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Nuove provocazioni della Turchia contro la Grecia

Nuove provocazioni della Turchia contro Grecia e non solo. Il ministro degli Esteri, Nikos Dendias, di ritorno ad Atene dopo la visita di ieri in Iraq, si è visto bloccare il volo questa notte dalle autorità turche lungo il confine turco-iracheno, a nord di Mosul. Per quasi 20 minuti,con il rischio di rimanere senza carburante, le autorità turche si sono rifiutate di concedere l’autorizzazione al sorvolo in precedenza già approvata.
 
"Credo che ora si più evidente che mai che la Turchia sta agendo come un distruttore della pace e della stabilità nella più ampia regione. Virtualmente, ogni crisi e ogni situazione problematica nella regione, nello specifico nel Nagorno-Karabakh, in Libia, Siria, Cipro, Mediterraneo orientale, ma anche Iraq, ha un minimo comune denominatore: la Turchia”, ha affermato Dendias.

Nel corso della serata di ieri, mercoledì 14 ottobre 2020, il ministro greco degli esteri Nikos Dendias è stato protagonista di un episodio che non ha fatto altro che aumentare le tensioni tra Atene e Turchia. Il velivolo su cui era a bordo Dendias, infatti, è stato costretto ad attendere le autorizzazioni di Ankara una volta attraversato lo spazio aereo turco di ritorno da un viaggio in Iraq.

Questa azione va oltre il concetto di buon vicinato e viola le regole del comportamento diplomatico”, ha riferito l'emittente televisiva pubblica greca “Ert citando fonti del governo di Atene. “Le autorità turche sono state informate del volo Vip e hanno concesso il permesso di sorvolo dell'area, per poi ritirarlo mentre il velivolo si avvicinava al confine. Sono iniziate intense trattative diplomatiche, l'aereo è stato costretto a scendere di quota e girare in cerchio sino a quando il problema non è stato risolto. Ovviamente c'è stato il rischio di terminare anzitempo il carburante”, ha riferito la fonte dell’emittente televisiva. L'aereo con a bordo Dendias è riuscito ad atterrare all'aeroporto Eleusis, nei pressi di Atene, intorno alla mezzanotte ora locale (le 23 in Italia).

La visita del ministro degli Esteri greco in Iraq è stata la prima in 22 anni. Al termine della visita, Iraq e Grecia hanno firmato due memorandum d'intesa, mentre il ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein ha confermato che la Grecia inaugurerà un consolato a Erbil.

Potrebbe essere imminente una crisi. Con l’economia turca che va male, guidata da una valuta debole, uno scontro su Kastellorizo servirebbe idealmente a suscitare emozioni nazionaliste con un occhio alle elezioni presidenziali del 2023. L'analista Jack Dulgarian ha proposto uno scenario plausibile: le truppe turche invadono Kastellorizo o prendono l'isola in ostaggio e (bissando Cipro nel 1974) e sfidano il mondo a fare qualcosa al riguardo sottolinea Analisi Difesa

La presidente della Repubblica greca Katerina Sakellaropoulou, il 13 settembre, si è recata in visita a Kastellorizo : “Stiamo attraversando un momento difficile e pericoloso. La leadership turca sta intensificando le pressioni sul nostro Paese inducendo a dichiarazioni aggressive”, che minano “le relazioni di buon vicinato e la pacifica convivenza”, che sono state costruite in tanti decenni da greci e turchi, i quali considerano il mare che li separa non come un confine impenetrabile, ma come un canale di comunicazione” scrive Analisi e Difesa

Kastellorizo, con meno di 500 abitanti, gode dei pieni diritti conferiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare, la Grecia  rivendica una zona economica esclusiva (ZEE) di 200 miglia nautiche che lascerebbe alla Turchia una ZEE esigua lungo le sue coste; togliendo alla Grecia Kastellorizo, le dimensioni della ZEE turca sarebbero più che raddoppiate. La scoperta di grandi giacimenti di gas e petrolio nel Mare Mediterraneo fa sì che la potenziale importanza di ciò sia particolarmente significativa.

La Turchia, con Erdoğan, rifiuta categoricamente che Kastellorizo goda di tali privilegi. Di recente, Erdoǧan ha condannato “i piani di chi cerca di confinare alle sue coste un Paese di 780 mila chilometri quadrati utilizzando un'isola di 10 chilometri quadrati”. Ha poi proseguito col dire, riferendosi al Trattato di Losanna del 1923 e altri accordi che delimitavano i confini turchi: “La Turchia ha il potere politico, economico e militare per strappare mappe e documenti immorali imposti”. Poi, alludendo a vittorie militari di molto tempo fa sui greci, ha aggiunto: “Un secolo fa, li abbiamo sepolti nella terra o li abbiamo gettati in mare. Spero che non paghino lo stesso prezzo ora”.

l’ambizione di espansione marittima della Turchia ed è stata immaginata nel 2006 – con il nome di Mavi Vatan – dall'ammiraglio turco Cem Gürdeniz, un militare che non ha mai nascosto la sua ostilità all'Islam politico incarnato oggi dal presidente turco sottolinea Linkiesta.it .

La teoria Mavi Vatan si basa sull'assunto che la Turchia di oggi è un paese diverso da quello che era nel 1923, quando con il trattato di Losanna vennero definiti gli attuali confini turchi e greci, e nel 1947, quando la Grecia prese possesso del Dodecaneso. Chi crede nella Madrepatria azzurra guarda allo sviluppo, che ha avuto la Turchia negli ultimi 20 anni e ritiene che le condizioni economiche di oggi debbano giustificare un ben più ampio controllo marittimo da parte di Ankara.

Questa concezione ignora però i trattati che hanno definito gli attuali confini di Grecia e Turchia e anche la legge del mare ONU dell'82, comunque già non riconosciuta da Ankara. Nonostante gli oggettivi impedimenti a livello legale e le accuse di invasione della Grecia, Erdoğan ha continuato e insistere sulla Madrepatria azzurra per tutta l’estate, come dimostrato dalle sue recenti affermazioni: «La Turchia si prenderà la sua parte nel Mediterraneo ma anche nell ‘ Egeo e nel mar Nero. Quando diciamo che vogliamo fare qualcosa significa che lo faremo davvero, siamo pronti a pagare il prezzo delle nostre azioni ».

Da sole, le forze armate elleniche non possono riconquistare l'isola sottolinea  Analisi Difesa. Né Israele né l'Egitto entreranno in guerra con la Turchia per Kastellorizo secondo il periodico militare Italiano. L’art. 5 della NATO, che promette protezione in caso di aggressione, si rivelerà di certo inefficace quando entrambi le parti sono membri di quell’organizzazione. Sotto la guida della Germania, la maggior parte dell'Europa (con Macron che rappresenta l’onorevole eccezione) freme alla prospettiva che la Turchia usi l'arma dei migranti illegali e preferisce rabbonire Ankara.

Intanto il Fatto Quotidiano sottolinea che il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, in visita in Grecia per la seconda volta in un anno. Da tempo gli Usa stanno ufficiosamente ragionando sul ruolo passato della base turca a Incirlik e su quello futuro da affidare, in sostituzione, proprio alla Grecia, con cui il nuovo accordo militare siglato a dicembre scorso permette a mezzi e uomini a stelle e strisce di utilizzare quattro basi in terra ellenica, dove già ci sono droni e caccia.

La Grecia di fatto sta diventando il nuovo hub militare Usa nel Mediterraneo orientale, anche per ragioni di carattere energetico. Il porto di Alexandrupolis, su cui è prossima la privatizzazione da parte di players americani, è un “occhio” anche sui gasdotti Tap e Tanap che da lì transitano, oltre che assicurare uno sbocco marittimo in direzione Balcani per le truppe Usa e Nato che lì arrivano. Rappresenta anche il controcanto atlantico all’influenza di Mosca sul porto di Salonicco, recentemente privatizzato da un consorzio di cui fa parte l’oligarca ellino-russo Ivan Savvides, già deputato alla Duma e forte di una relazione privilegiata con Vladimir Putin, secono il Fatto.

Dagli anni ’20, l’Italia controlla infatti tutte le isole dell'arcipelago del Dodecaneso, di cui Megisti rappresenta l'est più orientale. Sarebbe stato interessante sapere che emozioni avrebbe provato il tenente Montini ricordando la sua avventura qualche anno più tardi, nel 1947 quando, con il trattato di Pace firmato a Parigi, Megisti e tutte le altre isole del Dodecaneso furono cedute dall'Italia alla Grecia.

un consigliere sulla politica estera di Erdoğan che, in diretta TV, ha menzionato esplicitamente la possibilità della guerra sostenendo che lui stesso avrebbe sparato a un pilota greco se la Turchia avesse subito attacchi scrive l inchiesta...

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