"La Comunità islamica italiana ringrazia la città di Catania per quanto fatto in favore dei migranti, di qualunque credo".
Questo il testo, firmato da Izzedin Elzir, presidente dell'Unione delle Comunità islamiche d'Italia, della targa scoperta venerdì scorso nel Palazzo della Cultura nel corso di una breve cerimonia alla presenza del sindaco di Catania Enzo Bianco, dello stesso Elzir, dell'assessore alla Cultura Orazio Licandro, dell'imam catanese, Keith Abdelhafid, presidente della comunità islamica di Sicilia, con il vicepresidente Ismail Bouchnafa, e del delegato del comitato del Lions "Sicilia frontiera del Mediterraneo" Francesco Bizzini.
Proprio nel Palazzo Platamone, nel centro della città, si svolse, due anni fa, il primo dei funerali interreligiosi celebrati a Catania, quello delle 17 vittime tra nigeriani, siriani ed eritrei - 12 donne, tre uomini e due bambine - del naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia il 12 maggio del 2014.
"Questa targa - ha detto Bianco - rappresenta un riconoscimento importante per questa nostra città che, al contrario di tanti territori più ricchi, ha saputo dare, in Sicilia e in Europa un segno di grande umanità. Tutti insieme, con il dialogo, con la collaborazione, abbiamo affrontato in questi anni un'emergenza umanitaria senza precedenti, comprendendo che non dobbiamo farci sconfiggere né dalla paura né dai pregiudizi. Ma questa città non ha soltanto accolto decine di migliaia di migranti. Ha celebrato proprio nella corte di questo Palazzo una commovente cerimonia interreligiosa, poi ha eretto per i migranti un mausoleo nel cimitero e ha dato loro sepoltura indipendentemente dal Paese in cui provenivano o dalla religione alla quale appartenevano. Abbiamo dato un segno di civiltà e d'attenzione che rappresenta l'unico modo per vincere timori e pregiudizi reciproci e far prevalere la pace e la tolleranza, valori che fanno parte della nostra cultura e che non dobbiamo tradire per egoismo o per paura".
"Ciò che sta accadendo oggi - ha aggiunto Izzedin Elzir - dimostra come la convivenza non sia un'utopia o un sogno ma la realtà. Tocca a noi lavorare per additare come esempio questa comunità catanese che ha dimostrato di avere una grande capacità di accoglienza e di saper rispettare il migrante nella sua dimensione anche religiosa, non soltanto in Sicilia e in Italia, ma nella realtà europea e mondiale. Oggi il mondo è un piccolo paese e facciamo tutti parte della grande famiglia umana. Abbiamo bisogno creare spazi di dialogo interreligioso e interculturale e di lavorare insieme contro l'estremismo e contro il terrorismo, ma anche contro l'indifferenza. Ringraziamo la comunità catanese per la sua grande civiltà".
Alla cerimonia era presente anche una classe, una terza, dell'Istituto catanese Boggio Lera che nel Palazzo della Cultura sta svolgendo, nell'ambito del programma di alternanza scuola-lavoro, un corso per allestire eventi artistici.