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“L’Italia e i Balcani occidentali: crescita e integrazione”, videomessaggio di Giorgia Meloni

"È urgente che l'Unione Europea sviluppi una nuova visione nei confronti" dei Balcani occidentali e "metta l'allargamento" alla Regione "tra le sue priorità". Lo ha detto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo video-intervento in apertura della conferenza "L'Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione", iniziativa della Farnesina e del ministro degli Esteri Antonio Tajani, in corso a Trieste.

"Portare più Italia nei Balcani". E' "l'obiettivo di questo Governo". E la Conferenza sui Balcani in corso a Trieste è un tassello di questo percorso. Lo ha detto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video intervento. "E' quello che ci chiedono tutti gli amici della regione, l'ho constatato personalmente in occasione del vertice a Tirana. Siamo protagonisti nella regione ma dobbiamo rinnovare questa presenza e investire nei settori strategici", ha aggiunto Meloni.


"I Balcani sono stati al centro di diverse strategie comunitarie, si sono sovrapposte diverse iniziative non di rado in contrasto tra di loro, e questo ha fatto sì che venissero dilatati i margini della competizione piuttosto che quelli della collaborazione tra gli attori europei. Questo è un tema che non dobbiamo sottacere, e che dobbiamo affrontare con forza con un surplus della diplomazia, consapevoli che il nuovo protagonismo italiano nei Balcani occidentali risponde non solo ad un mero interesse nazionale ma anche ad un interesse europeo". Lo ha detto la presidente della Commissione Esteri del Senato Stefania Craxi intervenendo alla Conferenza sui Balcani a Trieste. "L'Italia, Paese fondatore dell'Ue e che in quanto tale intende operare con un approccio condiviso, lavora non solo per sostenere la piena integrazione comunitaria nell'area, ma anche per favorire il dialogo intraregionale tra i diversi attori", per la "completa" stabilità della regione, ha aggiunto.

Sul dossier Serbia-Kosovo "c'è una proposta" europea "di normalizzazione sul tavolo". Il presidente serbo "Vucic ha fatto un importante discorso alla nazione ieri, e noi ci aspettiamo che tutte le parti siano responsabili e si arrivi a questa normalizzazione, che darebbe nuova stabilità alla regione e metterebbe le basi per una nuova prosperità economica", ha detto Gori. l'ambasciatore ha ricordato che l'Italia, insieme con Francia, Germania, Ue e Stati Uniti sta cercando di facilitare il dialogo tra Belgrado e Pristina, tanto che "la settimana scorsa c'è stata una missione importante a cui ha partecipato anche il consigliere diplomatico della premier Meloni, l'ambasciatore Talò". C'è poi il piano parallelo del percorso di "allargamento", che "purtroppo negli ultimi anni si è rallentato perché non è stato considerato da alcuni paesi europei una priorità". Mentre invece "l'Ucraina ha restituito priorità a questo strumento, e l'Italia è tra i paesi più convinti di accelerare in maniera seria il processo di allargamento ai Paesi del Balcani occidentali", ha sottolineato l'ambasciatore.

C'è tanto da fare" e "abbiamo bisogno di più Italia nei Balcani occidentali", come "Paese fondatore e grande Stato membro dell'Ue". Lo ha detto il commissario Ue all'allargamento, Oliver Varhelyi alla Conferenza sui Balcani in corso a Trieste. "Le nostre aspettative sono più alte. Vogliamo che l'Italia riesca a promuoversi in modo più forte nei Balcani occidentali e nell'Ue", ha aggiunto spiegando che "Trieste non è solo la porta per l'Europa orientale ma anche per quella occidentale".

Questo e il Videomessaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla conferenza “L’Italia e i Balcani occidentali: crescita e integrazione” 

Ringrazio e saluto il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha promosso questa importante iniziativa dedicata a una regione come i Balcani occidentali che è di rilievo strategico per gli interessi nazionali italiani. In quanto Nazione vicina, l’Italia conosce molto bene l'importanza nevralgica che quest'area riveste per il futuro dell'Europa intera. Sappiamo per esperienza che tutto quello che accade al di là dell'Adriatico ha un riflesso immediato su di noi. Non poteva, quindi, esserci luogo più adatto per questa conferenza. Trieste e il Friuli-Venezia Giulia sono intimamente legati e connessi al mondo balcanico da profonde relazioni economiche e culturali. Trieste, allo stesso tempo “la più italiana” è “la più mitteleuropea” tra le città italiane, rappresenta un ponte naturale e straordinario tra l'identità italiana e latina, con quella dei popoli slavi e germanici a noi più vicini.

Il tessuto imprenditoriale di questo territorio rappresenta inoltre un esempio vincente della capacità italiana di affermarsi nei mercati internazionali grazie al suo talento e alla sua creatività. Le attuali dinamiche geopolitiche rendono questa conferenza quanto mai necessaria. La guerra di aggressione della Federazione russa all'Ucraina, siamo arrivati oggi all'undicesimo mese, ci pone davanti a scelte inevitabilmente strategiche. L'Europa ha una grande responsabilità verso i Balcani e deve impegnarsi per riaffermare il senso di appartenenza di questa regione al nostro mondo e ai nostri valori. È esattamente questo il messaggio che ho portato il 6 dicembre scorso al Vertice dei capi di Stato di governo dell'Unione europea e dei Balcani occidentali in Albania. È stato importante ribadire proprio a Tirana l'impegno dell'Unione Europea a sostegno della regione con misure concrete. Penso ad esempio al pacchetto da un miliardo di euro a supporto del settore energetico per mitigare gli effetti della crescita dei prezzi e assicurare un aiuto concreto a famiglie e imprese.

Non possiamo fermarci però solo alle misure economiche. È urgente che l'Unione Europea sviluppi una nuova visione nei confronti di questa Regione e metta l'allargamento ai Balcani occidentali tra le sue priorità. Noi non possiamo permettere che questo quadrante strategico per il nostro continente resti ancora a lungo fuori dalla casa comune europea. Ed è la ragione per la quale l'Italia continuerà a battersi in prima linea affinché il processo di integrazione europea dei Balcani occidentali possa proseguire con ancor più slancio e determinazione.  Per noi si tratta anche di un tema di rilievo assoluto che riguarda la nostra sicurezza nazionale e che per questo, anche per questo, non possiamo trascurare.

L’obiettivo di questo Governo è portare “più Italia nei Balcani”. Del resto, è quello che ci chiedono tutti gli amici della regione che ho constatato personalmente negli incontri al Vertice che ho avuto a Tirana. Le nostre aziende sono già protagoniste nella regione, ma dobbiamo rinnovare questa presenza e investire nei settori strategici.

Penso non solo alle infrastrutture, alle reti energetiche, ma anche allo sviluppo delle piccole e medie imprese per le quali il modello italiano è in grado di offrire un'esperienza assolutamente all'avanguardia. Allo stesso tempo dobbiamo sfruttare appieno le opportunità offerte dagli Stati di questa regione, colmare i consistenti margini di crescita che esistono per le nostre imprese in quei mercati molto importanti. Le imprese già si muovono, ma sono soprattutto le Istituzioni italiane che devono fare di più. Non possiamo essere alle spalle di Nazioni che hanno un'esperienza minore della nostra in questa regione. Ci siamo per questo già mossi e vedo quanto la Farnesina, guidata dal ministro Tajani, sia sempre più attiva sia sul fronte dei rapporti politici che su quello dei rapporti economici. Insomma, il Governo c'è ed è pronto a fare la sua parte per rafforzare la presenza delle aziende italiane nei Balcani.

La conferenza di oggi offre ovviamente l'occasione per discutere delle modalità concrete per rilanciare l'azione dell'Italia in questa regione e per mettere a sistema le opportunità significative che i Balcani sono in grado di offrire per le nostre aziende. Sono fermamente convinta della complementarietà tra il nostro sistema economico nazionale e quello dei paesi dei Balcani occidentali e sono convinta della possibilità di sviluppare forme vincenti di cooperazione industriale e commerciale tra le due sponde dell'Adriatico. La sicurezza e la crescita di tutti i popoli dei Balcani occidentali sono fondamentali per l'interesse nazionale dell'Italia. Per la nostra Nazione non si tratta di puntare su un partner e poi su un altro, per successivamente ignorare tutti. Non è questo quello che ci viene chiesto e non è questo quello che dobbiamo fare. Siamo stati sempre solidali con ciascuno dei nostri vicini nei momenti di difficoltà e siamo al fianco di tutti nel lavoro per una crescita condivisa nella sicurezza. Tutto questo non può che avvenire all'interno di un contesto europeo. Per questo ci battiamo per un'integrazione regionale nell'ambito di un processo di adesione all'Unione europea di tutti gli Stati della Regione e crediamo che sostenere la stabilizzazione e la piena integrazione europea significhi lavorare per una cooperazione nella lotta alla corruzione, nel contrasto dei traffici illegali, nella gestione e nel contenimento dei flussi migratori irregolari, nella prevenzione e nel contrasto del radicalismo in ogni sua forma.

Sono tante le sfide che abbiamo davanti per rafforzare il legame tra l'Italia e i Balcani occidentali. C'è un grande lavoro da fare e sono convinta che questa conferenza possa essere un altro importante tassello di questo percorso che deve vedere Istituzioni e mondo imprenditoriale camminare insieme, uniti.

L'incontro a Trieste "deve segnare un punto di svolta della politica estera italiana nell'area dei Balcani" per permettere al nostro paese "di sviluppare una maggiore presenza in una regione ai noi particolarmente cara". Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lo ha sottolineato nel suo intervento in apertura dei lavori della conferenza che ha poi ospitato l'intervento del premier Meloni.

E ancora: "La giornata di oggi deve servire a riunire tutte le forze italiane dei diversi settori, imprenditoriali e politici, anche con la benedizione dell'Ue, per lanciare una presenza sempre piu' forte del nostro Paese in una regione che deve diventare anche parte del mercato europeo. Noi siamo per un'accelerazione".

 

Fonti varie agenzie e Pal.Chigi

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