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Torna a salire la tensione tra Italia ed Egitto sul caso Regeni

Torna a salire la tensione tra Italia ed Egitto sul caso Regeni, che sembra ancora molto lontano da una soluzione. Tanto che oggi in il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, intervenendo al question Time, è tornato a ripetere che Roma "pretende di sapere chi ha ucciso e torturato Giulio Regeni" per "la famiglia" e per "il popolo italiano che si sente oltraggiato da finte verità".

Ma la decisione che ha suscitato l'immediata reazione del Cairo, è stata quella presa dal Parlamento, che ha aperto anche un forte dibattito in aula. Il blocco delle forniture di pezzi per gli F16, mossa concreta e non solo politica, è stato infatti letto con stupore e "rammarico" dal Cairo

Infatti la Camera ha confermato il blocco dei pezzi di ricambio per i caccia F16 per l'Egitto e il Cairo promette "contromisure" e "impatti negativi" su "tutti i campi di cooperazione tra i due paesi", a partire da dossier sensibili come l'immigrazione, la Libia e il terrorismo.

Il via libera del Senato era arrivato con 159 voti a favore, 55 contrari e 17 astensioni

Con questi numeri l'Aula ha scelto di bloccare la fornitura di pezzi di ricambio per gli F16 all'Egitto, con un emendamento che qualcuno ha ribattezzato "emendamento Regeni", dal cognome del ricercatore Italiano torturato e ucciso in Egitto..

Una questione spinosa quella dei pezzi dei caccia, sulla quale il governo aveva chiesto ai senatori di esprimersi, e che lo stesso relatore, Gian Carlo Sangalli, aveva chiaramente identificato come una risposta alla lentezza con cui stanno arrivando risposte dal Cairo sull'omicidio del giovane italiano: non un atto ostile, ma un segnale chiaro.

Se bagarre c'era stata sulla sorte dei pezzi di ricambio, con l'ex ministro della Difesa Mario Mauro che sosteneva quelle forniture fossero già arrivate al Cairo, una risposta è arrivata da Nicola Latorre, senatore Pd a capo della commissione Difesa. "I pezzi di ricambio sono imballati in porto di Taranto", ha ricordato.

Intanto amarezza e stata espressa dal Cairo, per la decisione del Parlamento italiano di smettere di inviare agli egiziani i pezzi di ricambio per gli aerei F-16, una mossa decisa in risposta alle indagini che vanno a rilento sulla morte del ricercatore Giulio Regeni

Una nota del ministero degli Esteri, "non va di pari passo con il livello di cooperazione tra i due paesi" e nelle ultime settimane c'erano stati intensi scambi tra gli investigatori e l'Egitto aveva fornito "centinaia di documenti" e "decine di registrazioni" delle indagini, in segno di "totale trasparenza". Rammarico perché il voto del parlamento avrà inevitabilmente delle conseguenze sulla cooperazione tra i due Paesi.

Il ministero parla di "contromisure allo studio" e cita tutti i dossier più sensibili. Il voto del Parlamento italiano, si legge nel comunicato, avrà degli "impatti negativi in tutti i campi della cooperazione tra i due paesi: sul piano bilaterale, regionale ed internazionale". E le conseguenze si faranno sentire anche sulla "cooperazione in corso tra Roma e il Cairo nella lotta all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo e in Libia". Non solo: ne risentirà anche "la comune lotta al terrorismo".

Resta, assicura ancora l'Egitto, l'impegno a "mantenere il rapporto speciale con l'Italia" e il Cairo si augura che Roma abbia "lo stesso interesse e la stessa preoccupazione per i rapporti con l'Egitto".

 

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