Stati Uniti e la Gran Bretagna, da sempre, si rifiutano di pagare i riscatti ai jihadisti. Sanno bene che quei soldi, spesi per salvare una singola vita che è finita nelle loro mani, verranno reimpiegati per finanziare il terrore islamista e costeranno la vita a molte altre vittime.
L’Italia è tra i Paesi che pagano sempre. Sempre. Lo ha fatto nel 2015 per riportare a casa Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti rapite l’anno prima nella Siria divorata dalla guerra civile contro Assad e dai tagliagole dell’Isis. E lo ha fatto nei giorni scorsi per strappare Silvia Romano dai jihadisti di al Shabaab. Quattro milioni di euro. Questa la cifra che Roma avrebbe versato nelle loro tasche.
Il punto, infatti, non è la cifra che viene sborsata ma il fatto che, se si paga una volta e lo si sbandiera in giro, i jihadisti sanno che poi si pagherà sempre. Facendo il calcolo degli ultimi sequestri, per esempio, l’Italia avrebbe sborsato circa tra i 30 e gli 80 milioni di euro. Una cifra mai confermata ma che non si dovrebbe discostare poi tanto dalla realtà
Per molti non c’è limite alla cifra che uno Stato deve spendere per salvare la pelle a un proprio connazionale. Per altri, invece, i soldi non sono la strada giusta. Gli Stati Uniti, per esempio, è vero che non pagano almeno non ufficialmente, ma sono pronti a mettere a rischio la vita di un pugno di soldati mandandoli sul posto a liberare gli ostaggi.
Il ''problema'' sollevato da Bruxelles non riguarda il ritorno a casa della ragazza dopo 18 mesi di sequestro, quanto l'eventuale somma milionaria corrisposta ai suoi rapitori. Il motivo è semplice: quei soldi, come spiegato a Repubblica da Ali Dehere, portavoce di Al Shabaab, il gruppo terroristico che ha trattenuto Silvia nel cuore dell'Africa, saranno utilizzati per comprare armi. Armi, va da sé, che i terroristi impiegheranno per compiere altre nefandezze.
L'eco dell'intervista è arrivato nitido fino ai piani alti dell'Ue. Borrell è schizzato sulla sedia, manifestando un evidente malcontento: ''Il riscatto pagato? Sicuramente deve essere un problema, ma francamente non abbiamo ulteriori informazioni da darvi. Sono spiacente''. Le parole sono poche ma il messaggio è evidente: l'Europa non ha gradito il teatrino allestito da Giuseppe Conte, visto e considerando che dietro al ritorno della ragazza potrebbe esserci un'ingente cifra versata a uno dei gruppi terroristici più pericolosi del mondo.
''I soldi del riscatto pagato dall'Italia – aveva infatti affermato il portavoce dei terroristi di Al Shabaab - serviranno in parte ad acquistare armi, di cui abbiamo sempre più bisogno per combattere la jihad. Il resto servirà a gestire il Paese: a pagare scuole, comprare cibo e medicine che distribuiamo al nostro popolo, a formare i poliziotti che mantengono l'ordine e fanno rispettare le leggi del Corano".
''A me non risultano riscatti, altrimenti dovrei dirlo'', ha detto il ministro degli Esteri alla trasmissione "Fuori dal Coro", in onda su Rete 4. In merito all'intervista di Dehere, Di Maio è stato ancora più esplicito: ''Legittimo farsi delle domande, ma la prima domanda che mi faccio io è perché se un terrorista che viene intervistato e dice una cosa, la sua parola vale più dello Stato italiano? ''. Poco dopo anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito la linea del collega: ''Non ho notizia di pagamenti''.
Intanto l’esponente del Carroccio durante il proprio intervento definisce "neo terrorista" la volontaria di Africa Milele, liberata e tornata nella sua casa di Milano dopo diciotto mesi di prigionia, durante i quali – come ampiamente scritto – ha cambiato nome in Aisha e si è convertita all’Islam; quando ha fatto rientrato in Italia all’aeroporto di Ciampino, indossava una lunga e larga tunica tipica del credo religioso islamico.
Pagano interviene attaccano il governo, dicendo che ha "una volontà antireligiosa fortissima... quando poi però è arrivata la neo terrorista...". Appena Pagano pronuncia queste parole, non interviene il presidente della Camera Roberto Fico, ma la presidente di turno, che è Mara Carfagna: la politica di Forza Italia nel suo ruolo di "arbitro" riprende l’onorevole leghista, definendo "improprio" e "inaccettabile" quanto detto. Pagano, dunque, si difende dicendo di aver semplicemente citato quando scritto da un quotidiano: "Stavo citando un giornale…volevo evidenziare la differenza dell'atteggiamento verso alcuni luoghi di culto, anche dell'Islam moderato...".
Matteo Salvini ha commentato il caso sui social, e il caos attorno ad Aisha, scrivendo queste parole: "Il problema non è Silvia Romano, una ragazza mandata allo sbaraglio, usata dai terroristi per ottenere soldi e armi, esibita velata alle telecamere di tutto il mondo da un governo incapace di gestire l’emergenza, prima sanitaria, oggi economica e sociale".
Qui, insomma, l’ex ministro dell’Interno se la prende con la onlus che non le ha assicurato sufficiente protezione e con lo Stato italiano, responsabile della passerella a Ciampino, visto la presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al fianco della famiglia Romano stessa. Inoltre, Salvini se la prende con la maggioranza per come stia gestendo l’emergenza sanitaria e la crisi economica innescata dalla pandemia di coronavirus.
Dunque, il capo politico del Carroccio si scaglia contro il fondamentalismo islamico: "Lasciamo stare Silvia, cui auguro vita lunga e felice, e guardiamo al vero nemico, al vero pericolo per i nostri figli, per l’Italia, per il mondo, per la Libertà: l’Islam fanatico, integralista, violento, assassino". Infine, Salvini chiosa così: "Nessuno spazio, nessuna tolleranza, nessuna pubblicità o sostegno a questi delinquenti che nel nome del loro Dio portano morte, buio e paura in tutto il mondo. Mai più cedimenti ai terroristi, mai più riscatti, mai più silenzi. Viva la Libertà. Sempre".
Il ragionamento del presidente della Casa della cultura islamica di Milano, Mahmoud Asfa: «Mi chiedo come sia possibile considerare libera l’adesione a una religione mentre sei da mesi nelle mani di sequestratori tanto violenti come quelli di Al Shabaab. Poi, il fatto che abbia scelto di diventare musulmana dopo aver letto il Corano in italiano… Io stesso, che sono madrelingua arabo, spesso faccio fatica a comprendere cosa c’è scritto nel Testo sacro».
E si sa anche chi sono i jihadisti di Al Shabaab che non sono esattamente le dame della San Vincenzo. Sono quelli della strage di cristiani nel campus universitario di Garissa, sono quelli che non si fanno scrupolo di uccidere i fratelli musulmani che osano difendere i cristiani, sono quelli che hanno rapito nel 2011 e poi lasciato morire senza medicine Marie Dedieu, disabile e malata di cancro. Sono gli stessi che oggi, come ha spiegato il loro portavoce a Repubblica, useranno i soldi del riscatto per comprare armi e portare avanti il jihad