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L’immigrazione clandestina dalla “diaspora” di un popolo alla “diatriba” dell’accoglienza

In primis, noi diciamo che l’Italia è chiamata a gestire la diaspora, ovvero, la dispersione, con flussi illegali, di una parte del popolo del Nord Africa, in particolare Libia e Tunisia, dando seguito ad una “diatriba”, ovvero, a messaggi ambigui con l’Unione europea.  Secondo i dati diffusi dal Frontex(Agenzia europea delle Frontiere) i flussi migratori illegali, in Italia, nei primi 40 giorni di quest’anno, hanno comportato 4.800 clandestini sbarcati,  dal Nord Africa, il doppio di quelli sbarcati a dicembre 2017. Diciamo, pure, che ad influire sul numero degli sbarchi possono essere le condizioni meteo che possono incoraggiare o meno, la partenza dei barconi e l’efficienza della Guardia costiera della Libia che, con i mezzi limitati di cui dispone, non può intercettare, sempre, tutti i gommoni ed i barconi in partenza per l’Europa. Ma c’è di più. Il problema dell’immigrazione clandestina non è legato solo ai numeri degli sbarchi, ma alle decisioni che vengono assunte, da Italia ed Europa, per cercare di bloccare, in modo definitivo, i flussi illegali di immigrati dal Nord Africa. A nostro modesto avviso, sia l’Italia che l’Unione europea continuano a far persistere una “diatriba”, continuando a mandarsi messaggi ambigui, di questo genere: ”I migranti soccorsi dalle motovedette libiche tornano indietro e vengono rimpatriati; i migranti che riescono a raggiungere le navi europee vengono portati, invece, in Italia”. In conclusione, diciamo che le soluzioni ci sono: le navi militari italiane ed europee dovrebbero provvedere a riportare in Libia o in Tunisia(da dove crescono, mese dopo mese, i flussi), gli immigrati illegali soccorsi in mare. Stiamo parlando, di respingimenti assistiti, che salverebbero molte vite umane.

 

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