In primis, diciamo che L’Unione europea deve affrontare, senza mezzi termini, la soluzione dell’emergenza immigrazione. Vediamo perché. Nei prossimi decenni le economie dei paesi europei avranno bisogno di decine di milioni di stranieri; e questa eventualità non potrà trovare l’Europa impreparata. Purtroppo, i Paesi dell’Unione europea, a fronte di questa, emergenza progressiva dell’immigrazione clandestina, soprattutto, continuano a lasciare l’Italia, sola. In realtà, nessuno stato membro si è fatto, ancora, avanti per accogliere quote, ancorchè, simboliche, di profughi giunti nel nostro Paese. Diversamente, i Paesi europei, cominciando dai maggiori, potrebbero unire quei contributi che già danno, magari modesti, lo 0,1 del Pil nazionale. In particolare, la Commissione europea potrebbe stabilire una graduale quotazione per tutti i Paesi dell’Unione da coinvolgere in uno o più istituti per lo sviluppo economico, ad esempio, di quei Paesi del nordAfrica. Quei Paesi diverrebbero normali, con un modus vivendi, degli abitanti, normale, al riparo del pensiero più propenso alla fuga all’estero. Un programma questo da elaborare in cooperazione con gli Stati africani interessati e d’intesa con le Nazioni Unite. E, in conclusione, diciamo che noi europei abbiamo l’urgenza di affrontare due questioni fondamentali:1) il contrasto al terrorismo; 2) il contrasto al traffico di esseri umani. Ebbene, su questi due punti la Comunità internazionale ha fatto sapere che non è disposta ad aspettare all’infinito.