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“Dovevo essere un pessimo maestro ma preparato nel suo lavoro e avevo in mente di tutto dalla linguistica indoeuropea al marxismo (...); avevo in mente di tutto fuorché la scuola. Forse, però, non sono stato un maestro noioso. Raccontavo ai bambini, un po' per simpatia un po' per voglia di giocare, storie senza il minimo riferimento alla realtà né al buon senso, che inventavo servendomi delle "tecniche" promosse e insieme deprecate da Breton”. Questo è quanto dice di se stesso Gianni Rodari nato cent'anni fa, nel 1920, autore famoso di filastrocche ben note a molti ragazzi che sono cresciuti negli anni 60, 70, 80, ma anche ai giorni nostri i suoi libri sono consigliati e presenti nelle librerie e nelle nostre case. Scritti spesso caratterizzati da rovesciamenti di prospettiva come quando parlando della cicala e della formica quest’ultima è descritta come un essere avaro, mentre la cicala è quella generosa che regala il suo canto. Ribaltando la morale di Esopo. Di formazione cattolica, Gianni Rodari, dal 1935 al 1937 milita nell’Azione Cattolica a Gavirate, un un paese del Varesotto dove comincia scrivere i primi racconti. Brillante, intelligente, si diploma a soli 17 anni e diventa un appassionato lettore che si avvicina a Nietzsche, Schopenhauer, Lenin, Stalin, Trotsky e si incuriosisce “sul marxismo come concezione del mondo". Nel 1939 si iscrive all'Università Cattolica di Milano, facoltà di lingue, senza laurearsi. Nel 1941 è iscritto al partito fascista e dopo la fine del regime, nel 1944, si scrive a quello comunista e qui inizia la sua carriera di giornalista prima a "Ordine Nuovo" e poi a "l'Unità". Nel 1950 il partito lo chiama Roma a dirigere il "Pioniere". Dal 1952 cominciano i suoi viaggi in Unione sovietica, l'ultimo sarà nel 1979, un anno prima della sua morte. Dal 1956 al 1958 torna all'Unità per poi passare a Paese Sera. Scrittore per l'infanzia, pluripremiato, il suo primo lavoro è del 1959 e dal 1960 pubblica con Einaudi poi Mursia e Interlinea. Nel 1970 lascia Paese Sera e ricomincia lavorare e pubblicare per Einaudi ed Editori Riuniti. Lo scopo del suo lavoro è sempre stato quello di tendere a immaginare un mondo diverso in tutto: la scuola, la famiglia, la democrazia, tenendo presente che il suo committente è "il movimento operaio e democratico più che il mio editore" diceva nel 1974. Era molto critico verso la scuola, nel 1968 la definirà "un riformatorio ad ore". Nel suo Manuale del pioniere, scritto nel 1951, forse proprio per migliorare la scuola come la intendeva lui arriva a "sollecitare le organizzazioni democratiche (Partiti, Udi, associazione Italia-Urss, ecc.) perché organizzino spettacoli cinematografici per ragazzi, procurandosi anche qualcuna delle molto belle pellicole per ragazzi prodotte nell'Unione Sovietica e nelle democrazie popolari" (pag. 80). In molte sue filastrocche traspare sempre il suo sfondo ideologico. Intellettuale comunista dall'inizio alla fine non ha mai nascosto questa sua militanza, vediamone una: 

Bandiere.

Bella la bandiera tricolore 

sboccia al sole come sboccia un fiore. 

Ma le bandiere sono tutte belle,

fatte per sventolare insieme come sorelle… L'italiana, l'inglese, la francese, 

la russa, la cinese 

e quella di Maometto: 

mille più mille bandiere a braccetto!!

Credere che sia stata scritta da dei bambini è abbastanza improbabile. Erano anni in cui la bandiera russa e cinese grondavano il sangue di milioni di prigionieri e di dissidenti. I suoi viaggi in Unione sovietica erano i viaggi di un militante del PCI e al ritorno le sue testimonianze non davano resoconti di quella che era la situazione in quel martoriato paese. Dopo trent'anni dalla caduta del muro di Berlino, dopo che il comunismo ha rivelato, a tutti, anche a chi non voleva vedere, il suo vero volto, celebrare questi personaggi è connivenza con chi volutamente per decenni ha spacciato moneta falsa sapendo cosa stava facendo. L'epidemia del Covid-19, la conseguente chiusura delle scuole, hanno impedito una commemorazione che sarebbe stata quantomeno inopportuna e piena di falsità. 

Poche pagine, ma densissime di storia, riflessioni, informazioni circa due avvenimenti storici che forse hanno cambiato un po' il mondo, ma sono estremamente banalizzati dai manuali in uso. Quelli imposti dal politicamente corrotto

“Difesero la fede, fermarono il comunismo – La Cristiada, Messico 1926-1929 – La Cruzada, Spagna 1936-1939 (ed. Cantagalli), è l'ultimo libro di Giovanni Formicola.

Il testo di Formicola è particolarmente prezioso, non solo perché di ottima compagnia in giorni come questi. Ma perché estremamente profetico ed evocativo: è capace di spiegare in qualche modo il presente attraverso una preziosa indagine del passato. Diviso in tre parti: la prima che spiega il comunismo come “ideologia globale della Rivoluzione”; la seconda che si concentra sui fatti messicani; la terza su quelli spagnoli. Gli avvenimenti non sono solo trattati, ma ne vengono esplorate origini remote e prossime. Mentre l’obiettivo è dichiarato subito dall’autore: “Mi sembra che gli episodi messicano e spagnolo di resistenza anche armata alla Rivoluzione anti-cristiana, per difendere la fede, la possibilità di viverla integralmente nella libertà, meritino di essere ripresi e ricordati sia per restituire onore e verità alla loro storia, troppo spesso vilipesa o dimenticata, sia per riconoscerne la valenza esemplare”.

Una valenza che s'impone sul momento storico di questo particolare inizio di 2020 e non può non apparire inquietante nella misura in cui dimostra come un attento e sano studio della storia aiuti a capire la contemporaneaità e a scegliere la politica. 

Oggi che la Chiesa Cattolica sembra sparita dall'orizzonte della storia, uscendo e sbarrando le porte dei tabernacoli e delle celebrazioni eucaristiche, Formicola ci ricorda come la proibizione del culto era già stata riproposta più volte nella storia. Eppure per la prima volta in 2000 anni il decreto di divieto al culto è stato firmato dalla Chiesa stessa. Il che offre una finestra sulla storia passata e su come il popolo cattolico e il clero abbiano reagito all'imposizione del potere rivoluzionario che non poteva non perseguitarlo. 

C'è stato un tempo in cui i sacerdoti rischiavano la vita per non privare i fedeli dei sacramenti. Un tempo che irrompe prepotente nella narrazione di Formicola quando più volte nel testo fa emergere comparazioni tra Cristiada e Cruzada. In Messico e in Spagna negli anni 1920 e 1930 l’odio comunista - che l'autore chiarisce come non sia mai stato semplice ateismo, ma meglio teofobia -  si è fin dal principio manifestato come odio implacabile nei confronti dei cristiani per la loro stessa esistenza. Gli episodi del Messico e della Spagna furono caratterizzati da una forte resistenza e reazione da parte del popolo cristiano che contribuì a dare un diverso corso alla storia, anche universale.

Ed è unica e rara la trattazione di un fatto storico misconosciuto e ignorato, l'Alzamiento spagnolo che grazie a Giovanni Formicola trova spazio e senso. La persecuzione anti-cattolica, viene sottolineato nel testo, "durava almeno dalla proclamazione della Repubblica nel 1931". E quindi divenne "evidente che non si potesse fare altro, anzi che l’Alzamiento fosse un preciso dovere morale". Il vero leader dei militari diventa Francisco Franco. E con i militari sta anche la Chiesa. Pio XI  si esprime chiaramente sia il 14 settembre 1936 a Castelgandolfo che nel Radiomessaggio del 24 dicembre 1936. La Chiesa di Spagna da parte sua "benedice nella sua sostanza l’Alzamiento nacional ed esorta i cattolici a sostenerlo". Ad aprile 1939, Pio XII è appena eletto e scrive in un telegramma al generale Franco: "Innalzando il Nostro cuore a Dio, Noi ci rallegriamo con l’Eccellenza Vostra della vittoria tanto desiderata della Spagna cattolica".

I tempi, oggi, sono decisamente cambiati e "il corpo sociale mostra di non avere più gli anticorpi per combattere il ricorrente morbo. Per tante ragioni, non ultima lo sbandamento pastorale che si manifesta dagli anni Sessanta nella Chiesa", scrive Formicola. Ma la chiosa finale del testo che recita, "ottant'anni dopo, complicato dall'"irreparabile fuga del tempo", il nodo rivoluzionario è ancora tutto da sciogliere, e continua a legare la religione, la cultura e la politica, costituisce una perfetta composizione ad anello che riporta al primo capitolo -  "il comunismo. Ideologia globale della rivoluzione". E indica, così, dove guardare per capire.

E' qua che Formicola spiega come, "negato un ordine delle cose da rispettare, la teoria dell'azione comunista può essere sintetizzata nel luogo comune detto machiavellico, inteso e applicato in modo estremo, quasi parossistico, secondo il quale "il fine giustifica i mezzi". Alla base del sistema - e scopo prioritario dell'azione - sta il rifiuto di Dio. E' per questo che senza sapere qualcosa di comunismo non si possono capire Cristiada e Cruzada, che trovano in queste pagine una dignità nuova e finalmente la luce della divulgazione. 

Tutto è raccontato nei minimi particolari, persino nel prima, che è fondamentale, in una cronologia che racconta cosa accadeva contemporaneamente in Italia, in Spagna e in Messico. 

E ogni cosa, soprattutto, serve come bussola per la realtà e lascia una domanda nel cuore di chi legge - che esso sia un cattolico o no: oggi chi è in grado di reagire "all’assalto al Cielo” e alle libertà elementari dell'uomo negate considerando anche lo sbandamento pastorale che si manifesta nella Chiesa?

Formicola merita di essere letto, ripetiamo, in questi giorni in particolare, anche perché magari si riesce pure a dare un senso a questa quarantena!

 

Siamo tutti un po’ dei chimici e forse non ce ne siamo mai resi conto perché il mondo è come un grande laboratorio e questo laboratorio viene svelato ai più giovani da un esperto divulgatore scientifico come il prof. Gianni Fochi che ha lavorato nell’industria ed è stato docente al politecnico di Zurigo e alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni anche a carattere divulgativo come il long seller Il segreto della chimica, due volumi ad uso scolastico e saggi sempre a carattere scientifico. Fochi adesso si è cimentato in un libro per ragazzi, Il chimico segreto. Il mondo come un laboratorio svelato ai giovani appena uscito dalla casa editrice Carmignani (Staffoli, Pisa). Forse spinto dai tre nipotini, ha pensato di arrivare ad un pubblico di lettori dai dodici ai quindici anni che sono in una fascia di età molto sensibile ai temi ambientali. È proprio il caso del protagonista del racconto  Jordie, un ragazzo americano che si batte in difesa dell’ambiente e un po’ per volta si rende conto che la scienza e la tecnica non sono nemiche del pianeta. Se usate bene, sono uno strumento potente a vantaggio dell’umanità e possono servire anche in difesa della natura.

Jordie è poco più che coetaneo dei lettori ai quali il libro si rivolge. Li accompagna a scoprire gradualmente, mentre fa lui la stessa scoperta, che la chimica è dove meno te l’aspetti: non solo negli impianti industriali e nei prodotti che ne escono, ma anche nelle nostre azioni quotidiane.

Piccole finestre nel testo consentono approfondimenti su argomenti scientifici importanti che vengono toccati nel racconto ma che possono essere letti anche in un secondo momento. Dopo aver gustato le avventure di Jordie, magari i ragazzi potranno scoprire in quei riquadri qualcosa sull’acqua ossigenata, sul pH, sul “carburante” del nostro organismo, sui due diversi ossidi del carbonio — dei quali solo uno è tossico —, sui saponi, sull’osmosi.

Insieme con Jordie i lettori sono invitati a meditare sulla contrapposizione artificiosa tra chimica e natura, e sullo sfruttamento improprio dell’aggettivo “naturale”. Che senso ha —si chiede il ragazzo — scrivere sull’etichetta che un sapone Marsiglia è naturale? Non viene estratto dalle miniere, non cresce sugli alberi. Ma è prodotto con oli vegetali! Certo, quegli oli sono naturali. Ma non è naturale la soda caustica, con cui sono trattati a caldo nel processo industriale che li saponifica. E ancora: uno o più ingredienti sono naturali. O il petrolio non è forse naturale? Jordie pensa giustamente: viene estratto da giacimenti creati dalla natura, non certo dall’uomo. Allora, se ragioniamo come la pubblicità di quel sapone, dobbiamo considerare naturali anche i detersivi fatti appunto con derivati del petrolio. Le materie prime sono tutte naturali.

Ragionamenti scientifici che s’affacciano a una mente giovane e attenta e non sono ovviamente i soli a tenerla occupata. Pian piano Jordie s’accorge anche dell’affetto che ha per lui una ragazza brava e carina. All’inizio non la considerava neppure, ma nello scorrere della trama vediamo sbocciare nel suo cuore il sentimento nei confronti di lei.

“Il chimico segreto” è un’idea ottima per un regalo ai nostri figli e nipoti, o a figli e nipoti di amici. A qualche adulto verrà magari voglia di dare al libro uno sguardo prima di darlo loro in mano. S’accorgerà allora che, in segreto e senza averlo mai saputo, siamo tutti chimici.

 

Gianni Fochi, “Il chimico segreto”, Carmignani Scienze, 139 pagine, 13,00 € 

Sempre nelle pagine del Corriere del Sud:

https://www.corrieredelsud.it/site/modules/article/view.article.php?16704/c0

https://www.corrieredelsud.it/nsite/2016-07-14-15-53-27/corriere-letterario/28715-il-puzzle-risolto-degli-elementi-chimici.html

 

Altre pubblicazioni del prof. Gianni Fochi

-La chimica ragionata, manuale per le scuole medie superiori, Istituto Geografico De Agostini, 1990 (fuori commercio).

 - Chimica da capire — compendio di chimica generale con brevi cenni di chimica inorganica descrittiva, manuale a uso delle matricole universitarie, ETS (2005) e poi Edizioni della Normale.

 - Il segreto della chimica, Longanesi, 1999 (poi in altre edizioni Longanesi e TEA); pubblicato in traduzione spagnola dalla RobinBook di Barcellona.

 - Fischi per fiaschi nell’italiano scientifico, Longanesi, 2010.

 - La chimica fa bene, Giunti, 2012 ed edizioni successive.

L’avventura periodica. Il puzzle risolto degli elementi chimici, Bietti, 2019

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