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Terremoto sull'Expo 2015

Le mani sull'Expo si erano allungate, e a mettercele erano due uomini che riemergono dagli archivi della prima Repubblica e di Tangentopoli: questa è la tesi della Procura della Repubblica di Milano che stamattina ha spedito in carcere Primo Greganti, il leggendario "compagno G" delle indagini sulla pista rossa, e Gianstefano Frigerio, segretario della Dc lombarda negli anni Novanta e poi deputato di Forza Italia

Gli arresti come riferisce l ansa sono stati eseguiti nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini e dai pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano. Sono state emesse dal gip Fabio Antezza 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari. In carcere è finito Angelo Paris, direttore della pianificazione acquisti della Expo 2015.

Ordinanze di custodia in carcere anche per l'ex parlamentare della Democrazia Cristiana Gianstefano Frigerio, per l'ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo, per Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, per l'intermediario Sergio Catozzo e per l'imprenditore Enrico Maltauro. E' stato raggiunto, invece, da un'ordinanza di arresti domiciliari Antonio Rognoni, ex Dg di Infrastrutture Lombarde, già arrestato nelle scorse settimane nell'ambito di un'altra inchiesta con al centro una serie di irregolarità negli appalti delle più importanti opere pubbliche in Lombardia, tra cui anche alcune gare relative all'Expo.

Nelle carte compaiono i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che però non risultano indagati.

In Lombardia dunque sarebbe esistita una vera e propria ''cupola per condizionare gli appalti'', alcuni dei quali relativi ad Expo. La 'cupola' prometteva ''avanzamenti di carriera'' grazie a ''protezioni politiche'' a manager e pubblici ufficiali. ''Io vi do tutti gli appalti che volete se favorite la mia carriera'', avrebbe detto Angelo Paris, il direttore pianificazione e acquisti di Expo 201, in un'intercettazione agli atti.

L'inchiesta vedrebbe al centro una serie di fatti di turbativa d'asta e di corruzione relativi all'Expo e al processo 'Città della salute'. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, turbativa d'asta e corruzione. L'indagine è una di quelle citate dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, a capo del pool 'Pubblica Amministrazione', nell'esposto da lui presentato al Csm contro il procuratore Edmondo Bruti Liberati per lamentare una serie di irregolarità nell'assegnazione dei fascicoli.
E' questa, probabilmente, l'inchiesta di cui il procuratore aggiunto Alfredo Robledo sosteneva di essere stato in qualche modo scippato dai vertici della Procura milanese. E infatti oggi Bruti conferma che Robledo è stato estromesso dall'indagine perché "non condivdeva l'impostazione". A condurre la retata che ha portato in carcere Greganti & C. è infatti il pool antimafia di Ilda Boccassini, anche se di contatti con il mondo del crimine organizzato qui non si parla. Le notizie disponibili parlano di appalti concessi in cambio di contratti di consulenza: la <copertura> che già nell'inchiesta di Robledo veniva ipotizzata per evitare il passaggio diretto di contante. I lavori sotto accusa sono quelli per la archiettur dei servizi di Expo, oltre che per i parcheggi e contestate vie d'acqua dell'Expo e anche per alcuni importanti cantieri ospedalieri. Si parlerebbe anche del grande appalto per la Città della Salute che deve sorgere sull'ex area Falck di Sesto San Giovanni, un appalto da 350 milioni di euro

Primo Greganti ''copriva e proteggeva le cooperative''. Lo hanno spiegato i pm, sottolineando anche che la ''saldatura'' tra Greganti e Gianstefano Frigerio, ex parlamentare Dc, ''proteggeva le imprese riconducibili a tutti gli schieramenti politici''

L'Ad di Expo 2015, Giuseppe Sala, non è coinvolto . Lo ha sottolineato il pm di Milano Claudio Gittardi, il quale ha chiarito inoltre che non sono stati sequestrati ''atti dei procedimenti amministrativi in corso e quindi Expo può tranquillamente procedere ed operare''.

''Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire ad Expo di ripartire al più presto, con un lavoro di indagine che è stato accelerato negli ultimi mesi'', ha detto il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati.

"La politica non metta becco sulle indagini", ha detto il premier Matteo Renzi. ''Sono convinto dell'assoluta necessità di assicurare assoluta pulizia'': lo afferma il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, dopo gli arresti per Expo. ''Per quanto mi senta addolorato da quanto successo, spero si possa procedere rapidamente nella realizzazione del crono-programma previsto'' per Expo, aggiunge Maroni. "Su Expo vogliamo assoluta pulizia, spiace che certe facce del vecchio mondo siano ancora in giro". Lo dice il segretario della lega Matteo Salvini in una dichiarazione in cui sottolinea di avere "assoluta fiducia nell'intransigenza e nella correttezza di Maroni".

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