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A Steccato di Cutro situazione ambientale insostenibilie

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La Calabria è una terra meravigliosa, o per lo meno, potrebbe esserlo. La natura di cui l’ha dotata il buon Dio la rende, potenzialmente, una delle terre più belle d’Italia. Purtroppo ogni terra ha i suoi abitanti e, soprattutto, i suoi governanti e politici che sono diretta espressione della cittadinanza. E così, nel corso dei secoli, la Calabria è stata defraudata dai suoi stessi abitanti del suo glorioso passato. La capacità di conservare quanto di buono e di bello ci è stato trasmesso da chi ci ha preceduto non è di certo una delle nostre migliori peculiarità; i massi del tempio di Hera Lacinia utilizzati per costruire il porto di Crotone ne sono un esempio eclatante. E così oggi ci ritroviamo con un patrimonio di beni culturali di gran lunga ridotto rispetto a quello che possono vantare altre regioni d’Italia. Senza andare troppo lontano, pensiamo alla Sicilia e alla Puglia.

E la natura? L’abbiamo adeguatamente rispettata? Papa Francesco all’udienza generale dello scorso 21 maggio 2014 in piazza san Pietro ha lanciato un forte monito: «L’uomo custodisca e salvaguardi l’ambiente o sarà la stessa natura che lui distrugge ad annientarlo». E ha proseguito, ricordando quanto gli aveva detto un coltivatore di fiori: «Dio perdona sempre, l’uomo perdona a volte, ma il Creato non perdona mai e se tu non lo custodisci lui ti annienterà».

Quindi, dal rapporto che l’uomo ha con la natura e l’ambiente dipende la sua felicità.

Di certo non possono dirsi felici i villeggianti di Steccato di Cutro, che senza colpa alcuna, si trovano a trascorrere le meritate vacanze in un ambiente deturpato dall’uomo.

Dopo anni di silenzio e di inerzia da parte delle istituzioni preposte al controllo del territorio, un gruppo di persone ha scritto una lettera di protesta al sindaco del Comune di Cutro e, per conoscenza, all’Asl e alla Procura della Repubblica.

Oggetto della lettera è la disastrosa situazione ambientale. In primo luogo, l’inquinamento del mare. «Il nostro timore – si legge nella missiva – è quello di contrarre infezioni per la costante presenza di schiuma (liquame, macchie) non identificata ma molto probabilmente derivante dal mal funzionamento dei depuratori comunali o di enti privati».

Nella lettera si chiede che vengano adottate «le giuste politiche di prevenzione ponendo in essere interventi mirati e tesi a risolvere tali problematiche».

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Un altro problema segnalato è quello relativo allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

«Quest’anno più che mai abbiamo notato – scrivono i turisti – che sia negli accessi alle spiagge sia dove sono dislocati i bidoni, c’è un costante accumulo di rifiuti poiché questi vengono prelevati poche volte rispetto alle esigenze dei cittadini».

Il rischio di esalazioni tossiche è concreto. Soprattutto perché la popolazione giunta all’esasperazione, «in diverse occasioni, ha incendiato i rifiuti – si legge nella lettera – credendo di risolvere il problema, ma causando un maggior pericolo per la salute e l’igiene pubblica».

Viene poi segnalato un problema di minore entità ma che procura comunque un certo fastidio, quello della sicurezza stradale. «si nota, infatti, la totale mancanza della segnaletica stradale sia verticale sia orizzontale, anche in questo caso il Comune latita – concludono i firmatari della lettera –».

Questo gruppo di cittadini si augura che la lettera non venga cestinata. Ma noi ci chiediamo: il sindaco, la Guardia Costiera, l’Asl e tutti gli altri enti preposti non sono forse da tempo a conoscenza di questi gravi problemi? Perché non hanno agito tempestivamente? Perché dobbiamo pagare le tasse che presuppongono l’erogazione di un servizio?

Noi, in realtà, crediamo di conoscere già la risposta a tutte queste domande.

La ragione risiede nell’incapacità di attuare una politica rivolta disinteressatamente al perseguimento del bene comune, nel non comprendere che il turismo rappresenta una eccezionale occasione di crescita umana ed economica per il nostro territorio. Ma tutto questo presuppone una cultura del turismo e la cultura non si inventa dall’oggi al domani.

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