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Mercoledì, 16 Ottobre 2024

Acqua, Cirs: La situazione delle sorgenti di Ragusa resta sempre critica

Foto di gruppo convegno di questa mattina

 

“Il problema è noto. Lo monitoriamo da tre anni a questa parte. Ma, purtroppo, è rimasto irrisolto. Tutto in stand by. Ora è arrivato il momento di intervenire, in maniera decisa. Individuando una rapida soluzione. Non c’è più tempo per aspettare”. Il presidente del Cirs di Ragusa, Rosario Ruggieri, nella lunga relazione in cui ha tratteggiato le questioni relative alle risorse idriche del territorio comunale ibleo nelle aree carsiche, durante il convegno sul tema “L’acqua che berremo”, la cui prima sessione si è tenuta in mattinata a Ibla nel contesto delle iniziative per i 40 anni dalla fondazione dell’associazione, è stato molto chiaro. “Non vogliamo incolpare nessuno – ha aggiunto – ma la situazione è grave. Proprio perché irrisolta. A partire dal 2010 le sorgenti sono corrotte, con valori pericolosi. In particolare, la Oro è costantemente inquinata, la Misericordia in maniera periodica. Ci sono interscambi tra le due fonti che stiamo cercando di studiare per capire cosa succede ed eventualmente modulare degli interventi. Ma il quadro è assolutamente da regolamentare. Le sorgenti sono ancora da mettere in sicurezza. Non dimentichiamo che tutto ciò, nei mesi scorsi, ha determinato una crisi idrica di portata storica per la città di Ragusa”.

E a rafforzare le preoccupazioni del Cirs, nel corso dell’iniziativa promossa in collaborazione, tra gli altri, con l’Ageo Ragusa, il Consorzio di bonifica 8, l’Ingv, l’Ordine regionale dei geologi di Sicilia, anche i dati illustrati dal dirigente dell’Arpa Sicilia a Ragusa, Lucia Antoci, la quale ha tenuto a sottolineare che “ci sono diverse situazioni di estrema criticità. Situazioni che meritano attenzione ed interventi immediati. Soprattutto per le acque superficiali. Lo abbiamo riscontrato – ha proseguito – attraverso il monitoraggio sia degli acquiferi superficiali che di quelli sotterranei. Questa condizione è già nota da tempo ma dal nostro osservatorio particolare notiamo che la mancanza di interventi in qualche modo deteriora la risorsa. I dati ci sono tutti per predisporre gli interventi, gli elementi pure”. L’assessore ai Centri storici del Comune di Ragusa, Giuseppe Dimartino, che ha aperto i lavori portando i saluti del sindaco, Federico Piccitto, ha precisato che “vedere quell’acqua opaca che puzza di ammoniaca e che non si sa ancora cosa contenga ha un impatto, soprattutto su chi ha vissuto queste sorgenti, davvero pesante. Se si considera che quest’acqua arrivava sino alle nostre case, si ha la piena contezza della gravità della situazione. Come Amministrazione, siamo chiamati a prendere delle decisioni che ci consentano di individuare cause e concause. Non possiamo permettere che l’acqua, una delle risorse fondamentali per la nostra vita, sia sprecata in questo modo. E’ da più di due anni e mezzo che nella sorgente Misericordia non ci sono più trote, non c’è alcuna vita. E l’impatto che tutto ciò ha sul territorio risulta davvero devastante. Ecco perché – ha continuato Dimartino – pensiamo che il momento di confronto pure con le associazioni e con i vari soggetti istituzionali a diverso titolo interessati debba necessariamente essere proficuo e aiutarci a trovare tutti assieme una soluzione definitiva per uscire fuori da questa fase complessa”. Tra gli interventi introduttivi, anche quello di Maurizio Vaccaro, dirigente del Genio civile di Ragusa, il quale ha spiegato che le competenze del suo ufficio si basano sul testo unico del 1933 seppur modificato nel corso degli anni. “Il testo unico – ha sottolineato Vaccaro – rappresenta, ancora oggi, il principale riferimento per ciò che attiene la ricerca, l’autorizzazione sull’utilizzo dell’acqua. Ad una visione inizialmente solo quantitativa della risorsa, si è andata affermando, sempre più nel tempo, la visione dell’acqua come sistema complesso che ha bisogno, per essere affrontato in modo soddisfacente, di una visione multidisciplinare. Tutto ciò comporta la necessità di vedere le cose da differenti aspetti. Quindi sono necessari gli interventi di specializzazioni di tipo geologico, di tipo idrologico ed idraulico, ambientale, agrario e forestale, biologico e medico proprio perché l’importanza della risorsa idrica determina la necessità di un approccio consapevole”.

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