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Manfredonia - Una beffa per i Comuni virtuosi

Il Consiglio Comunale del 27 novembre scorso ha approvato la proposta dell’Assessore al Bilancio, Pasquale Rinaldi, di lasciare invariata l’aliquota dell’IMU per la prima casa. “Una decisione che va in senso contrario rispetto alle indicazioni fornite dai tecnici, non fosse altro per il taglio di più di 2 milioni di euro operato dal Governo sulle casse del nostro Comune, nella famigerata spending review, e per l’ulteriore venire meno di 515 mila euro quali minori risorse IMU”, spiega Rinaldi.

La delibera di Consiglio Comunale va in direzione opposta rispetto ai tremila Comuni che hanno aumentato l’IMU sulla prima casa ed ora si fanno forti delle rassicurazioni giunte da Roma che promettono la copertura economica del 60% della differenza rispetto all’aliquota base dello 0,4%.

“I 2 milioni e seicentomila euro non più coperti dalla Stato – spiega l’Assessore Rinaldiavrebbero suggerito, quale rimedio più immediato, l’aumento della tassazione IMU sulla prima casa, ma non abbiamo ritenuto che fosse questa la maniera più opportuna. Non si può ridurre tutto aumentando le tasse sui cittadini, già vessati ed in affanno per tenere fede ai pagamenti che ormai si succedono senza soluzioni di sorta. Abbiamo, invece, preferito ridefinire le spese e regolarizzarle. Questa è la spending review vera, non quella di chi si rivale sulla comunità locale”.

Un paradosso, quello che crea lo Stato dando più soldi a chi aumenta le tasse rispetto a chi le ha lasciate invariate. Così, in Veneto, è partita la mobilitazione dei Sindaci cosiddetti “virtuosi”, cioè coloro che hanno deciso di non aumentare il carico sulle famiglie reperendo le risorse economiche necessarie da una vera riduzione dei costi e non dalla tassazione della propria cittadinanza. “Ci uniamo alla protesta ed abbiamo aderito al documento dei Sindaci virtuosi – dice il primo cittadino sipontino Angelo Riccardiperché le risorse pubbliche possano essere distribuite equamente, premiando chi concorre davvero alla riduzione dei costi della Pubblica Amministrazione”.

Una protesta che vede anche il Sottosegretario all’Economia, Pier Giorgio Baretta, concorde nel rilevare la stridente contraddizione tra i Comuni che si sono dovuti ingegnare per mantenere equilibrio nei propri bilanci e quelli che hanno preferito aumentare l’aliquota IMU ed ora si vedranno praticamente premiati, visto che quei soldi di differenza lo Stato li farà pagare a tutti e non solo a chi abita in quelle città dove i Sindaci hanno deciso di ritoccare verso l’alto l’aliquota sulla prima casa.

Qui di seguito il testo del documento dei Sindaci virtuosi.

“Nei giorni scorsi il Governo ha approvato il decreto legge n. 133/2013 con il quale è stata soppressa la seconda rata dell’Imposta Municipale Propria (IMU) 2013 per vari tipi di immobili, in primis le abitazioni principali.

Con il provvedimento in questione è stato, tra l’altro, stabilito che entro il 20 dicembre 2013, lo Stato ristorerà il minor gettito IMU che sarebbe stato riscosso dai Comuni con metà dell’ammontare determinato applicando l’aliquota e la detrazione di base prevista dalle norme statali.

Lo stesso provvedimento prevede, inoltre, che l’eventuale aumento rispetto all’aliquota base deliberato o confermato dal Comune per l’anno 2013, sarà versata dai cittadini in misura pari al 40% entro il 16 gennaio 2014 e rimborsato dallo Stato al comune per il restante 60%.

Ciò crea una evidente sperequazione tra Comuni.

Infatti, il Governo andrebbe in questo modo a   riconoscere ai Comuni che hanno mantenuto l’aliquota base sulla prima casa allo 0,4% il mancato gettito parametrato su tale aliquota, mentre ai Comuni che hanno aumentato l’aliquota base anche sino al massimo consentito dello 0,6% lo Stato andrebbe a versare una quota proporzionalmente ben più alta.

Alla luce di quanto sopra scritto è partita una vera e propria mobilitazione di quei sindaci che non avendo aumentato l’aliquota IMU sulla prima abitazione o avendolo fatto in modo modesto nel 2012 per non gravare pesantemente sulle tasche dei cittadini, si vedono ora, a bilanci già chiusi, penalizzati rispetto a chi ha alzato l’IMU in maniera sostanziosa una volta che si è saputo che il Governo avrebbe ripianato l’intero gettito.

Per non aumentare l’imposizione sulla “prima casa” e per far quadrare i conti, molti comuni hanno dovuto operare per l’ennesima volta, quando è andata meglio con tagli ai servizi e alle manutenzioni, quando è andata peggio aumentando l’addizionale IRPEF, o l’IMU sugli altri immobili: una beffa intollerabile!

Il problema si mostra in tutta la sua gravità dopo il 28 agosto 2013, data in cui il Consiglio dei Ministri n. 22 ha comunicato l’approvazione di un decreto legge che interveniva anche in materia di Imposta Municipale Unica stabilendo che “la tassa municipale sugli immobili relativamente alla prima casa, ai terreni agricoli e ai fabbricati rurali non verrà pagata nel 2013” (così testualmente comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n.   22 del 28/08/2013 da sito www.governo.it).

In particolare dal mese di settembre molti Comuni che non avevano ancora approvato i bilanci hanno deciso di alzare l’aliquota IMU sulla prima casa oltre l’aliquota base, rassicurati dal fatto che il Governo sarebbe intervenuto compensando per intero il gettito IMU, indipendentemente dall’aliquota applicata.

E’ del tutto evidente che quanto sta accadendo lede in maniera sostanziale il principio di eguaglianza tra tutti i cittadini e tutti gli amministratori in quanto ci sono stati Comuni che hanno approvato i loro bilanci quando la normativa prevedeva che l’IMU venisse pagata dai cittadini e altri Comuni che invece hanno approvato i loro bilanci successivamente, quando il Governo aveva deciso di accollarsi direttamente il gettito IMU della prima casa.

Proposta dei Sindaci virtuosi:

Per confermare un principio di equità e di giustizia distributiva delle risorse pubbliche secondo quanto previsto dalla costituzione;

si chiede al Governo che:

•           le risorse messe a disposizione dal bilancio Statale per garantire il minor gettito IMU 2013 dei Comuni che hanno adottato provvedimenti di aumento dell’aliquota base sulla “prima casa” relativamente alla parte destinata a ripianare la maggiorazione oltre lo 0,4%, siano dirottate nel Fondo di Solidarietà nazionale e ripartite con equità tra tutti i “Comuni virtuosi” in proporzione al numero degli abitanti.

•           In alternativa a quanto soprascritto si chiede che le risorse stanziate dallo Stato per la copertura degli aumenti dell’aliquota IMU siano utilizzate per la riduzione del cuneo fiscale per diminuire il costo del lavoro in un momento di pesante crisi economica, così dimostrando che con responsabilità la pubblica amministrazione preferisce all’iniquità tra Comuni di serie A e Comuni di serie B l’equità a favore dell’occupazione.

La proposta sarà trasmessa all’ANCI nazionale per essere sostenuta e presentata nei tavoli istituzionali con il Governo”.

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