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Vertice a Palazzo Ghigi tra Conte-Mitsotakis

Kyriakos Mitsotakis .. Nel suo albero genealogico è il quarto primo ministro greco: suo padre Konstantinos fu terzo, sua sorella Dora Bakoyannis è stata ministra degli Esteri. Essere venuto al mondo in una famiglia così non è stato solo un privilegio per quest’uomo di 51 anni, con diplomi a Harvard e Stanford e una carriera a McKinsey nel curriculum. Quand’era neonato, i suoi vivevano relegati agli arresti domiciliari dalla giunta dei colonnelli; quand’era studente, suo cognato fu trucidato da un gruppo armato comunista. Dev’essere anche per questo che Mitsotakis nel Maximou, la residenza dei premier, non mostra affatto la noncuranza di uno che sente di esercitare un diritto naturale; è motivatissimo, carico di energia quando dice: «Darò alla Grecia una direzione nuova dopo l’era della crisi».  

Non c’è solo la vicinanza geografica, o la comune appartenenza all’Unione europea o all’Alleanza Atlantica. Tra Italia e Grecia l’interscambio commerciale, dopo aver registrato un calo a causa della crisi economica, si è attestato su valori pressoché costanti negli ultimi anni (intorno ai 6,5 miliardi di euro, secondo i dati Istat), con il saldo commerciale sempre a favore dell’Italia. E proprio il tema dei rapporti tra i due paesi e stato sul tavolo dell’incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il primo ministro della Grecia, Kyriakos Mitsotakis. L’incontro e avvenuto a poche ore dal sisma che ha colpito l’Albania.

L’Italia è il secondo fornitore della Grecia dopo la Germania ma prima della Cina, mentre sul lato delle importazioni il paese è il primo mercato di destinazione dei beni ellenici seguito da Germania e Cipro. Le esportazioni greche verso l’Italia sono soprattutto di prodotti agricoli (olio di oliva, frumento, tabacco), alimentari, prodotti ittici e silvicoli, metallurgici (acciaio, laminati, alluminio) e prodotti chimici e petroliferi raffinati. Il grado di penetrazione dei prodotti italiani è considerevole. I comparti in cui maggiore è il flusso proveniente dall’Italia sono quelli delle attrezzature industriali, delle macchine utensili, dei prodotti chimici e farmaceutici, dei mezzi di trasporto, dell’agro-alimentare, dei prodotti in gomma, plastica e carta, dei mobili, a cui si aggiungono i settori dei materiali da costruzione, delle telecomunicazioni, del tessile (abbigliamento e accessori) e dei prodotti di largo consumo.

La Grecia mantiene la sua posizione dichiara al Corriere della sera il Primo Ministro Greco come partner commerciale importante dell’Italia. Siete la destinazione più importante del nostro export e il nostro secondo maggior fornitore. Abbiamo visto importanti investimenti di imprese italiane nell’energia, nei trasporti e nelle costruzioni e invito le aziende del vostro Paese a investire ancora di più da noi, per approfittare dell’ambiente favorevole alle imprese che stiamo creando. Oltre al programma Hercules Aps (per le banche, ndr), sono stati sbloccati grossi progetti d’investimento nelle costruzioni come l’Hellinikon e l’ampliamento del porto del Pireo. Sono ripartite le privatizzazioni, inclusa quella del aeroporto internazionale di Atene. Ed è stato messo in piedi un progetto credibile per rafforzare l’azienda più grande del Paese, la Public Power Corporation». 

Lo stato e la dinamica delle relazioni bilaterali tra Italia e Grecia, i progetti energetici come il gasdotto transadriatico (Tap) e l’East-Med, fino alla questione della gestione dei flussi migratori per i paesi di primo approdo. Secondo la stampa di Atene, uno spazio particolare sarà dedicato proprio alla crisi dei migranti e al coordinamento richiesto a livello europeo e quindi ad una politica comune per trovare una soluzione al problema.

«Abbiamo accelerato le procedure di asilo e stiamo mettendo su centri di detenzione pre-ritorno in Turchia dichiara il Primo Ministro al Corriere della sera ... Ora, poiché la situazione è chiaramente molto difficile, abbiamo preso una decisione politica anch’essa delicata: spostare 20 mila persone dalle isole alla terraferma. Ma l’Europa deve smettere di nascondere la testa nella sabbia e fingere che questo sia solo un problema greco, italiano o spagnolo. È una questione europea».

In virtù del nuovo aumento degli sbarchi, il governo greco guidato da Mitsotakis ha promesso un giro di vite per aumentare l’efficienza delle guardie di frontiera e prevenire nuovi ingressi. Da dicembre, il numero di militari addetti alla prevenzione di nuovi ingressi aumenterà di 1.200 unità, sia lungo le coste che lungo i confini terrestri. Qui il governo ellenico sta pensando a fortificare anche fisicamente le frontiere con la Turchia e con la Bulgaria. Più a nord, i Paesi balcanici hanno già stanziato ingenti risorse e mezzi per fronteggiare l’aumento del flusso migratorio. Militari ungheresi presidiano le barriere di filo spinato lungo il confine con la Serbia, soldati della Macedonia del Nord guardano con costante attenzione le frontiere sempre più fortificate con la Grecia. 

Nei giorni scorsi in Croazia i militari hanno sparato verso un gruppo di persone entrate irregolarmente per cacciarle indietro, in Slovenia si invoca l’utilizzo di sensori lungo le frontiere. I colloqui si sono concentrati su progetti energetici condivisi dai due paesi. Il Tap, gasdotto in costruzione che dalla frontiera greco-turca attraverserà Grecia e Albania per trasportare il gas sino in Italia, e l’East-Med, altro progetto rilevante a livello regionale che dovrebbe essere completato e attivato entro il 2025 per trasportare gas naturale da Israele all'Italia attraverso Cipro e Grecia. Infine i due capi di governo hanno discusso sulla  prospettiva di adesione all’Unione europea per i paesi dei Balcani occidentali.    

Da Cenerentola d’Europa a paradiso dei ricchi investitori stranieri grazie a una politica di generosi incentivi fiscali. È questo il piano della Grecia pro-business del premier Kyriakos Mitsotakis, pronta a introdurre una flat tax da 100 mila euro sui redditi globali dei grandi investitori che trasferiscano la residenza fiscale in Grecia (il cosiddetto programma non-dom) e ad alleggerire le imposte societarie pagate nel Paese ellenico e quelle su dividendi ed esercizio delle opzioni su azioni.

L’obiettivo del governo, a un anno dall’uscita dall’ultimo piano di salvataggio internazionale, è chiaro: attrarre soprattutto investimenti che creino lavoro. per sostenere una ripresa che anche le ultime previsioni di autunno della Commissione europea confermano robusta: +1,8% la crescita del Pil quest’anno, 2,3% l’anno prossimo. Meno del 2,8% auspicato dall’esecutivo, ma pur sempre il doppio della media dell’Eurozona.  

Stiamo legiferando sui tagli alle tasse proprio ora dichiara al Corriere della sera il Primo Ministro Ellenico. Abbiamo appena presentato un nuovo pacchetto fiscale che taglia l’aliquota sulle imprese dal 28% al 24%, i dividendi dal 10% al 5% e taglia notevolmente il carico sul settore immobiliare. In più, creiamo un sistema di vantaggio per gli stranieri che fanno della Grecia la loro residenza fiscale e rendiamo fiscalmente conveniente la spesa in ricerca e sviluppo. È tutto concordato con l’Europa e riteniamo che non metta a rischio il surplus primario di bilancio al 3,5% nel 2020. Quest’anno e il prossimo lo rispettiamo, anche se abbiamo già ridotto la pressione fiscale». 


Le misure sono parte della legge fiscale che sarà sottoposta al Parlamento. Più in dettaglio, stando alla bozza resa pubblica per consultazione, è previsto un taglio della corporate tax dal 28 al 24% e un dimezzamento della tassa sui dividendi, dal 10 al 5 per cento.

Per quanto riguarda l’esercizio delle opzioni, anziché tassare il ricavato come reddito, si pensa ad una tassa una tantum del 15 per cento.

La misura più interesante appare però proprio il programma non-dom che - ispirandosi tra l’altro, almeno in parte, al regime introdotto anche in Italia con la Legge di bilancio 2017 - offre ai soggetti non residenti la possibilità di pagare una tassa annuale da 100mila euro sui redditi guadagnati fuori dalla Grecia, più 20mila euro per ogni membro della famiglia.

Per poterne beneficiare occorre però rispettare due requisiti fondamentali: prendere la residenza in Grecia e risiedervi effettivamente almeno 183 giorni all’anno, investire 500mila euro nell’economia nazionale (immobiliare, mercato azionario e obbligazionario gli ambiti interessati) nei primi tre anni da residenti. Il beneficio fiscale sarà ancora maggiore per chi è disposto a spendere di più: la tassa scende infatti a 50mila euro con investimenti pari a 1,5 milioni, a 25mila se gli investimenti sono pari a tre milioni.

Il programma ha una durata di 15 anni e garantisce chi decida di beneficiarne contro eventuali cambiamenti futuri nelle politiche governative.






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