In primis, diciamo che la politica nazionale deve accendere, nel più breve tempo possibile, un faro verso il Mezzogiorno, per affrontare, nel migliore dei modi, la “palude” della decrescita economica. In particolare, nel Sud, va seguita l’opportunità di sfruttare le condizioni, particolarmente favorevoli, per l’accesso al credito, per le piccole e medie imprese. Ma c’è di più. In tal senso, dal Governo, va preso di mira questo obiettivo: il pieno utilizzo, nel Sud, dei Fondi Strutturali europei. Secondo un recente studio dello Svimez, se in questo anno si spendessero bene, in tutte le Regioni del Mezzogiorno, i 7miliardi di euro potenzialmente disponibili, si avrebbe un vantaggio sul Pil del Meridione del +0,8% in aggiunta al +0,7 previsto, che porterebbe, poi, la crescita all’1,5%. Ancora, l’Italia deve fissare e centrare due traguardi interni: rafforzare sensibilmente la ripresa del Meridione e creare una decisiva spinta in avanti del Pil nazionale. A questo punto, c’è da dire pure che stiamo parlando di previsioni che bisogna trasformare in numeri reali, con l’indicazione delle cose da fare in concreto. In conclusione, diciamo, senza mezzi termini, che da Roma occorre agire in fretta e nel migliore dei modi per attivare investimenti pubblici strategici in modo da assicurare un decollo economico soprattutto alle aree più deboli, ovvero quelle del Sud Italia.