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Turino: «Scura e Urbani killer della sanità calabrese»

Ciò che sta accadendo nella sanità calabrese è inaccettabile. Con un rimpallo di responsabilità tra Regione e Governo, degna dei migliori ping pong mai visti, la Calabria viene “affamata di sanità”. Una strategia ormai chiara a tutti che vede nella struttura commissariale, Urbani e Scura, il braccio armato, ma i mandanti sono tutti a Roma.

Risulta evidente ormai così come ammette lo stesso ministro della sanità che sulla sanità la nazione cammina a due velocità. «Dal Pne 2015 escono due indicazioni - ha dichiarato la Lorenzin - la negativa riguarda la preoccupante divergenza tra nord e sud. Dobbiamo focalizzare tutto il nostro lavoro sul rispetto dei livelli essenziali di assistenza nel sud».

E come si cerca di recuperare questa divergenza? Con i continui rinvii di decisioni e permessi? Oppure con l’ostracismo tra il ministero e la Regione?

Ciò a cui stiamo assistendo ha dello scandaloso. Ed ora ci si mette anche il Tar che invece di dare un’accelerata ai processi rimanda tutte le decisioni sulle vertenze della sanità privata ad aprile 2016, paralizzando, di fatto, la naità in tutta la regione. Il tutto nel più completo e complice silenzio di chi oggi gestisce la Calabria.

Ciò che più ci preoccupa, da calabresi e da crotonesi, è l’ulteriore rinvio dell’autorizzazione per il Marrelli Hospital. Un’autorizzazione che sarebbe già dovuta arrivare, ma che, a causa del continuo rimpallo tra governo e commissari, slitta ancora a non si sa quando. Ultima novità il parere chiesto al ministero sul decreto di riordino della sanità calabrese, un parere di cui si parla da inizi ottobre ma che, sembra, essere stato inviato al ministero, soltanto la scorsa settimana

E tutto questo alla faccia dei malati crotonesi che continuano la pratica dei viaggi della speranza, viaggi che hanno un costo per le famiglie, un costo sociale per il territorio, ed un immenso costo per le Asp, ed intanto qualcuno si ingrassa sulle spalle dei calabresi.

Tutto questo alla faccia dei tanti lavoratori che stanno aspettando l’opportunità di esprimere la propria professionalità nella struttura crotonese e che da tempo attendono invano di poter indossare il proprio camice per fare il proprio lavoro.

Tutto quello alla faccia di un imprenditore che ha deciso di investire soldi propri per realizzare una struttura d’eccellenza in questo territorio dimenticato dagli uomini e dalla storia.

Il Marrelli Hospital, l’abbiamo detto tante volte, darebbe un deciso taglio alla migrazione sanitaria dando la possibilità a tanti crotonesi e a tanti calabresi di non dover andare al nord per curarsi. Ma è evidente che strutture di questo tipo danno fastidio a chi sulla migrazione sanitaria lucra e fa profitti.

La Calabria ha bisogno di uno scatto di orgoglio. Basta stare sotto il giogo delle regioni più potenti.

Già abbiamo le tasse più alte visto il debito sanitario, che, comunque, negli ultimi anni è calato, ma cosa dovrebbe succedere se il debito nel 2015 fosse, invece, cresciuto?

Aumenterebbero le restrizioni, e così i calabresi sarebbero costretti a continuare a partire per curarsi.

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