Fra una settimana si celebrerà a Reggio Calabria il primo gay pride calabrese. A detta degli organizzatori questa manifestazione sarà l’occasione per accendere attorno al mondo LGBT un dibattito sui diritti e sul rispetto delle differenze. In realtà questo dibattito in Italia, e non solo, è un dibattito negato, proibito ed a rifiutarlo sono proprio coloro che rivendicano diritti o presunti tali. Sono cronache di attualità, infatti, le continue censure ed aggressioni (seppur non fisiche) che subiscono, solo per fare alcuni esempi, Mario Adinolfi ed il suo libro “Voglio la mamma”, Costanza Miriano ed i suoi libri pieni di forza per l’ironia con la quale l’autrice difende la famiglia naturale, le veglie della rete “Sentinelle in piedi” e non ultimi gli incontri e dibattiti organizzati in tutta Italia dalla nostra associazione “La Manif Pour Tous”. Attorno a qualsiasi volontà di animare un dibattito aperto sulle tematiche relative alla proposta di legge “Scalfarotto”, introduzione della teoria gender nelle scuole, matrimoni ed adozioni a coppie omosessuali il mondo delle associazioni LGBT è pronto a sollevare barricate ideologiche che non solo impediscono il confronto fra opinioni diverse ma addirittura vanno a ledere pericolosamente il principio costituzionale della libertà di pensiero e manifestazione. La Manif Pour Tous, che comincia a muovere i primi passi anche in Calabria, è un’associazione laica ed apolitica nata in stretto legame con l’omonima realtà francese e con lo scopo di mobilitare i cittadini italiani e risvegliarne le coscienze in merito alle problematiche riguardanti le recenti leggi sull’omofobia, teoria gender, matrimoni ed adozioni a coppie omosessuali. Il nostro scopo è innanzitutto garantire la libertà di espressione a tutti i cittadini italiani, libertà che oggi è seriamente messa in pericolo da un clima di intolleranza verso ogni voce non allineata al pensiero dominante alimentato da un comune sentire politicamente corretto e da un lassismo morale che sta appiattendo le coscienze. Così il continuo tentativo di bavaglio a chiunque si opponga alla distruzione della famiglia naturale come cellula fondamentale della società, quell’unico tipo di famiglia esistente e che si manifesta nell’unione in amore di una donna e di un uomo e che diventano madre e padre di figli da crescere ed accudire, non è altro che il preludio al clima di dittatura totalitaria in perfetto scenario “1984” in cui vivremo se la proposta di legge “Scalfarotto” dovesse essere approvata dal Parlamento italiano nel silenzio generale. Questa proposta di legge, infatti, mascherata dalla comunque giusta e legittima esigenza di contrastare l’omofobia non chiarisce in cosa consista questo reato ed in quali limiti rientri, pertanto sarà possibile perseguire qualsiasi opinione. Dire semplicemente di essere contro l’adozione di bambini a coppie omosessuali, per esempio, sarà passibile di reato d’opinione punibile addirittura con la galera. Ci sembra questo un chiaro attentato alla libertà di ogni cittadino italiano a manifestare il proprio pensiero e non un tentativo di contrastare l’odiosa, anche per noi, discriminazione ai danni di persone omosessuali. Questa proposta di legge non ha nulla a che vedere né con l’omofobia né con i diritti ma è solo un pericoloso attentato alla libertà di ogni cittadino a prescindere dal proprio orientamento sessuale e dal proprio convincimento politico.
La Manif Pour Tous - Calabria