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La Turchia è pronta ad essere un membro dell'Ue

"Questo è il secondo vertice Ue-Turchia in tre mesi. Questo dimostra quanto è indispensabile la Turchia per l'Ue e l'Ue per la Turchia", così il premier turco Ahmet Davutoglu al suo arrivo al summit a Bruxelles. "La Turchia è pronta a lavorare con l'Ue - spiega Davutoglu -. La Turchia è pronta ad essere un membro dell'Ue, e spero che questo vertice, che non si focalizzerà solo sull'immigrazione irregolare ma anche sull'adesione della Turchia all'Ue, sia un successo ed un punto di svolta nelle nostre relazioni".

Riflettori puntati sul summit straordinario Ue-Turchia in programma a Bruxelles. Un appuntamento dal quale si attendono passi in avanti concreti nella definizione di una strategia comune per la gestione dell'emergenza migranti e, in particolare, un rinnovato impegno di Ankara per contenere se non bloccare i flussi di profughi che, attraverso il suo territorio, stanno raggiungendo la Grecia e lungo la rotta balcanica i Paesi del Nord Europa.

Sul tavolo del Consiglio Europeo anche la road map per arrivare al salvataggio di Schengen. I leader europei della famiglia socialista si stanno già incontrando nel consueto pre-vertice e per le 11 è prevista un meeting ristretto tra i presidenti della Commissione e del Parlamento Ue, Jean Claude Juncker e Martin Schulz, e il premier turco Ahamet Davutoglu. Per le 12.30 è invece fissato l'inizio del summit Ue-Turchia al quale seguirà poi una riunione dei soli capi di Stato e di governo dei 28.

Intanto ora che la rotta dei Balcani occidentali è chiusa, gli immigrati si riverseranno in Europa battendo nuove strade. E il Mar Mediterraneo rischia di tornare a essere affollatissimo. Nella versione ancora non definitiva della dichiarazione dei leader Ue preparata in vista del vertice straordinario Ue-Turchia si sottolinea anche che l'Unione europea"sarà al fianco della Grecia in questo difficile momento e farà tutto il possibile per aiutarla a gestire la situazione".

Gli sherpa dei 28 sono attualmente riuniti per preparare l'incontro che si terrà domani a Bruxelles. Nel documento si ricorda che già in occasione del vertice del 19 e 19 febbraio scorsi il Consiglio Europeo aveva deciso di ripristinare una situazione di "piena applicazione" del codice Schengen per il controllo delle frontiere da parte di tutti i Paesi aderenti all'accordo in modo da porre fine a un approccio caratterizzato dal "lasciar passare" gli immigrati. "Questa decisione - si legge ancora nella bozza - sta portando all'esaurimento dei flussi irregolari dei migranti lungo la rotta dei Balcani occidentali".

E le navi della Nato saranno impegnate nel Mar Egeo e in particolare nelle acque territoriali di Grecia e Turchia e l'obiettivo della flotta non sarà solo combattere i trafficanti di esseri umani, ma anche per fare fronte all'emergenza salvando gli immigrati in difficoltà. Le unità della Nato opereranno in stretto contatto con quelle dei due Paesi e di Frontex.

La chiusura delle frontiere sta, tuttavia, riaprendo il Mediterraneo. E, con l'avvicinarsi della primavera e della bella stagione, si teme una recrudenscenza negli sbarchi. Tanto che la Nato ha messo in mare altre navi per "accogliere" i clandestini che cercano di raggiungere il Vecchio Continente. "L'obiettivo dell'operazione - ha tenuto a precisare il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg - non è quello di fermare o rimandare indietro i migranti, ma di aiutare i nostri alleati, Grecia, Turchia e Ue nella lotta ai trafficanti di esseri umani e alle reti criminali che stanno alimentando questa crisi".

Insomma, faranno da ponte verso l'Europa incrementando un'invasione che è in atto ormai da mesi. Il comando navale dell'Alleanza ha già preso accordi con Frontex e con i governi di Atene e Ankara per poter procedere allo scambio di informazioni in tempo reale e, quindi, consentire loro di avviare altrettanto rapidamente le necessarie operazioni.

"Questa collaborazione - ha detto ancora Stoltenberg - è un eccellente esempio di come Nato e Ue possano lavorare insieme per affrontare sfide comuni. È molto positivo che sia stato possibile finalizzare un accordo in così poco tempo: in questa crisi il tempismo è essenziale e la cooperazione è un elemento chiave". Attualmente nell'area operano già tre unità Nato, ma altre, a quanto si è appreso, se ne aggiungeranno presto e una sarà sicuramente messa a disposizione dalla Francia.

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