Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 06 Dicembre 2024

Stallo sulle riforme

Sospesi i lavori in Aula al Senato mentre è in corso la votazione degli emendamenti sul ddl costituzionale sulle riforme e convocata d'urgenza la capigruppo. Il presidente Piero Grasso ha accolto la richiesta di sospensione presentata in Aula dal presidente dei deputati del Pd Luigi Zanda.

"Il governo è disponibile ad approfondire nel merito alcuni punti, ma non soggiacendo al ricatto di 7.800 emendamenti. Se ci sarà un sostanzioso taglio, noi siamo disponibili". Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi al termine della Capigruppo del Senato. "Il governo è sempre disponibile a migliorare il testo, ma non a stravolgerlo", aveva detto poco prima il ministro bocciando un rinvio a settembre della approvazione da parte del Senato: "Andiamo avanti. Non è serio fare ostruzionismo in questo modo, ne va della dignità anche di questa istituzione".Intanto :

La seduta d'aula ha avuto una falsa partenza ieri, secondo il quotidiano giornale , per lasciare subito il campo a una convulsa riunione della Giunta per il Regolamento. Sono volati parecchi stracci, con Calderoli da prima preoccupato («Fanno carne di porco del regolamento»), quindi rasserenato dal fermo procedere del presidente («Ha avuto coraggio e onestà intellettuale»). Grasso s'era trovato di fronte a un evento «senza precedenti»: 920 richieste di voto segreto sugli emendamenti o persino su parte di essi. Temendo imboscate, governo e maggioranza hanno cominciato a perdere le staffe. «Non è ammissibile sulle riforme! I senatori devono votare in modo palese!», sbraitava Zanda. In punta di diritto l'irremovibilità della De Petris (Sel) e dei grillini (peraltro in palese contraddizione con uno dei loro principi cardine: il voto palese). La patata bollente tornava a Grasso, che dopo qualche incertezza si riservava di decidere di volta in volta. L'irritazione zandesca s'infrangeva così mestamente sul muro giuridico dell'ex Procuratore antimafia, refrattario a farsi dettar legge dall'ex segretario di Cossiga. Tra i due sarebbe volata qualche parola grossa e l'«incidente» avrebbe avuto strascichi nel successivo incontro al Quirinale. Ma oltre a cercare di conciliare la fretta renziana con le esigenze regolamentari di Grasso (mai visto di buonissimo occhio, colà ove si puote ), il presidente Napolitano ha cercato di rabbonire anche Vendola, già capetto Fgci e felice di poter dire al vecchio capo migliorista: «Se Renzi la finisce di fare ostruzionismo a se stesso e il governo cambia atteggiamento, potremo ragionare». Non pare che ci siano segnali in tal senso, per ora, se non la fatica dei relatori per trovare un accordo che tagli gli emendamenti da 8.000 a 500 (Calderoli dixit). Alla fine della battaglia, si contano sul campo solo tre emendamenti feriti a morte. Di questo passo, il lavoro di sterminio sarà concluso in 2.606 giorni, pari a 7 anni e un paio di mesi....

Zanda nel suo intervento era stato molto critico sulla lentezza delle votazioni sugli emendamenti: "Debbo constatare anche questa mattina l'andamento dei lavori dell'Aula - ha detto in Aula - Siamo qui da un'ora e mezza e sono stati votati cinque emendamenti. Ieri abbiamo fatto appello perché venissero ridotti gli emendamenti. Molti di questi possono essere riassunti e trattati senza dilungarci in successive discussioni". "Vorrei chiederle di riferire al presidente Grasso la richeista di convocare ancora una capigruppo perché vorrei in quella sede politica ripetere l'appello a che i gruppi prendano atto della situazione che si sta creando e assieme si possa riflettere su quale sia la strategia possibile per dare al dibattito lo spazio che serva ma anche a renderlo conclusivo", aveva concluso Zanda.

Tutti i senatori del M5S sono davanti alla stanza che ospita la capigruppo di palazzo Madama. I cinquestelle - spiega l'ufficio stampa pentastellato - "sono lì per fare pressione in modo che non approvino contingentamenti dei tempi o altri strumenti per zittire l'opposizione".

"Comunque gli emendamenti stanno là": lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola, riferendosi alla riforma del Senato, a margine della manifestazione per il rifinanziamento della Cig. Vendola ha aggiunto che ne parlerà più tardi in modo più diffuso.

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI