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Nel presente volume Maria Montessori descrive con estrema chiarezza la figura del fanciullo, quella del maestro/a, i loro ruoli, il tipo di relazioni che si stabiliscono o si dovrebbero stabilire tra entrambi per favorire un sano sviluppo dell’intelligenza e della personalità nel corso del processo educativo. In questa sede l’autrice intende porre l’attenzione all’ambiente, considerato particolarmente importante, per applicare il metodo montessoriano. Il bambino è un esserino facilmente influenzabile per il quale l’adulto deve impegnarsi a creare un ambiente adatto che risponda ai suoi bisogni, proprio come la Montessori si propone di realizzare nelle famose “case dei bambini”. In quelle scuole sceglie un arredamento a misura del bambino, composto da mobili piccoli, leggeri, facili da spostare e da lavare. I panni devono essere multicolori e le scope colorate. Ogni oggetto infatti deve essere per l’infante attraente. Egli deve essere libero di compiere tutte le sue azioni che per lui sono quasi più importanti del nutrimento. Spesso nel bambino sono latenti alcune forze che ha la necessità di manifestare. Per questo motivo desidera intervenire ed agire. Non vuole ricevere alcun aiuto dall’adulto se non nei momenti di reale bisogno. Vuole essere autonomo. A questo proposito deve essere libero di sbagliare, di commettere errori per apprendere. Deve provare gioia ed essere entusiasta nello svolgere le attività che ha scelto.

Il/la maestro/a si deve limitare ad osservarlo e sorvegliarlo, senza impedire un suo naturale sviluppo. Talvolta deve evitare di dare continuamente consigli e correggerlo per rivelare la sua bravura. Non deve sostituirsi al bambino ma deve imparare ad aspettare che tutti i movimenti del bambino provengano dal suo interno, siano il risultato di una organizzazione della vita interiore (pp. 41-42). L’insegnante deve stare calmo/a e pronto/a ad intervenire per assecondare lo sviluppo intellettuale e sentimentale con amore e confidenza.

Deve formare l’umanità servendosi di un materiale didattico e creare le condizioni per favorire la concentrazione. Quest’ultima sarà utile per insegnare a leggere, a scrivere, a far di conto e per l’apprendimento delle lingue straniere.

Lo stesso metodo, sopra ricordato, potrà essere applicato anche dai genitori senza cercare mai di escludere il bambino dalla vita familiare. Al contrario dovranno fare in modo che possa sempre prender parte.

Maria Montessori, Il bambino in famiglia, Milano, Garzanti elefanti, ristampa 2008, pp. 144, 10 euro.

Esce nei giorni di apertura del semestre greco di Presidenza UE il libro del giornalista Francesco De Palo edito da Albeggi Edizioni
Una fotografia della Grecia tra scandali e degrado sociale, accanto a storie d’onore e di coraggio di ieri e oggi
Sulla copertina, i riflessi di un’acqua cristallina e poi uno strappo, dal quale fuoriescono mani con il palmo aperto: è il gesto della mounza, una protesta-insulto divenuto simbolo della reazione alla troika e al Governo di Atene durante i giorni dei raduni in piazza, quando i greci si facevano fotografare con le mani alzate contro il Parlamento. Il libro di De Palo è una fotografia della Grecia di oggi, alle prese con disperazione e fame, con scandali e sprechi e con il fenomeno inquietante di Alba dorata. Accanto a questa fotografia, storie di coraggio, passate e presenti, pulite, alte ed edificanti che questa terra - che ha dato i natali alla filosofia, alla democrazia, alle arti e alla medicina - è riuscita ad esprimere. Da queste storie, sostiene l’autore, occorre ripartire per risorgere e cambiare di nuovo le sorti della Storia.

Il confronto è impietoso: da una parte il coraggio con cui Leonida alle Termopili pronunciò la celebre frase “Veniteci a prendere!”, o quello di Athanasios Diakos, uno dei protagonisti della resistenza greca contro i turchi, con la sua “Nato greco, morirò greco”, dall’altra parte la pervicacia con cui le classi dirigenti greche hanno trasformato un paradiso terrestre in un luogo dove oggi è tornata la tubercolosi, dove i malati di cancro devono pagare la chemioterapia, dove un greco su quattro vive con meno di seicento euro al mese, dove in alcune scuole di Atene i bambini si accasciano sui banchi per la fame, mentre illustri membri della Casta affollano la lista degli evasori tra fondi neri e lingotti d’oro in Svizzera, come ha cercato di dimostrare il giornalista greco Kostas Vaxevanis, di cui nel libro si pubblica un’intervista. E poi il razzismo: la Grecia trabocca di immigrati (3 milioni su 11 di popolazione totale) la maggior parte dei quali vive in condizioni disumane. I cittadini si ribellano, la politica estrema cavalca l'onda della protesta per iniettare il veleno della xenofobia in un tessuto sociale già altamente provato. Ecco allora la richiesta di Alba Doratadi garantire le cure solo ai cittadini greci, di non dare elemosine agli immigrati, di mettere mine antiuomo alle frontiere, di arresto immediato ed espulsione di tutti gli immigrati illegali. Ecco le frasi da choc in stile hitleriano, le ronde e i pestaggi.

 

I greci si sono visti diminuire stipendi, pensioni e indennità del 20%, introdurre nuove tasse, aumentare l’IVA al 23%. Duemila i suicidi dall’inizio della crisi; quasi un quarto di cittadini ellenici disoccupati; record dei paesi Ocse dei bambini sottopeso; il numero dei senzatetto raddoppiati in dodici mesi ad Atene. La “casta” ellenica continua però ancora imperterrita a sprecare il denaro pubblico. E’ la politica, sostiene l’autore, che ha prodotto la voragine finanziaria che lascia l’eurozona col fiato sospeso: la stessa politica che proprio in quel lembo di Mediterraneo tremila anni fa ha avuto origine oggi sta dando il peggior spettacolo della Storia.


Allora, è proprio da questa Grecia in cui si forgiò la prima forma di unione europea, proprio da questa Grecia in crisi, che occorre far partire una nuova strategia, secondo l’autore.

Non sia tabù riflettere - dichiara Francesco De Palo - ora che ha preso il via l’anno “Mediterraneo” di presidenza europeo, (semestre greco e italiano), sull’eventualità di un doppio binario di Unione e sulla necessità di un nuovo Rinascimento “euromediterraneo”. Perché l’Europa, o è Mediterranea, o non è.

Biografia dell’autore: Francesco De Palo, barese classe ’76, è giornalista freelance, scrittore e blogger. Laureato in giurisprudenza, scrive di Mediterraneo e di politica per Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Formiche, Rivista Il Mulino e dirige il magazine Mondo Greco. Profondo conoscitore della Grecia che frequenta assiduamente dal 1996, parla il greco moderno: ha seguito in loco nel 2012 le elezioni greche e il dossier troika.

«Fu un enorme successo che andò ben oltre il problema della fertilità. Riguardò anche l’etica del concepimento. Volevo scoprire chi fosse davvero al comando, se Dio stesso o gli scienziati. Ho dimostrato che noi eravamo al comando». Con queste inquietanti parole Robert Edwards, Nobel nel 2010 descrisse i suoi studi sulla Fecondazione Artificiale.

Ed è proprio l’etica del concepimento al centro di uno studio sulla fecondazione artificiale appena pubblicato dalla Rivista “Maria di Fatima” del Movimento ecclesiale Famiglia del Cuore Immacolato. Nell’agile volumetto (pagg. 31, Euro 2,00) si analizza scientificamente la spinosa questione e si indagano i problemi morali ad essa connessi. La guida per comprendere è quella del Magistero della Chiesa affiancata da una disamina scientifica accurata. Per questo si parlerà solamente di fecondazione artificiale (FA) e non di procreazione medicalmente assistita perché così si vuole sottolineare che la produzione dell’essere umano avviene in modo completamente distaccato dall’azione dei genitori come avviene per gli animali (la tecnica è stata presa direttamente dalla zoologia). Pro-creare è un’altra cosa, è diventare partecipi della Creazione, è il frutto della donazione totale tra gli sposi.

La FA ha provocato l’abbandono quasi totale della ricerca delle cure per la sterilità di coppia, ha riempito i congelatori di embrioni avanzati, provoca la scomparsa di moltissimi fratellini (9 per ogni nato) del bambino prodotto, ha percentuali di successo dal 10 al 20 al 25%. Per non parlare, e nel volumetto se ne parla, delle complicanze a carico della mamma e del bambino. Tutto questo sulle spalle di una povera coppia disperata perché non riesce ad avere figli!

La seconda parte si sofferma sulla valutazione antropologica ed etica ed entra in campo la verità sulla persona umana che ha portato alla condanna da parte del Magistero della Chiesa di qualsiasi forma di FA in quanto la procreazione è un atto personale della coppia che non può vedere l’intervento di terzi. Il medico può e deve intervenire per curare le cause dell’infertilità. Negli Usa e in Europa si sta diffondendo la Naprotecnologia che cerca di individuarne le cause e rimuoverle attraverso un’accurata diagnosi. Nella FA la diagnosi non interessa, si aggira l’ostacolo e si lascia la coppia nei suoi problemi.

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