La diffusione di nuove straordinarie applicazioni tecnologiche legate alla “digitalizzazione” ha cambiato, in molti ambiti, sia la produzione che la distribuzione. A differenza del processo produttivo del passato, a nostro modesto avviso, questo processo produttivo tecnologico crescerà. Due sono le grandi aree di intervento, ovvero, i due pilastri della nuova crescita digitale: in primis, è fondamentale un progressivo forte aumento delle competenze e dei livelli di istruzione delle forze di lavoro; poi, in parallelo, è necessario un forte sforzo di investimenti da parte delle imprese e delle strutture pubbliche. Ancora, è necessario, nel settore produttivo, un profondo ridisegno organizzativo per accrescere produttività e competitività usando bene, insieme, lavoratori e tecnologie. Nel settore pubblico, in campo digitale, qualcosa si sta muovendo: il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato, da qualche anno, il progetto nazionale “Scuola digitale” secondo il quale, i docenti e la scuola devono praticare queste nuove tecnologie per dare ai ragazzi la possibilità di possedere criticamente nuove competenze di scrittura e lettura. Per quanto riguarda, poi, il lavoro dei giovani del Sud, una decisione più attesa dell’ultima legge di bilancio, con un impegno finanziario di 700 milioni, si concentra sui giovani e sulle loro assunzioni al Sud. Ma c’è di più. Sempre per il Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise e Sardegna) ci sarà una decontribuzione piena per le assunzioni di under 24 e per i giovani tra i 24 e i 29 anni senza lavoro da almeno sei mesi.