Lo sprint, la verve è quella di oltre quarant’anni fa. Quando questo stesso lavoro teatrale fu proposto, per la prima volta, al cine Marino di via Carducci. Sembra che il tempo non passi mai per il Piccolo Teatro Popolare di Ragusa che, nello scorso fine settimana, ha portato in scena, con grande successo di pubblico, una di quelle opere “monumentali” che resta impressa nella memoria collettiva come “L’eredità dello zio canonico”. La regia di Giovanni Dimartino ha saputo fornire l’adeguato adattamento, calandola nella realtà territoriale iblea, al celebre testo di Antonino Russo Giusto che, per gli intrecci relazionali dei vari personaggi, per la loro peculiare caratterizzazione e per i modelli sociali proposti che si prestano a facili identificazioni, ha saputo coinvolgere il pubblico che, non a caso, è riuscito a farsi coinvolgere dall’inizio alla fine della divertente storia raccontata. E’ andata in scena, insomma, una tipica commedia delle gag, delle situazioni grottesche e paradossali ora patetiche ora comiche che ha saputo rappresentare, con grande attenzione, un’epoca attraverso le vicende di una famiglia, quella del personaggio di Antonio Favazza interpretato da Antonino Marù, della loro vita quotidiana, in cui sono evidenziati le viltà, le miserie dell’animo umano in cui prevalgono l’avarizia, il possesso della roba, il servilismo, l’avidità, la rivalità soprattutto tra parenti. E, come se non bastasse, anche la vocazione al piangersi addosso e al mutare atteggiamento per opportunismo e tutti quegli aspetti ambigui che sovrintendono sulle relazioni umane fino ai toni tragici e grotteschi o decisamente comici. Il nipote del canonico, morto lo zio, si aspetta l’eredità, anche perché ha dedicato la sua vita a quella del congiunto, ma per un banale ritardo nella consegna di un plico si scatena tutta una serie di equivoci ed incomprensioni che rappresentano il contenuto pregnante della rappresentazione. Alla fine tutto sarà chiarito ma prima la girandola degli equivoci intratterrà il pubblico in maniera spiritosa e ironica. Il Piccolo Teatro Popolare ha messo in scena la commedia in questione per la prima volta nel 1975. E’ stata poi riproposta nel 1993 e, adesso, nell’attuale stagione teatrale. Rivivere un personaggio a distanza di anni, per un attore, vuol dire anche e soprattutto verificare la propria crescita professionale. La rappresentazione sarà nuovamente riproposta sabato 25 marzo alle 21 e domenica 26 marzo alle 18,30 sempre al teatro Leader di via Asia, angolo via Ettore Fieramosca, di fronte al supermercato Eurospar.