Secondo il Financial Times il via libera degli Stati Uniti e della Germania alla consegna degli Abrams e dei Leopard ha ravvivato la discussione tra i Paesi alleati sull'eventuale fornitura all'Ucraina di aerei da combattimento. Un'ipotesi, tuttavia, piena di ostacoli
Sul piano militare però l’invio di tank europei in Ucraina potrebbe risultare irrilevante o quasi per i numeri limitati, i tempi necessari a renderli operativi e i limiti di addestramento e logistica delle forze di Kiev.
 Occorrerà addestrare anche il personale logistico e curare le manutenzioni mentre ricambi, proiettili da 120 mm e apparati del carro non sono compatibili con quelli impiegati dai carri utilizzati finora dall’Esercito Ucraino, di tipo russo/sovietico.
Peraltro inserire nei ranghi e rendere operativi mezzi simili richiede anni: quindi pensare che reclute ucraine (Kiev sta attuando un ennesimo arruolamento di massa per sopperire alle perdite subite negli ultimi mesi soprattutto sul fronte del Donbass) possano impiegare efficacemente sul campo di battaglia è un’illusione a meno che non si intendano impiegare in battaglia contractors britannici come equipaggi e per la manutenzione.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che il trasferimento di questi mezzi militari non vuole essere “una minaccia contro la Russia” ma un modo per “aiutare l’Ucraina a difendere la sua sovranità ”.
All’annuncio degli Usa sugli Abrams e a quello dei Leopard dalla Germania, è arrivata  immediata la reazione di Mosca: le forze armate russe distruggeranno i carri armati M1 Abrams fabbricati negli Stati Uniti e altre attrezzature militari della Nato se verranno forniti all’Ucraina, ha detto l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov. “Durante tutta la crisi ucraina – ha affermato – l’amministrazione ha utilizzato ripetutamente la tecnica di pubblicare informazioni sui media alla vigilia di consegne significative di armi e attrezzature al regime di Kiev. Un’analisi dell’intera sequenza delle azioni di Washington mostra che gli americani stanno costantemente aumentando il livello dell’assistenza militare al loro governo fantoccio”.
La Russia intanto ha preparato un piccolo numero di carri armati T-14 Armata per il primo dispiegamento operativo in Ucraina. I tank non soddisfano però gli standard necessari per poter essere considerati operativi. A scriverne è l’intelligence britannica nell’ultimo rapporto sulla situazione in Ucraina. “Negli ultimi mesi - precisa – le forze russe schierate erano riluttanti ad accettare la prima tranche di T-14 loro assegnata perché i veicoli erano in pessime condizioni. Non è chiaro esattamente quali aspetti dei mezzi abbiano provocato questa reazione, ma negli ultimi tre anni funzionari russi hanno pubblicamente descritto problemi con il motore del T-14 e i sistemi di imaging termico”. “Nel 2021 – prosegue il rapporto – il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha descritto la produzione prevista per il 2022 solo come un lotto “sperimentale-industriale”. Pertanto, è improbabile che qualsiasi carro armato T-14 schierato abbia soddisfatto i consueti standard necessari perché le nuove attrezzature possano essere considerate "operative".
L’addestramento degli ucraini all’impiego dei carri armati occidentali prenderà il via nelle prossime settimane. John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha dichiarato che la decisione è stato uno sforzo sia diplomatico che militare che era “in preparazione da diverse settimane”. Kirby ha dichiarato alla Cnn: “C’è stata molta diplomazia nell’annuncio di oggi. La decisione che avete visto oggi, sia da parte della Germania che degli Stati Uniti, è arrivata attraverso molte, molte discussioni con i tedeschi e con i nostri alleati per diverse settimane”.
Dopo il via libera degli Stati Uniti e della Germania all’invio di carri armati a Kiev, il dibattito sul sostegno militare all’Ucraina da parte degli Stati alleati sale di livello: ora in gioco c’è l’eventuale fornitura di aerei da combattimento. E’ l’analisi del Financial Times che pone comunque l’accento sugli  “enormi ostacoli” legati soprattutto alla vocazione all'attacco dei jet americani e alla difficoltĂ dunque a mantenere la linea â€difensiva’ sugli aiuti al paese di Zelensky.
Ma tra gli alleati, sostiene il quotidiano britannico, c’è chi è pronto a dare a Kiev tutte le armi necessarie per liberare il territorio invaso dai russi.  “Ci sono molte discussioni sul trasferimento di F-16 a Paesi terzi", racconta al Ft un alto dirigente di Lockheed Martin, il più grande appaltatore della difesa degli Stati Uniti e produttore del jet da combattimento.
Teoricamente gli Alleati potrebbero proporre di inviare gli aerei da combattimento direttamente a Kiev. Oppure potrebbero inviare moderni jet occidentali (come l'F-16) negli ex Stati del Patto di Varsavia (da sostituire agli aerei militari dell'epoca sovietica) per poi dirigersi in Ucraina. Una terza possibilità : finanziare l'acquisto di jet in entrambi gli scenari. Tutte ipotesi ma al momento una sola certezza: gli Stati Uniti hanno respinto l’idea.
Nonostante questo c’è chi spera in un’inversione di rotta da parte di Washington proprio come è avvenuto per i carri Armati M1 Abrams: ne saranno consegnati  (al momento) 31 in coordinamento con la Germania che manderĂ i Leopard. Â
Carri armati e jet, terra e cielo: due vocazioni diverse in guerra e anche due “livelli tecnici distinti” per i militari a bordo. A livello logistico “a differenza di un soldato che guida un carro armato pieno di missili non si può scambiare un pilota Nato con uno ucraino sorvolando il confine polacco a 2mila chilometri orari”, è il ragionamento del Ft.
Il direttore di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, spiega all'Agi che il dibattito sui tank a Kiev ha una valenza piĂą politica che concreta. E sarĂ difficile per i carristi ucraini imparare a utilizzarli in tempo
Non saranno assolutamente sufficienti i carri armati che l'Occidente fornirà a Kiev. Inoltre, serviranno "moltissimi mesi" per addestrare gli ucraini a utilizzarli. Motivo per il quale "il tema dei carri armati, che è quello più seguito dai media occidentali, ha più una valenza politica che militare concreta". Lo afferma all'AGI Gianandrea Gaiani, direttore della rivista online Analisi Difesa, commentando la decisione della Germania di inviare all'Ucraina 14 Leopard 2.
"Il Leopard 2 - spiega Gaiani - fa parte dell'ultima generazione di carri armati sviluppati in Europa. Sono stati progettati durante le fasi finali della Guerra Fredda, alla fine degli anni 70, e sviluppati negli anni successivi".
"Finita l'epoca di quel confronto, i mezzi corazzati sono stati via via dimenticati, hanno assunto un ruolo sempre meno rilevante negli eserciti occidentali. Non sono quindi stati sviluppati nuovi carri armati, ma sono stati aggiornati quelli che erano in servizio, come appunto i Leopard 2, che oggi sono arrivati alla versione A7 Plus, una versione molto avanzata di un carro datato ma con il meglio della tecnologia europea in termini di mezzi corazzati", precisa l'esperto.
"Il motivo per il quale il Leopard 2 viene così richiesto da Kiev - aggiunge - è legato al fatto che la gran parte degli eserciti europei ha acquisito una parte di questi carri, che alla fine della Guerra Fredda la Germania aveva in quantità superiori alle sue necessità e che quindi ha potuto cedere a tantissimi Paesi alleati, non soltanto in Europa". Questi mezzi sono però "così sofisticati adesso che occorre chiedersi come possono essere gestiti da personale militare ucraino, che si presume debba essere addestrato in poche settimane per il loro utilizzo".Il nome in codice dei carri armati tedeschi evoca le sconfitte sovietiche durante la seconda guerra mondiale. Il timore è che da Mosca partano i T14, che però non sono mai stati visti in azione
KF 51 Panther è un nome che tra le fila dell'esercito russo significa qualcosa di catastrofico. Non perché il Leopard 2A7 Plus sia già entrato in azione sul territorio ucraino, ma perché quella sigla, di un carro in fase di realizzazione, evoca storie e leggende della seconda guerra mondiale. Quando i tedeschi misero in campo sul fronte sovietico i loro Panther e sembrò che le sorti del conflitto dovesse virare a favore di Berlino. E pare che il nome del futuro carro tedesco sia stato scelto proprio per esercitare anche una pressione psicologica. Per ora, a tormentare i sonni di generali e colonnelli russi c'è il Leopard. L'ultima versione del più potente e veloce cingolato è stata fornita all'esercito del Qatar.
Come sottolinea Gaiani al Agi "i Paesi occidentali hanno fatto del sostegno militare all'Ucraina non solo una bandiera comune, ma anche uno strumento di disputa interna. Basti vedere l'aggressività con cui la Polonia sprona la Germania a fornire sempre più armi, ma anche il dibattito fra americani e europei, che è un po' più sottotraccia, e le critiche tra paesi europei, in particolare le critiche dei piccoli Stati baltici verso i grandi Paesi perché non hanno fornito abbastanza armi o munizioni. Quandi è un dibattito politico che vede anche delle sfide, delle diatribe, all'interno della Nato e dell'Ue".
Insomma, sottolinea Gaiani, "io penso che in realtĂ le difficoltĂ di addestramento e quelle logistiche" questi carri armati "non diventeranno certo decisivi" in questo conflitto. "Fra l'altro - continua Gaiani - quante munizioni potremo fornie per questi mezzi? E' chiaro che se dobbiamo alimentare noi lo sforzo militare ucraino nel tempo o convertiamo la nostra industria - ma questo significa miliardi di investimenti - oppure ci troveremo con la coperta molto corta".
Piuttosto, osserva infine il direttore di Analisi Difesa, "mi pare che ci occupiamo poco di un altro tema, ovvero che i russi hanno ripreso l'iniziativa. Stanno avanzando lentamente, ma progressivamente, nel Donbass, stanno scardinando le difese ucraine sull'asse Siversk a Bakhmut e stanno avanzando a Zaporizhzhia. Lo dico anche se è difficile capire se i russi hanno le capacità oggi di condurre un'offensiva che possa addirittura portare a circondare una buona parte dell'esercito ucraino a est del fiume Dnipro. Però oggi la notizia è che i russi hanno ripreso l'iniziativa e hanno potuto farlo dopo le ritirate molto disordinate da Kharkiv e da Kherson. Ora hanno accorciato il fronte e ridotto il peso della loro inferiorità numerica facendo affluire volontari e riservisti, che stanno addestrando anche per future operazioni".
Fonti Agi e varie agenzie
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