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Parigi, iniziata la conferenza sul clima

E' cominciata a Parigi la XXI Conferenza sul clima. "Abbiamo un obbligo di successo" e "la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso", ha detto il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, in apertura dei lavori.

Autorevoli scienziati a livello mondiale e migliaia di studi sui cambiamenti climatici avvertono da tempo che l’aumento della temperatura media della Terra non deve superare al massimo i due gradi rispetto al periodo precedente la rivoluzione industriale (1850). Gli ultimi tre decenni sono stati uno più caldo dell’altro e purtroppo, nel mondo si è già innescato un meccanismo per cui assistiamo ad eventi meteorologici estremi. Già li vediamo e in molti li subiscono. Le alluvioni in Italia e i morti che hanno provocato sono solo l’esempio più vicino a noi. Anche con uno stop immediato alla CO2 gli effetti sono ormai destinati a protrarsi per molti secoli. E’ ormai certo che il 2015 strapperà al 2014 il primato dell’anno più caldo di sempre, cioè da quando sono disponibili le rilevazioni a livello mondiale (1880), dopo che ogni mese – ad eccezione di gennaio e aprile – ha segnato un record di temperature della Terra e degli oceani.  E’ probabile al 95-100% che l’uso dei combustibili fossili insieme con la deforestazione abbiano causato più della metà dell’aumento della temperatura media globale entro i due gradi

A Parigi i leader di 195 Paesi più la Ue - che fanno parte della Convenzione sul clima dell’Onu - sono chiamati ciascuno a fissare i propri obiettivi di emissioni in modo da contenere entro 1,5-2 gradi l'aumento della temperatura emtro fine secolo. Si punta ad una clausola che permetta di valutare e rivedere gli impegni ogni 5 anni. Le nazioni sviluppate devono poi arrivare a mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per aiutare i paesi in via di sviluppo a contrastare i cambiamenti climatici e risarcirli dei danni che hanno già subito. Il supporto a questi Stati, sia finanziario che tecnologico, dovrà proseguire anche dopo il 2020. Per ora il 95% dei Paesi ha assicurato impegni concreti ma se anche fossero rispettati, non si riuscirebbe a tenere l'aumento delle temperature sotto i 2,7 gradi. C’è l’impegno personale dei big del Pianeta per un accordo ambizioso e duraturo. Ma questo non dà certezza che sarà giuridicamente vincolante. Dal 7 dicembre cominceranno i colloqui a livello politico. E' una sfida senza precedenti. Il destino del Pianeta per ora resta a rischio.

L'Italia è il Paese dell'Unione europea che segna il record del numero di morti prematuri rispetto alla normale aspettativa di vita per l'inquinamento dell'aria. La stima arriva dal rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea): il Belpease nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue. Tre i 'killer' sotto accusa per questo triste primato.

Le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l'ozono, quello nei bassi strati dell'atmosfera (O3), a cui lo studio attribuisce rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature in Italia. Il bilancio più grave se lo aggiudicano le micropolveri sottili, che provocano 403mila vittime nell'Ue a 28 e 432mila nel complesso dei 40 Paesi europei considerati dallo studio.

L'impatto stimato dell'esposizione al biossido di azoto e all'ozono invece è di circa 72mila e 16mila vittime precoci nei 28 Paesi Ue e di 75mila e 17mila per 40 Paesi europei. L'area più colpita in Italia dal problema delle micro polveri si conferma quella della Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d'aria, sfiorata invece da Venezia. Considerando poi la soglia ben più bassa raccomandata dall'Oms di 10 microgrammi per metro cubo, il quadro italiano peggiora sensibilmente, a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari.

La Conferenza di Parigi è l'occasione per il mondo di mostrarsi unito nel costruire un futuro migliore per i nostri figli: è il messaggio postato da Barack Obama su Facebook prima della sua partenza per la capitale francese dove parteciperà alla Conferenza internazionale sul clima. Obama sottolinea quindi come la leadership dell'America sulle politiche ambientali stia aiutando a fare progressi. "Le nostre imprese e i nostri lavoratori - scrive - hanno dimostrato che è possibile fare passi in avanti verso un futuro più pulito anche mentre si creano nuovi posti di lavoro e l'economia cresce". "La nostra produzione industriale - prosegue il presidente americano - è al livello più alto di sempre, ma le nostre emissioni inquinanti sono ai minimi da 20 anni".

Il presidente americano, Barack Obama, è arrivato a Parigi dove parteciperà alla conferenza internazionale sul clima, nella speranza di raggiungere uno storico accordo. L'Air Force One - informa la Casa Bianca - è atterrato all'aeroporto di Orly intorno alle 22,40 ora locale. Imponenti le misure di sicurezza. Gli agenti del Secret Service - raccontano i giornalisti del pool al seguito del presidente - hanno ispezionato tutta l'area prima che Obama scendesse a terra e hanno perquisito tutti i veicoli del corteo presidenziale, ricorrendo anche a un'unità di cani anti-bomba. Ad accogliere il presidente degli Stati Uniti c'era l'ambasciatore americano a Parigi, Jane Hartley. Entrato rapidamente nella sua auto superblindata denominata "The Beast", appositamente trasportata da Washington per i suoi spostamenti nella capitale francese, Obama si è diretto verso l'albergo. Anche qui lungo la strada imponenti misure di sicurezza, con parte dell'autostrada bloccata per l'occasione.

Il presidente americano, Barack Obama, appena arrivato a Parigi, poco prima dell'una di mattina, ha fatto una sosta fuori programma davanti alla sala concerti del Bataclan, il teatro della strage del 13 novembre, dove sono morte 90 persone. Al suo fianco, rende noto la casa Bianca, il presidente francese Francois Hollande  Insieme ad Obama e Hollande, anche il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo.

Il presidente americano si è quindi fermato per alcuni minuti in silenzio davanti alle tantissime candele e ai tantissimi fiori posti dai parigini a ricordo delle vittime. Lui stesso ha posto in terra una rosa bianca. Subito dopo il presidente americano, dopo aver salutato Hollande con un veloce abbraccio, è risalito sulla sua auto senza rilasciare dichiarazioni, diretto alla residenza dell'ambasciatore Usa (l'Hotel de Pontalba), nel centro della capitale francese. I giornalisti del pool della Casa Bianca al seguito del presidente spiegano che la fermata al Bataclan non era nel programma ufficiale, ma era stata preparata da giorni. Raccontano quindi come la visita si sia svolta in un clima quasi surreale, in una Parigi totalmente deserta.

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