gli edifici scolastici ma, nonostante ciò, alcune strutture, realizzate ormai da decenni, risultano non adeguate alle esigenze attuali e necessitano di interventi. “Voi Sindaci – ha scritto Matteo Renzi -siete stati e siete sulla frontiera e paradossalmente lo avete fatto in un tempo di tagli senza precedenti”, la scommessa è quella di puntare sull’educazione, anche attraverso l’edilizia scolastica che restituisca dignità ad insegnanti ed alunni.

La lettera di Renzi non garantisce risorse economiche dirette, ma “Lascia intravedere la concreta possibilità di autorizzare gli interventi necessari, snellendo le pratiche burocratiche - conclude Riccardi - e, soprattutto, allentando le strette maglie del famigerato patto di stabilità”: quel crudele meccanismo di controllo della spesa, che fa sì che i Comuni abbiano i soldi in cassa ma non possano usarli.

I Sindaci sono diretti e operativi, come riconosce il Presidente del Consiglio, ma serve liberare loro le mani da alcuni dei vincoli contabili, se questi cozzano con l’interesse della comunità da loro rappresentata.

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