Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Martedì, 19 Marzo 2024

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:635 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:886 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:804 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:977 Crotone

Le opere del maestro Affi…

Feb 07, 2024 Hits:1036 Crotone

Il patrimonio della …

Gen 24, 2024 Hits:1395 Crotone

Book Baby Boom: inizia un…

Gen 19, 2024 Hits:1495 Crotone

Alla Frassati inaugurata …

Nov 07, 2023 Hits:2802 Crotone

Duecento anni fa la guerra d'indipendenza greca dall'impero ottomano

Duecento anni fa, i greci dichiararono una guerra d'indipendenza contro l'Impero Ottomano. Un comitato speciale chiamato "Grecia 2021" ha organizzato eventi celebrativi che continueranno fino alla fine dell'anno.

La Grecia, celebra e ricorda l'inizio della Rivoluzione Ellenica contro l'impero ottomano: il 25 marzo del 1821 nel monastero di Agia Lavra nel Peloponneso, l'arcivescovo di Patrasso, Germanos, innalzò la bandiera della rivolta. Iniziò così la dura lotta che portò all'indipendenza della Grecia.

L'occupazione della Grecia da parte degli Ottomani ebbe inizio nel 1453, con la caduta di Costantinopoli in mano al sultano Mehmet II. Atene, la capitale culturale dell'antica Grecia, cadrà nel 1456, mentre gli ultimi baluardi bizantini, il despotato della Morea nel Peloponneso e Trebisonda con l'omonimo impero nel Ponto cadranno in mano ottomana rispettivamente nel 1460 e nel 1461.

Il regime ottomano ispirò diversi moti rivoluzionari miranti al recupero dell'indipendenza, tutti però soffocati nel sangue. Molti uomini dovettero lasciare le loro terre e rifugiarsi sulle montagne. Queste persone venivano chiamate clefti (Kleftes=banditi), letteralmente "ladri" (dal greco κλέβω, rubare), ma per il popolo questa parola prese il significato di "partigiani". Essi agivano con la tecnica della guerriglia, compiendo azioni rapide e turbando il dominio ottomano.

Per contrastare questi partigiani l'impero ottomano decise di riconoscere in maniera semiufficiale gruppi armati di rumeni chiamati Armatoli. Anche se ingaggiati per combatterli, gli Armatolì finirono per collaborare con i Kleftes, tant'è che, all'epoca dello scoppio della guerra d'indipendenza, le due figure avevano ormai perduto i tratti distintivi per diventare sinonime[1]. Eccezione fatta per una sola importante rivolta, quella della Morea nel 1718, la sovranità turca rimase praticamente incontrastata per la maggior parte del XVIII secolo.

Una seconda rivolta che preannunciò lo scoppio della guerra d'indipendenza fu quella del Peloponneso fomentata dai russi (Rivolta Orlov), avvenuta nel 1770.

Il solo paese europeo in cui l'ondata rivoluzionaria del 1820-1821 riportò un successo fu la Grecia. La sua aspirazione all’indipendenza dall’Impero ottomano, aveva il sostegno del governo russo, che l’appoggiava perché voleva indebolire l'Impero turco. Nel 1815 l'influenza ottomana nei Balcani era diminuita a causa di una parziale autonomia ottenuta dalla Serbia.

Anche i serbi erano sostenuti dalla Russia, sia per motivi etnici sia per motivi religiosi. In Grecia operava una società segreta, l’Eteria, che si poneva sia l'obiettivo della libertà sia quella dell’indipendenza. Fu essa a promuovere, nel marzo 1821, un'insurrezione che trovò una guida in Alexandros Ypsilantis. Questo primo tentativo fallì, perché non ottenne nessun aiuto da parte dello zar Alessandro I, ma La rivolta si diffuse nel resto della Grecia. Nel gennaio 1822 un congresso di patrioti greci, riunito a Epidauro, proclamò l’indipendenza.

I primi combattimenti ebbero luogo nel 1821: l'insurrezione divampò in tutta la Grecia continentale, fomentata prima dall'arcivescovo di Patrasso, Germanos, poi anche grazie all'appoggio degli Armatolì e dei Kleftes guidati da Theodoros Kolokotronis. Contemporaneamente aveva luogo la secessione dell'Epiro guidata da Alì Pascià di Tepeleni. La repressione dei Turchi non tardò ad arrivare: nel 1822 (anno in cui fu emanata una costituzione provvisoria greca) ripresero rapidamente il controllo dell'Epiro e tentarono di ristabilire il loro dominio con il terrore. I fatti più sanguinosi ebbero luogo nell'isola di Chio, dove nell'aprile 1822 la popolazione venne pressoché interamente sterminata, ed a Costantinopoli, dove il patriarca venne impiccato (Massacro di Costantinopoli).

Questi fatti sollevarono un'ampia eco negli ambienti liberali di tutta Europa; molti illustri intellettuali, come l'inglese George Gordon Byron e gli italiani Santorre di Santarosa e Giuseppe Rosaroll, partirono per unirsi ai rivoluzionari che, guidati nel Peloponneso da Kolokotronis ed a Missolungi (conquistata nel 1822) da Markos Botsaris, mantenevano ancora alcune importanti sacche di resistenza.

La situazione si sbloccò grazie all'intervento di truppe inviate dal pascià d'Egitto Mehmet Ali, grazie all'aiuto delle quali vennero riconquistate nel 1825 Navarino e anche Atene a giugno, mentre Missolungi, irriducibile roccaforte degli indipendentisti, fu messa sotto assedio nel 1826 e conquistata l'anno seguente anche se poi verrà presto riconquistata grazie alla flotta britannica alla fine dell'anno. Atene invece verrà riconquistata a settembre 1827 dai greci. Intanto la successione al trono di Nicola I e la rinnovata intenzione russa di adoperarsi per l'indipendenza greca (nella speranza di ottenere uno sbocco nel Mediterraneo, indebolire ulteriormente gli osmanici e attuare un controllo maggiore sui Balcani), mentre i rivoluzionari conducevano offensive nel nord con Georgios Karaiskakis (fautore anche della ripresa di Atene) e sul mare con i due navarchi Andreas Miaoulis e Georgios Sachtouris, portò il conflitto all'attenzione delle grandi potenze (Francia, Inghilterra, Russia), che, nel 1827, a seguito di un fallito tentativo di mediazione con la Sublime Porta, aprirono le ostilità, annientando la flotta turca nella rada di Navarino e, nel 1828, occupando la Morea.

La fine della guerra e l'autonomia della Grecia saranno sancite, sotto il protettorato di Francia, Gran Bretagna e Russia, con il trattato di Adrianopoli del 1829, poi trasformata in indipendenza con il protocollo di Londra nel 1830. La Grecia mancava ancora di alcune regioni rimaste in mano ottomana, come Creta, la Tessaglia, la Macedonia, l'Epiro e la Tracia, mentre le regioni dell'Asia Minore e del Ponto con numerose popolazioni greche avranno un destino diverso.

Fin dal 1827 i rivoluzionari si erano dati un ordinamento repubblicano interno, sotto la presidenza di Giovanni Capodistria; la sua politica autoritaria e filorussa non piacque e, conseguita l'indipendenza, venne assassinato (1831). L'episodio fu il pretesto colto dalle potenze protettrici per ingerirsi nella politica greca ed imporre la monarchia. La scelta del sovrano cadde sul principe Ottone di Baviera, eletto re di Grecia a Nauplia nell'Agosto del 1832.

Intanto Gianna Aggelopoulou Daskalaki, comitato Grecia 2021: “La nazione greca ha attraversato tante difficoltà e ottenuto trionfi. È anche grazie alle catastrofi che siamo qui oggi. Uno dei nostri obiettivi è ricordare tutto ciò che è accaduto negli ultimi 200 anni, in vari modi. Anche pensando a ciò che noi (greci) faremo d'ora in poi. “Sta per nascere il primo istituto di intelligenza artificiale e algoritmi. I giovani greci potranno studiare in Grecia e trarne vantaggio professionalmente".

Grazie a Mondo Greco e a suo Direttore Francesco De Palo per il testo e la traduzione del messaggio della Presidente della Repubblica Ellenica

“Cari connazionali greci e cari greci all'estero,

È con grande piacere che oggi mi rivolgo a voi greci, per la prima volta dall'inizio del mio mandato, in occasione del nostro anniversario nazionale. Il 25 marzo 1821, i greci si ribellarono per ripristinare il giogo ottomano, recuperare la loro preziosa libertà e costruire uno Stato moderno, libero e democratico, seguendo l'esempio della rivoluzione americana e francese.

Il contributo dei greci della diaspora alla lotta del 1821 fu decisivo, poiché importanti centri di ellenismo in termini di spirituali, politici, economici e numeri erano al di fuori dei territori che diventati il primo Stato greco. A Odessa è stata fondata la Filikì Eteria e la lotta per la libertà è iniziata in Moldavia. Molti greci espatriati vi hanno preso parte e morirono alla lotta, mentre le comunità greche a Vienna, Parigi, Bucarest, iasi, Budapest, Trieste, Venezia e altrove contribuirono spiritualmente e materiali alla rivoluzione.

Tuttavia, il ruolo dei greci della diaspora non si è fermato con il raggiungimento della nostra indipendenza. Fin dal primo momento, tutte le forze dell'ellenismo ovunque erano dalla parte del nuovo Stato greco. Non è una coincidenza che la maggior parte dei grandi benefattori nazionali provengono dall'estero, mentre lo stesso vale per molte altre personalità che hanno svolto un ruolo chiave nella vita pubblica greca. E voi oggi, degni successori dei greci di quel tempo, sono certa che continuerete a stare al fianco della Grecia, come noi dobbiamo essere dalla parte dei greci ovunque.

Questa necessità è ancora più intensa oggi quando il nostro paese sta affrontando forti sfide in un ambiente internazionale in contanti. Tutti dobbiamo agire con determinazione ad affrontare il comportamento aggressivo dei nostri Stati vicini, che, tra l'altro, trattano le persone disperate come uno strumento per minare la nostra sovranità nazionale, indipendentemente dalla sofferenza umana e dal diritto internazionale. In un momento difficile dobbiamo conservare contempo i valori dell'ellenismo, come la libertà, la democrazia, l'uguaglianza e i diritti umani.

Sulla base di questi valori, uniti e creativi, andremo a vincere un futuro di prosperità che si adatta a tutti noi. Un futuro che, ispirato alla visione europea, è legato ad un nuovo patriottismo, che non ispira il cosmopolitanismo ma è il suo co-proprietario. George Seferis aveva in mente, quando, parlando con i greci d'Egitto, una parte storica dell'ellenismo egiziano, del generale Makriyannis, si riferisce al "momento in cui guardiamo e guardiamo e cerchiamo di distinguere il destino dell'ellenismo attraverso la tempesta e oltre l'ampia svolta che la storia del mondo fa nei nostri anni".

I giorni in cui viviamo portano il pesante peso della diffusione globale della pandemia, una tragica crisi sanitaria che richiede calma e rigorosa conformità alle misure dei responsabili. Quest'anno non ci saranno sfilate ed eventi per il nostro anniversario nazionale. Ma ogni greco, ovunque sia, è sicuro di sentire orgoglio nazionale e celebrare la giornata non collettiva ma nel suo cuore e nella sua anima. Auguro e spero che questa lotta, che riguarda non solo l'ellenismo ma l'umanità intera, presto con la cooperazione della comunità scientifica internazionale, venga vinta. E che l'anno prossimo festeggiamo i 200 anni dalla rivoluzione del 1821 nel modo più brillante”.

Nell'ambito della celebrazione per i 200 anni dall'inizio della Rivoluzione greca, il Servizio degli archivi diplomatici e storici del Ministero degli affari esteri ellenico presenta i documenti della sua collezione che descrivono il corso del riconoscimento del nuovo Stato greco da parte degli Stati esistenti durante ei primi anni dopo la Lotta per l'indipendenza greca, l'instaurazione di relazioni diplomatiche e consolari con loro e l'istituzione di una rete consolare. Il periodo coperto va all'incirca fino al 1840, gli Stati dell'epoca (indipendenti e autonomi) sono poi citati con il loro nome e le città o aree in cui erano stabilite le Autorità consolari greche sono incluse nella parte della mostra riguardante gli Stati a cui appartenevano al momento. Dalla Grecia, a differenza di molti paesi con i quali ha sviluppato relazioni, utilizzava il vecchio calendario (giuliano), nelle descrizioni dei documenti tutte le date sono elencate in base a entrambi i calendari, per quanto possibile. Quando una delle due date non è menzionata nel documento stesso, viene citata tra parentesi. Tutti i documenti provengono dall'Archivio Diplomatico e Storico del Ministero degli Affari Esteri, salvo diversa indicazione, e sono digitalizzati e affissi sulla piattaforma digitale del Servizio Archivi Diplomatici e Storiciarxeio.mfa.gr , su cui è disponibile in formato digitalizzato l'intera raccolta archivistica del Servizio Centrale del Ministero degli Affari Esteri fino al 1924.

E' stata inaugurata online la mostra virtuale 'Napoli e il Risorgimento greco. 1821 - 2021', organizzata dall'Archivio di Stato di Napoli, dagli Archivi Generali della Grecia e dalla Società di Studi Ciprioti e curata da Jannis Korinthios. Nell'esposizione sono in mostra oltre 150 documenti disposti nelle sale dell'Archivio di Stato di Napoli attraverso un tour virtuale.
"I legami storici, culturali, politici, commerciali tra Italia e Grecia sono fortissimi e si sono consolidati in tremila anni di storia, sino a culminare nella comune partecipazione al percorso di integrazione europea", ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, in un videomessaggio per l'inaugurazione della mostra, sottolineando come la rivoluzione greca fu "movimento culturale e patriottico che spinse uomini e donne di tutta Europa a lottare fianco a fianco con i Greci contro il dominio ottomano e fu una delle fucine della comune identità europea. 

Gli italiani che accorsero non solo condividevano con i greci l'aspirazione alla libertà, ma anche erano consapevoli della comunanza ideale e di radici storiche dei due popoli".

"Nel periodo risorgimentale - ha proseguito - come testimoniato da documenti presenti nell'archivio di stato di Napoli, il pensiero rivoluzionario ellenico era capillarmente diffuso anche grazie a una miriade di piccoli e grandi caffé in quartieri eleganti e popolari, gestiti da imprenditori greci e l'Italia fu rifugio per molti esuli greci, offrendo l'ambiente ideale per la pianificazione del movimento risorgimentale". "Per questo, ha concluso, la mostra non è solo un approfondimento storico, ma contribuisce a riscoprire il valore di quella religione della libertà che ancora oggi è valore fondamentale e irrinunciabile del continente europeo. La cultura può contribuire a rafforzare la coesione e il senso di appartenenza dei nostri popoli, ribadirlo oggi è ancora più importante e prezioso".


La mostra racconta come il 1821 fu infatti una data importante per la Grecia, l'Italia e l'Europa. Le nazioni "stanno risorgendo", come scriveva Ippolito Nièvo e la Rivoluzione Greca e il Risorgimento Italiano sono stati processi paralleli e interconnessi. Greci, napoletani, piemontesi, francesi, inglesi, bavaresi, spagnoli, portoghesi e americani portavano avanti le stesse rivendicazioni risorgimentali.


Moltissimi filelleni sono accorsi allora nella Grecia insorta versando per la Grecia il sangue che non avevano potuto spargere per la propria patria. Per il Bicentenario della Insurrezione greca la mostra espone oltre 150 documenti inediti, con un tour virtuale nelle bellissime sale storiche dell'Archivio di Stato di Napoli e tra gli affreschi di Belisario Corenzio.

Fonti Ansa / Ministero Esteri Greco / Mondo Greco /  Ιστορία του Νέου Ελληνισμού History of Neo-Hellenism,vol. 2, A.E. Vakalopoulos, 1961.


Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI